Europa Ore 7
Putin lancia la guerra del gas all'Ue
La Germania annuncia di essere vicina all'indipendenza sul petrolio russo e cambia idea sui carri armati all'Ucraina. La Russia minaccia di smembrare l'Ucraina, l'Ue preoccupata per la Transnistria e la Moldavia e Spagna e Portogallo annunciano un'intesa con l'Ue sul tetto al prezzo del gas. Ok a 130 milioni di aiuti in Lituania contro la coercizione della Cina
Se le forniture oltre a Polonia e Bulgaria saranno tagliate anche ad altri paesi, i 27 sarebbero costretti a far scattare i piani di emergenza, compreso il razionamento del gas per le imprese con un forte impatto sulla crescita economica
La Russia ieri ha lanciato la prima offensiva della guerra del gas contro l'Unione europea, informando la Polonia e la Bulgaria che a partire dalle 8 di questa mattina le forniture di Gazprom saranno interrotte. Vladimir Putin ha deciso di aprire una nuova fase della sua escalation contro l'occidente impegnato nel sostegno all'Ucraina per difendersi dall'aggressione russa. Il primo obiettivo e la data dell'avvio della guerra del gas non sembrano scelti a caso. La Polonia è uno dei paesi europei in prima linea per la difesa dell'Ucraina, sia in termini di sanzioni sia per le forniture di armi. Inoltre, su iniziativa degli Stati Uniti, ieri si è tenuta una riunione dei paesi alleati nella base militare di Ramstein per accelerare la consegna di armi pesanti a Kyiv. Dopo molte esitazioni e tempo perso, il governo di Olaf Scholz ha annunciato che consegnerà carri-armati Ghepardo. L'interruzione delle forniture a Varsavia potrebbe avere un impatto anche sulla Germania, dato che una parte del gas russo transita sul territorio polacco. Il governo Scholz finora si è opposto non solo a un embargo immediato sugli idrocarburi russi per timore degli effetti dirompenti sulla sua economia. Il taglio del gas a Polonia e Bulgaria fa temere che altri paesi possano essere colpiti nei prossimi giorni. Ma andiamo con ordine.
Il più grande fornitore di gas in Polonia, PGNiG, ha annunciato di essere stato informato da Gazprom dell'interruzione a partire da oggi. Gazprom ieri aveva inviato un ultimatum alla Polonia per esigere il pagamento del gas in rubli, come previsto dal decreto firmato da Putin in rappresaglia alle sanzioni europee. "Posso confermare che abbiamo ricevuto queste minacce da Gazprom, che sono legate tra le altre cose alle modalità di pagamento", ha detto il premier polacco, Mateusz Morawiecki, in visita a Berlino: "La Polonia sta rispettando gli accordi (contrattuali) e forse la Russia cercherà di punire la Polonia". Secondo le autorità di Varsavia, anche le forniture russe a destinazione della Germania, che transitano dalla Polonia attraverso il gasdotto Yamal, sono interrotte. In serata, anche il ministero dell'Energia della Bulgaria ha detto di aver ricevuto una notifica simile sul taglio del gas da Gazprom.
Gli annunci di ieri hanno messo fine alla calma relativa delle ultime settimane sul prezzo del gas all'ingrosso, che nel pomeriggio si è impennato del 17 per cento. La Commissione europea la scorsa settimana era convinta di aver trovato una soluzione per continuare a effettuare i pagamenti e a ricevere le forniture, ma Putin ha deciso di usare il gas come arma nel suo conflitto con l'occidente. "La mossa di Gazprom di tagliare completamente le forniture di gas alla Polonia è un altro segnale della politicizzazione da parte della Russia degli accordi esistenti", ha detto il direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia, Fatih Birol. Prima dell'invasione dell'Ucraina, l'Ue riceveva circa il 40 per cento del suo gas dalla Russia. Se le forniture saranno tagliate anche ad altri paesi, i 27 sarebbero costretti a far scattare i piani di emergenza, compreso il razionamento del gas per le imprese con un forte impatto sulla crescita economica. Sul Foglio Micol Flammini spiega la strategia del ricatto di Putin.
Il ministro polacco dell'Ambiente, Anna Moskwa, ha assicurato che la "Polonia ha le riserve di gas e le fonti di approvvigionamento necessarie per proteggere la nostra sicurezza" con stoccaggi pieni al 76 per cento. "Non mancherà il gas nelle case polacche", ha assicurato Moskwa. La Polonia intende denunciare una violazione del contratto da parte della Russia, portando Gazprom davanti a un tribunale. Per i polacchi che avevano deciso di liberarsi dal gas russo entro la fine dell'anno, per certi aspetti, potrebbe essere un vantaggio, perché permette di denunciare i contratti. Uno dei problemi legati all'ipotesi dell'embargo sono i contratti di lungo periodo: fermare le importazioni non libera il cliente europeo dall'obbligo di pagare le forniture previste. Ma, prendendo di mira la Polonia e la Bulgaria alla prima occasione utile (cioè nel momento di pagare le forniture di febbraio e marzo), Putin invia di fatto un ultimatum a tutti gli altri stati membri. Per capire cosa c'è dietro alla pretesa di Putin farsi pagare in rubli va letto il documento di Maria Demertzis e Francesco Papadia del Bruegel: è un modo per il Cremlino per aggirare le sanzioni contro la Banca centrale russa.
Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di mercoledì 27 aprile, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.
La Germania annuncia di essere vicina all'indipendenza sul petrolio russo - Il ministro tedesco dell'Economia, Robert Habeck, ieri ha detto che la Germania è "molto più vicina all'indipendenza” dal petrolio russo rispetto all'inizio della guerra. "La situazione è tale che un embargo è diventato più gestibile per la Germania", ha detto Habeck, dopo un incontro con la polacca Anna Moskwa: "Un problema che sembrava grosso poche settimane fa ora è molto più piccolo". Secondo Habeck, le importazioni di petrolio russo oggi contano per il 12 per cento del totale in Germania contro il 35 per cento prima dell'inizio della guerra contro l'Ucraina. Il problema maggiore riguarda due raffinerie nella Germania dell'est che dipendono per il tipo di infrastruttura dalle importazioni dalla Russia. La raffineria di Schwedt è detenuta in parte del colosso russo Rosneft e alimentata dall'oleodotto russo Druzhba. Habeck si è detto convinto di poter trovare un'alternativa per le forniture di Schwedt "nei prossimi giorni". Sul Foglio Luciano Capone spiega perché le contraddizioni di Olaf Scholz su sanzioni e armi alimentano dubbi e retropensieri.
Che fine ha fatto l'embargo dell'Ue sul petrolio? - Le dichiarazioni di Habeck aprono la porta a un possibile embargo dell'Ue contro il petrolio russo. Ma c'è una certa agitazione nei corridoi della Commissione e del Consiglio sul sesto pacchetto di sanzioni. Sarebbe dovuto arrivare questa settimana, ma diverse voci lasciano intendere un rinvio alla prossima. La Commissione è impegnata a consultare i governi. Francesco Guarascio di Reuters spiega quali sono le diverse opzioni: dall'uscita graduale a restrizioni diversificate per il greggio che arriva via oleodotto o sulle petroliere, passando per un tetto sui prezzi o dei dazi da dirottare su un conto bloccato. Ieri il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha incontrato il premier polacco, Mateusz Morawiecki, e ovviamente i due hanno discusso dell'embargo sul petrolio. Nel frattempo, però, i precedenti pacchetti di sanzioni stanno già avendo un effetto sul greggio russo. Trafigura, uno dei trader più grandi al mondo nel settore dell'energia, ha annunciato che cesserà gli acquisti di petrolio dalla russa Rosneft per adeguarsi alle sanzioni dell'Ue. Dal 15 di maggio gli acquisti di petrolio da Rosneft e Gazprom saranno consentiti solo se “necessari” per assicurare “forniture critiche” all'Ue.
La Germania cambia idea sui carri armati all'Ucraina - Sotto pressione degli Stati Uniti, il governo di Olaf Scholz ieri ha deciso che inizierà a fornire carri armati Ghepardo all'Ucraina e che addestrerà soldati ucraini sul suo territorio. L'annuncio è stato fatto dal ministro della Difesa, Christine Lambrecht, in una riunione con una quarantina di paesi organizzata nella base di Ramstein dal segretario di Stato americano, Antony Blinken, e dal suo collega alla Difesa, Lloyd Austin, per aumentare il sostegno militare all'Ucraina. La Germania fornirà 50 carri armati Ghepardo, che hanno funzioni di contraerea. Tuttavia il governo Scholz non ha ancora sbloccato la fornitura di 88 carri armati Leopard, di 100 blindati Marder e di 100 obici semoventi PzH 2000. “Non abbiamo tempo da perdere, sono settimane decisive per la guerra", ha detto Lloyd Austin: “L'Ucraina crede chiaramente di poter vincere ed è così per tutti quelli che sono qui”. Sul Foglio Paola Peduzzi spiega tutti i dettagli del nuovo obiettivo fissato dagli Stati Uniti: Putin non deve vincere, la Russia “deve uscire indebolita”.
La Russia minaccia di smembrare l'Ucraina - Se l'occidente continuerà a sostenere l'Ucraina, il paese “sarà smembrato in diversi stati”, ha detto al quotidiano Rossiyskaya Gazeta Nikolai Patrushev, uno dei più fidati consiglieri di Vladimir Putin e Segretario del Consiglio di Sicurezza della Russia. Lo smembramento dell'Ucraina sarebbe il “risultato della politica dell'occidente e del regime di Kyiv che controlla”, ha minacciato Patrushev, accusando gli Stati Uniti di essere responsabili dei “tragici scenari delle crisi globali”. Nel frattempo, il ministro della Difesa russo ha minacciato il Regno Unito di una "risposta proporzionale" dopo che il governo di Boris Johnson ha affermato che l'Ucraina ha il diritto di attaccare obiettivi in Russia. Le forze armate russe sono "pronte per attacchi di rappresaglia con armi di lunga gittata ad alta precisione sui centri in cui queste decisioni vengono prese a Kyiv", ha detto il ministero della Difesa. Sul Foglio Micol Flammini spiega che dentro il Cremlino c'è una fronda, ma di quelli che dicono che il presidente è pavido e l'offensiva sul Donbas è troppo limitata.
L'Ue preoccupata per la Transnistria e la Moldavia - “Seguiamo con preoccupazione tutti gli sviluppi della guerra in Ucraina e possibili azioni in altri territori”, ha detto ieri il portavoce della Commissione, rispondendo a una domanda sul rischio che la guerra coinvolga la Transnistria, regione separatista della Moldavia al confine con l'Ucraina, dove negli ultimi due giorni sono stati registrati una serie di esplosioni contro palazzi e infrastrutture delle autorità locali. Il presidente della Moldavia, Maia Sandu, ha accusato “forze della regione” di volere la “destabilizzazione” del suo paese. “Questo mette la regione della Transnistria in una posizione vulnerabile e crea rischi per la Moldavia”, ha detto Sandu, dopo una riunione del consiglio nazionale di sicurezza. Sandu ha annunciato un rafforzamento delle pattuglie di frontiera e del livello di preparazione degli organismi responsabili dell'ordine pubblico. Il timore di alcuni osservatori occidentali è di un'operazione “false flag” da parte di Mosca per allargare il conflitto alla Moldavia, dopo che la Russia ha annunciato la possibilità di intervenire nella regione separatista per la repressione dei russofoni. Il presidente dell'auto-proclamata repubblica filorussa, Vadim Krasnoselsky, ha detto che “le tracce degli attacchi terroristici in Transnistria portano all'Ucraina".
Spagna e Portogallo annunciano un'intesa con l'Ue sul tetto al prezzo del gas - I ministri dell'Ambiente di Spagna e Portogallo hanno annunciato un “accordo politico” con la vicepresidente della Commissione, Margrethe Vestager, per introdurre un tetto al prezzo del gas usato per la produzione di energia elettrica. La spagnola Teresa Ribera e il portoghese Duarte Cordeiro hanno spiegato che i due paesi introdurranno un prezzo di riferimento di 50 euro per megawattora per i prossimi dodici mesi, con un tetto iniziale a 40 euro, per proteggere i consumatori dall'aumento dei costi energetici. Inizialmente Spagna e Portogallo avevano chiesto un tetto a 30 euro. Il meccanismo non dovrebbe avere un impatto sui prezzi in altri paesi dell'Ue dato che la penisola iberica ha interconnessioni limitate con il resto d'Europa.
Ok a 130 milioni di aiuti in Lituania contro la coercizione della Cina - La Commissione ieri ha approvato un programma da 130 milioni di euro di aiuti di stato della Lituania per sostenere le imprese colpite dalla guerra commerciale lanciata dalla Cina dopo che Vilnius ha permesso l'apertura di un ufficio di rappresentanza di Taiwan. Dallo scorso dicembre la Cina ha iniziato a imporre un embargo di fatto alle importazioni e esportazioni dalla Lituania o legate alla Lituania. Le imprese colpite da queste "restrizioni commerciali discriminatorie della Cina" potranno ricevere prestiti fino a 5 milioni di euro, ha annunciato la Commissione. Il programma è aperto alle imprese di tutti i settori, esclusa la finanza, l'agricoltura, il legname, la pesca e l'acquacultura. Gli aiuti dovrebbero consentire alle imprese di adattarsi alla nuova situazione di mercato e riorientare le loro strategie.
La Corte boccia la Commissione per la sua indulgenza su Schengen - La notizia rischia di passare inosservata data l'emergenza della guerra della Russia contro l'Ucraina, ma la Corte di giustizia dell'Ue ieri ha preso a schiaffi la Commissione per avere chiuso gli occhi di fronte alla decisione di diversi stati membri di reintrodurre i controlli alle frontiere ben oltre i limiti consentiti dal Codice Schengen. Il caso è finito davanti ai giudici di Lussemburgo grazie a una persona che si è vista infliggere una multa da 36 euro per aver rifiutato di esibire il passaporto al confine tra Slovenia e Austria ad agosto e novembre del 2019. Il governo di Vienna ha introdotto i controlli alle frontiere dalla metà di settembre del 2015 per la crisi dei migranti sulla rotta Balcanica, rinnovandoli ogni volta alla scadenza dei sei mesi previsti dal codice Schengen. La stessa cosa hanno fatto altri paesi europei e dell'area Schengen, (Germania, Danimarca, Svezia, Francia e Norvegia). La Commissione (prima quella di Jean-Claude Juncker, poi quella di Ursula von der Leyen) non ha mai voluto aprire procedure di infrazione. Secondo la Corte di giustizia dell'Ue, il ripristino temporaneo dei controlli alla frontiera per ordine pubblico o sicurezza interna "non può superare una durata massima totale di sei mesi. Se uno stato membro decide di applicare nuovamente questa misura deve esserci "una nuova minaccia grave" distinta da quella originale. Un portavoce della Commissione si è giustificato ieri, spiegando di aver sempre cercato soluzioni “politiche invece che azioni giuridiche”.
Il Regno Unito perde i fondi dell'European research council - Il Consiglio europeo della ricerca (Erc) ha inviato una lettera a 98 scienziati e accademici che operano nel Regno Unito per comunicare loro che non riceveranno i fondi per i loro progetti già approvati. La causa è la mancata ratifica dell'accordo di associazione del Regno Unito al programma di ricerca Horizon Europe da 80 miliardi di euro, a causa dei conflitti tra Londra e Bruxelles sul Protocollo sull'Irlanda del nord. “L'attuazione del Protocollo è parte integrante delle relazioni tra il Regno Unito e l'Ue”, ci ha detto un portavoce della Commissione, sottolineando che non c'è possibilità di “selezionare” tra un settore e l'altro. Un altro portavoce ci ha spiegato che gli scienziati e gli accademici i cui progetti sono stati approvati, se vogliono ricevere i fondi dell'Erc, possono trasferirsi in altre università o enti di ricerca dell'Ue. Per il Guardian, c'è il rischio di una fuga dei migliori cervelli dal Regno Unito.
Gli unionisti in difficoltà in Irlanda del nord - Il 5 maggio ci saranno elezioni locali nel Regno Unito che potrebbero essere decisive per il futuro di Boris Johnson come primo ministro. Di sicuro sarà decisivo per le relazioni tra il Regno Unito e l'Ue il voto in Irlanda del nord, dato il conflitto in corso sulla messa in opera del Protocollo irlandese. Secondo i sondaggi di LucidTalk per il Belfast Telegraph, le elezioni potrebbero segnare una vittoria dei nazionalisti del Sinn Féin (SF) e una disfatta del Partito democratico unionista (Dup) con conseguenze imprevedibili per il governo di Belfast. Il Sinn Féin arriverebbe in testa con il 26 per cento dei voti, in leggero calo rispetto al 27,9 per cento del 2017, mentre il Dup è accreditato del 19 per cento, quasi dieci punti in meno rispetto al 28,1 per cento del 2017. Il partito centrista dell'Alleanza per l'Irlanda del nord (né nazionalista, né unionista) supererebbe altri due partiti unionisti passando dal 9,1 per cento di cinque anni fa al 16 per cento.
Breton avverte Musk su Twitter - Sul Foglio spieghiamo che l'acquisto di Twitter da parte di Elon Musk consente all'Unione europea di rivendicare il suo ruolo di pioniere globale nella regolamentazione delle piattaforme digitali. L'operazione è stata annunciata tre giorni dopo l'intesa sul Digital Services Act che, insieme al Digital Markets Act (Dma), costituisce l'ossatura delle nuove normative per il settore digitale nell'Ue. Il commissario al Mercato interno, Thierry Breton, ne ha approfittato per lanciare un messaggio a Musk. “Che si tratti di automobili o di piattaforme digitali, ogni impresa che opera in Europa deve conformarsi alle nostre regole. E questo, qualunque sia l'azionariato”, ha detto Breton: “Musk lo sa molto bene” e “si adatterà rapidamente al Dsa”. Se non lo farà “ci sono sanzioni, il 6 per cento del fatturato, e se continua, il divieto di operare in Europa”, ha avvertito Breton.
La Corte dei conti critica la protezione della proprietà intellettuale - Secondo una relazione speciale della Corte dei conti dell'Ue, “il quadro giuridico dell’Ue non è efficace quanto potrebbe per proteggere la proprietà intellettuale”. Secondo i giudici contabili europei, i diritti di proprietà intellettuale sono cruciali per la competitività mondiale dell’Ue. I settori ad alta intensità di diritti di proprietà intellettuale generano quasi la metà (45 per cento) dell’attività economica per un valore di 6.600 miliardi di euro e quasi un terzo (30 per cento) dei posti di lavoro. Ogni anno i prodotti contraffatti comportano una perdita di vendite nell’economia legale pari a 83 miliardi. La Corte osserva che sono state adottate misure legislative e di sostegno per proteggere i marchi dell’Ue. Ma il quadro normativo per i disegni e i modelli è incompleto e obsoleto. Inoltre, non esiste un regime di protezione a livello dell’Ue per tutti i prodotti, perché il quadro sulle indicazioni geografiche non comprende i prodotti non agricoli. La Corte dei conti mette inoltre in discussione il meccanismo di tariffazione dell’Ue, osservando notevoli disparità tra le tasse europee e quelle applicate dalle autorità nazionali. Infine, secondo la Corte dei conti, la direttiva sul rispetto dei diritti di proprietà intellettuale non è applicata in maniera uniforme in tutta l’Ue.
Accade oggi in Europa
– Commissione: riunione settimanale del collegio dei commissari
– Commissione: conferenza stampa dei commissari Schinas e Johansson sul pacchetto sulla migrazione legale
– Commissione: conferenza stampa della vicepresidente Jourova sulla protezione dei giornalisti e dei difensori dei diritti umani contro i ricorsi legali abusivi
– Commissione: conferenza stampa della commissaria Kyriakides sulla preparazione e la reazione dell'Ue alla pandemia in futuro
– Servizio europeo di azione esterna: l'Alto rappresentante Borrell in Cile (fino al 1 maggio)
– Commissione: il commissario Varhelyi a Skopje
– Commissione: il commissario Sinkevičius in Brasile (fino al 30 aprile)
– Commissione: discorso della commissaria McGuinness alla Convenzione annuale dei mercati finanziari del Consiglio economico tedesco
– Consiglio: riunione del Coreper
– Corte di giustizia dell'Ue: sentenza su Airbnb e la trasmissione dei dati sul volume d'affari delle transazioni turistiche)
– Comitato delle regioni: conferenza stampa del presidente Apostolos Tzitzikostas insieme al sindaco di Kyiv, Vitali Klitschko, e al presidente del consiglio regionale di Kharkiv, Tetiana Yehorova-Lutsenko
– Comitato delle regioni: sessione plenaria (dibattito sull'Ucraina con i sindaci di Mariupol e Melitopol, i commissari Ferreira e Lenarcic e il sindaco di Roma Gualtieri; dibattito sui rapporti con il Regno Unito con il commissario Sefcovic)
– Eurostat: dati sulla mortalità e l'aspettativa di vita nel 2020