Europa Ore 7
Macron lancia la Comunità politica europea
Michel porta il 9 maggio europeo a Odessa sotto attacco, Orbán dice “no” a von der Leyen sull'embargo sul petrolio e saltano le sanzioni sulle navi europee che trasportano greggio russo. La Svezia decide il 15 maggio sulla Nato, tredici stati membri contro la revisione dei trattati
Dovrebbe associare l'Ue ai paesi che vogliono aderire (Ucraina, Moldavia, Georgia, i Balcani occidentali), ma anche quelli che sono usciti (il Regno Unito)
Il presidente francese, Emmanuel Macron, si è dato una nuova missione per il suo secondo mandato di cinque anni: dopo la sovranità europea del discorso della Sorbona, si apre il cantiere della Comunità politica europea del discorso di Strasburgo. E' una nuova organizzazione quella che ha proposto ieri Macron, durante la cerimonia di chiusura della Conferenza sul futuro dell'Europa. La “Comunità politica europea” dovrebbe associare l'Ue ai paesi che vogliono aderire (Ucraina, Moldavia, Georgia, i Balcani occidentali), ma anche quelli che sono usciti (il Regno Unito). Macron ha rievocato la Confederazione europea proposta da François Mitterrand nel 1989, fallita per l'opposizione di Germania e paesi dell'Est, questi ultimi contrari all'inclusione della Russia. I membri della “Comunità politica europea” di Macron dovrebbero essere "le nazioni europee democratiche che aderiscono alla nostra base di valori”. La cooperazione dovrebbe essere politica, di sicurezza, energetica, sui trasporti e sulla circolazione delle persone. Ma il sospetto è che sia la solita iniziativa francese per fermare l'allargamento.
“L'Ucraina con la sua lotta e il suo coraggio già oggi è membro di cuore della nostra Europa, della nostra famiglia e della nostra Unione”, ha detto Macron. “Ma, anche se concediamo domani lo status di candidato, sappiamo tutti perfettamente che il processo durerà diversi decenni”. Nel suo lungo discorso il presidente francese ha difeso la “differenziazione” e le “avanguardie” nella costruzione del progetto comunitario, citando la zona euro e Schengen, e ha chiesto di “non lasciare i più esitanti e i più scettici frenare”. Macron si è detto favorevole a un revisione dei trattati, per modificare la regola dell'unanimità in politica estera e sulle politiche fiscale e sociale. Un breve passaggio è stato dedicato anche alle regole del Patto di stabilità e crescita, che devono cambiare per inserire obiettivi come la piena occupazione e gli investimenti per il clima. “Di fronte a questo dovremo riformare i testi. E' evidente”, ha detto Macron: “Una delle vie di questa riforma è la convocazione di una Convenzione di revisione dei trattati. E' una proposta del Parlamento europeo e la approvo”. Macron ha annunciato che ci sarà una prima discussione al Consiglio europeo di giugno. Attenzione, però: come leggerete più sotto tredici stati membri hanno detto di essere contrari a discutere di revisione dei trattati.
Nel suo discorso Macron ha parlato a lungo della guerra della Russia contro l'Ucraina. Sul Foglio spieghiamo che il presidente francese ha cercato di proiettare l'immagine di “due modelli” e “due volti diversi” che si affrontavano il 9 maggio. A Mosca la commemorazione della vittoria sul nazismo durante la Grande guerra patriottica Vladimir Putin ha incarnato “dimostrazione di forza, intimidazione e discorso guerriero”. A Strasburgo per la festa dell'Europa e l'anniversario della dichiarazione Schuman c'era “un'associazione di cittadini e parlamentari per pensare insieme il nostro futuro”, ha detto Macron. “Oggi 9 maggio la libertà e la speranza nel futuro hanno il volto dell'Unione europea”, ha spiegato Macron. “E' in nome di questa libertà e speranza che sosteniamo e continueremo a sostenere l'Ucraina, il suo presidente, Volodymyr Zelensky, e tutto il popolo ucraino”. Ma sempre sul Foglio Micol Flammini spiega perché lo spettacolo del 9 maggio a Mosca è stato in versione ridotta: Putin ha messo al riparto i mezzi militari che gli servono nella guerra.
Per l'andamento della guerra, il passaggio più importante del discorso di Macron riguarda gli obiettivi nel conflitto. Nell'immediato “far cessare questa guerra il più rapidamente, fare in modo che l'Ucraina resista e la Russia non possa vincere, e preservare la pace sul resto del continente”, ha detto Macron. Ma “quando la pace tornerà sul suolo europeo, dovremo costruire i nuovi equilibri di sicurezza e non dovremo cedere mai alla tentazione né dell'umiliazione né dello spirito di vendetta”. Per il presidente francese, non si deve ripetere con la Russia l'errore fatto con la Germania dopo la Prima guerra mondiale. Ma l'umiliazione va evitata per fare la pace durevole con la Russia. Per il momento “siamo molto chiaramente al fianco dell'Ucraina per aiutare il popolo ucraino a resistere", ha spiegato Macron: “Sanzioniamo la Russia per fermare e limitare il suo sforzo di guerra. La nostra responsabilità è di ottenere un cessate il fuoco, senza che ci sia un'estensione del conflitto sul resto del territorio europeo”. Sul Foglio Luciano Capone spiega perché l'Italia è il solo paese a credere che Zelensky voglia cedere la Crimea e la Nato glielo impedisca.
Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di martedì 10 maggio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.
Michel porta il 9 maggio europeo a Odessa sotto attacco - Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, per la festa dell'Europa ha deciso di andare in Ucraina e più precisamente a Odessa, “la città in cui Puškin disse che si può sentire l'Europa” (come ha scritto lo stesso Michel su Twitter). “Era estremamente importante per me essere qui oggi. Questo è un giorno simbolico. E' importante dimostrare che non siamo intimiditi dalla Russia. La mia presenza qui è un simbolo del sostegno indefesso dell'Ue per l'Ucraina”, ha detto Michel in un collegamento in teleconferenza con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che era a Kyiv. Il presidente del Consiglio europeo ha incontrato il premier ucraino, Denys Shmyhal. Il loro faccia a faccia è stato interrotto da un attacco aereo nella regione di Odessa. Michel e Shmyhal hanno proseguito la loro discussione in un rifugio. “Grato per la visita di un vero amico dell'Ucraina”, ha detto il premier.
Orbán dice “no” a von der Leyen sull'embargo sul petrolio - La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ieri ha compiuto una visita non programmata a Budapest per cercare di convincere il premier, Viktor Orbán, a togliere il veto dell'Ungheria sul sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia. Tutto inutile. La discussione è stata “utile a chiarire questioni legate alle sanzioni e alla sicurezza energetica”, ha detto von der Leyen: “Abbiamo fatto progressi, ma è necessario ulteriore lavoro”. La presidente della Commissione ha deciso di convocare una videoconferenza con gli attori regionali per rafforzare la cooperazione regionale sull'infrastruttura petrolifera. Ma è difficile immaginare che l'Ungheria tolga rapidamente il suo veto al sesto pacchetto di sanzioni. Salterà l'embargo sul petrolio?
Saltano le sanzioni sulle navi europee che trasportano greggio russo - Mentre tutti gli occhi erano puntati sul veto dell'Ungheria, un'altra minaccia di veto – questa volta di Grecia, Cipro e Malta – ha avuto la meglio sul sesto pacchetto di sanzioni proposto dalla Commissione europea. La versione originale prevedeva il divieto per le navi che battono bandiera europea di trasportare petrolio russo. Nelle trattative del fine settimana era stata proposta una proroga di tre mesi. Ma non è bastato. Alla fine, dall'ultimo testo di compromesso è saltato il divieto per le petroliere europee che portano il greggio dalla Russia in giro per il mondo. Un diplomatico ci ha spiegato che, almeno in teoria, è solo un rinvio: la misura dovrebbe essere reintrodotta, quando gli paesi del G7 avranno adottato un divieto simile per le loro navi.
La Svezia decide il 15 maggio sulla Nato - Il Partito socialdemocratico al governo in Svezia deciderà la sua posizione sull'ingresso nella Nato domenica prossima. Lo ha annunciato all'Afp Julia Grabe, la portavoce dei socialdemocratici. La decisione è fondamentale per la scelta definitiva del premier, Magdalena Andersson, sulla candidatura all'Alleanza atlantica. I socialdemocratici hanno tradizionalmente una politica di non allineamento alla Nato. Nel momento in cui cresce il consenso all'adesione tra l'opinione pubblica e gli altri grandi partiti a causa dell'invasione russa dell'Ucraina, il via libera dei socialdemocratici è considerato come l'ultimo ostacolo per fare il grande passo. Il Financial Times racconta tutti i tormenti dei socialdemocratici svedesi sulla Nato, aggravati dalla volontà della Finlandia di andare avanti con l'adesione.
Tredici stati membri contro la revisione dei trattati - Emmanuel Macron aveva appena finito di parlare ieri, chiudendo i lavori della Conferenza sul futuro dell'Europa con le sue 49 proposte di revisione dei trattati, che tredici paesi hanno pubblicato un non paper per dire “no”. Bulgaria, Croazia, Repubblica ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Romania, Slovenia e Svezia hanno detto di essere contrari a "tentativi sconsiderati e prematuri di lanciare un processo verso la modifica del trattato. Questo comporterebbe un rischio serio di sprecare energia politica dagli importanti compiti di trovare soluzioni alle questioni per le quali i nostri cittadini si aspettano risposte e di gestire le sfide geopolitiche urgenti che l'Europa ha di fronte. Il messaggio ai partecipanti della Conferenza sul futuro dell'Europa non può essere più chiaro: grazie e arrivederci.
Von der Leyen ambigua sulla revisione dei trattati - La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ieri ha iniziato il uso discorso di chiusura della Conferenza sul futuro dell'Europa, citando Ursula Hirschmann, moglie di Eugenio Colorni e Altiero Spinelli (con cui ha trascorso una parte di confino a Ventotene), ebrea, europea, fuggita dalla Germania nazista, oppositrice del nazismo e del fascismo, federalista europea prima di tutti gli altri. Ecco la frase di Hirschmann: "Dobbiamo pensare e pianificare un'Europa unita come se ogni giorno fosse possibile crearla immediatamente, rigettando la stanchezza di quelli che la rinviano sempre a domani". Ci si poteva aspettare un po' di coerenza e un cambio di rotta sulla revisione dei trattati, a cui von der Leyen in passato si è opposta. Invece, la presidente della Commissione ha deciso all'ultimo momento di mantenere tutta la sua ambiguità. "Ci avete detto dove volete che questa Europa vada. Ora tocca a noi prendere la strada più diretta per arrivarci (…) o arrivando ai limiti di ciò che possiamo fare all'interno dei trattati – oppure, sì, modificando i trattati se necessario", ha detto von der Leyen. Nel testo che era stato fatto circolare prima del discorso, il passaggio era leggermente diverso. Von der Leyen avrebbe dovuto dire: "E sì, modificando i trattati DOVE necessario". Solo il testo pronunciato fa fede. E così la sua posizione è “Oppure, sì, modificando i trattati SE necessario".
Von der Leyen annuncia i panel dei cittadini per la legislazione Ue - In compenso, anche senza riforma dei trattati, Ursula von der Leyen ha promesso di instaurare un nuovo meccanismo di consultazione dei cittadini per le principali proposte legislative della sua Commissione. "Proporrò di dare in futuro ai panel di cittadini il tempo e le risorse per formulare raccomandazioni prima di presentare alcune proposte legislative chiave”, ha detto von der Leyen. I panel dei cittadini sono i forum tematici in cui cittadini estratti a sorte hanno discusso delle varie proposte da avanzare alla plenaria della Conferenza sul futuro dell'Europa. In realtà la Commissione ha già una serie di procedure strutturate per sentire il parere dell'opinione pubblica e dei portatori di interessi. SI chiamano "consultazioni pubbliche", dove cittadini e organizzazioni possono esprimere il loro parere sul campo di applicazione, le priorità e il valore aggiunto delle nuove iniziative proposte dalla Commissione o sulle valutazioni di politiche e norme vigenti. Tra ieri e oggi si sono chiuse quelle sulla legge europea sui semiconduttori, il nuovo quadro per i brevetti essenziali, le nuove norme sui pacchetti turistici, l'agenda europea per l'innovazione. Qui c'è l'elenco completo.
Gentiloni annuncia nubi per le previsioni economiche - Il commissario all'Economia, Paolo Gentiloni, ieri ha annunciato che la prossima settimana le previsioni economiche per l'Ue e i suoi stati membri saranno tagliate a causa della guerra russa in Ucraina. "E' chiaro che la guerra avrà un impatto economico significativo e che le nostre previsioni dovranno essere tagliate", ha detto Gentiloni in un discorso alla Lisbon School of Business and Economics in occasione della festa dell'Europa Gentiloni ha lasciato la porta aperta alla possibilità di mantenere sospese le regole del Patto di stabilità e crescita. "Dobbiamo mantenere politiche fiscali agili e reattive, in gran parte come abbiamo fatto durante la pandemia", ha spiegato il commissario. Dopo le previsioni economiche la prossima settimana, "la Commissione fornirà linee guida aggiornate per la politica fiscale nel 2023" durante il mese di maggio, ha annunciato Gentiloni.
Lagarde rifiuta di adeguare all'inflazione gli stipendi alla Bce - La presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, ha rigettato la richiesta del personale della sua istituzione di adeguare gli aumenti di salario all'inflazione. Lo scoop è di Bloomberg, che ha visto una mail interna inviata allo staff della Bce. Rispondendo ai sindacati interni, Lagarde dice di comprendere che alcuni siano "delusi" dall'aumento di stipendio per il 2022, ma gli aggiustamenti futuri devono essere "ragionevoli". Per Lagarde, "indicizzare i salari all'inflazione non è auspicabile".
Accade oggi in Europa
– Sesta Conferenza sul futuro della Siria e della regione
– Parlamento europeo: audizione del direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'eneria atomica, Rafael Mariano Grossi, alla sottocommissione Sicurezza e difesa
– Parlamento europeo: presentazione del rapporto annuale sullo stato dell'impunità nel modno con Gianfranco dell'Alba e Orsola Casagrande alla sottocommissione Diritti umani
– Parlamento europeo: dibattito sull'influenza degli Emirati Arabi Uniti nel processo decisionale dell'Ue con Nicola Giovannini, Rula Jebreal e Shelby Grossman alla sottocommissione Diritti umani
– Parlamento europeo: audizione pubblica sull'uso dei regimi speciali fiscali nell'Ue da parte degli oligarchi russi alla sottocommissione Fisco
– Parlamento europeo: audizione della commissaria Urpilainen alla commissione Sviluppo
– Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza
– Eurostat: stime sul commercio di materiali riciclati nel 2021; dati sul trasporto di passeggeri aerei ad aprile del 2022