Europa Ore 7
La nuova architettura di sicurezza europea
L'Ungheria chiede di escludere gli oleodotti dall'embargo, Draghi svela l'ambiguità della Commissione sul pagamento in rubli e l'Ue vuole criminalizzare chi aggira le sanzioni (per confiscare i beni). I giovani europei hanno paura della guerra e vogliono un'Ue più forte
La guerra di Vladimir Putin sta servendo da catalizzatore a una trasformazione, ma in una direzione risolutamente transatlantica, opposta ai vecchi sogni francesi di autonomia dagli Stati Uniti
Il discorso di Emmanuel Macron lunedì a Strasburgo sarà ricordato per le sue proposte di rivedere i trattati per abolire l'unanimità e creare una nuova Comunità politica europea che includa paesi extra-Ue, dall'Ucraina al Regno Unito. Politici e esperti di think tank hanno già iniziato a discutere se quello di Macron sia solo l'ennesimo tentativo di imporre vecchi progetti gollisti (e mitterrandiani) al resto del continente. La sua richiesta di "non umiliare la Russia" una volta che la pace sarà tornata sul continente ha creato un certo malessere. Quel che è stato meno notato è ciò che mancava nel discorso del presidente francese. Contrariamente a quanto fatto nel suo primo mandato, Macron non ha lanciato attacchi più o meno espliciti alla Nato e non ha riproposto l'idea di una nuova architettura di sicurezza europea che includa la Russia.
La guerra di Vladimir Putin sta servendo da catalizzatore alla trasformazione dell'architettura di sicurezza europea, ma in una direzione risolutamente transatlantica, opposta ai vecchi sogni francesi di autonomia dagli Stati Uniti. Finlandia e Svezia, due stati membri dell'Ue che avevano scelto di rimanere non-allineati, si preparano a entrare nella Nato. La Danimarca, un membro dell'Ue che aveva scelto di stare fuori dalla Difesa europea, voterà per rinunciare all'opt-out. Il Regno Unito, un paese che ha lasciato l'Ue, offre garanzie di sicurezza a Finlandia e Svezia in attesa di entrare nell'Alleanza atlantica.
Ieri il premier britannico, Boris Johnson, ha annunciato che il suo paese offrirà garanzie di sicurezza alla Svezia e alla Finlandia in caso di aggressione, tra il momento in cui presenteranno domanda di adesione all'Alleanza atlantica e l'effettivo ingresso nella Nato. La decisione di Stoccolma e Helsinki sulla Nato è imminente. Il Partito socialdemocratico svedese, al governo in Svezia, si esprimerà domenica. Il premier Magdalena Andersson finora si è mostrata prudente, ma i principali partiti d'opposizione sono favorevoli all'ingresso nell'Alleanza atlantica. Il presidente e il premier finlandesi, Sauli Niinisto e Sanna Marin, faranno conoscere pubblicamente la loro posizione questa mattina, dopo che la commissione Difesa del Parlamento ha dato il suo parere positivo martedì. Svezia e Finlandia potrebbero presentare formalmente domanda di adesione alla Nato già la prossima settimana. Una risposta positiva dovrebbe arrivare al Vertice dell'Alleanza atlantica a Madrid il 29 e 30 giugno.
L'aggressione di Putin all'Ucraina ha letteralmente spinto Svezia e Finlandia nelle braccia della Nato. Dal 24 febbraio l'Ue ha fatto passi inediti – sanzioni senza precedenti, l'uso della Peace facility per stanziare 1,5 miliardi in forniture di armi all'Ucraina – ma non è in grado di proteggere i suoi membri da un'aggressione. La sicurezza vera c'è solo con l'ombrello degli Stati Uniti. I socialdemocratici svedesi sono sul punto di rompere con l'eredità di Olof Palme. In Finlandia c'è stato un totale ribaltamento dell'opinione pubblica, che oggi si dice favorevole all'ingresso della Nato con il 76 per cento dei cittadini favorevoli (e due terzi dei parlamentari). La svolta è arrivata malgrado la minaccia del Cremlino di “conseguenze” in caso di domanda di adesione. Sul Foglio Luciana Grosso spiega perché con la Finlandia la Nato ha una marcia in più.
Una delle preoccupazioni dei governi svedese e finlandese sono le potenziali rappresaglie di Putin prima di essere entrati e beneficiare dell'articolo 5 della Nato. Incontrando Johnson ieri, Andersson ha parlato espressamente del “periodo grigio” che intercorre tra la domanda di adesione e l'ingresso nell'Alleanza. Secondo i media locali, l'amministrazione Biden avrebbe fornito a entrambi garanzie di sicurezza. Ieri Johnson ha firmato due veri e propri accordi di “assicurazioni di sicurezza reciproche”. Anche Norvegia, Danimarca e Islanda - tutti membri della Nato - stanno lavorando a una dichiarazione comune con Svezia e Finlandia per promettere sostegno militare in caso di aggressione prima dell'ingresso.
La nuova architettura di sicurezza europea, tuttavia, non è solo l'Alleanza atlantica. Semmai è la Nato che va mano nella mano con un'Ue della difesa sempre più solida. Almeno questo è il calcolo della Danimarca, che finora si era sempre tenuta lontana dalla cooperazione sulla difesa europea, grazie a un opt-out ottenuto con il trattato di Maastricht. Dopo l'aggressione della Russia dell'Ucraina, i partiti della maggioranza di governi e alcuni dell'opposizione hanno firmato un nuovo accordo che prevede - tra le altre cose - di rinunciare all'opt-out. A marzo è stato convocato un referendum per il primo di giugno per entrare alla Politica comune di sicurezza e difesa.
Secondo un sondaggio Epinion, il 58 per cento degli elettori danesi voterà "sì" alla rinuncia all'opt-out sulla difesa dell'Ue. La tendenza è confermata da un altro sondaggio di Megafon per Politiken, secondo il quale i "sì" si attestano al 59 per cento (ma il numero degli incerti rimane alto). In un'intervista a Bloomberg, il ministro degli Esteri, Jeppe Kofod, ha spiegato che “la sicurezza si è spostata nel cuore dell'Europa perché la guerra e la minaccia per le nostre democrazie sono (tornate) nel nostro stesso continente”. E' anche una questione di soldi: l'Ue investirà molto di più per la sua difesa. “Spenderemo tutti di più negli anni a venire in difesa e sicurezza per scoraggiare la Russia e proteggere i nostri valori”, ha detto Kofod.
Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di giovedì 12 maggio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.
L'Ungheria chiede di escludere gli oleodotti dall'embargo - Il governo di Viktor Orbán ieri ha chiesto di escludere gli oleodotti dall'embargo sul petrolio della Russia per togliere il veto al sesto pacchetto di sanzioni dell'Ue contro la Russia. Secondo il ministro degli Esteri, Peter Szijjarto, i colloqui di Orbán con Ursula von der Leyen e Emmanuel Macron “ci hanno chiarito che Bruxelles o la Commissione non hanno una proposta in grado di affrontare l'effetto della bomba nucleare che un embargo petrolifero contro la Russia avrebbe sull'economia ungherese. Se Bruxelles è seriamente intenzionata a introdurre questo embargo, è possibile solo se si escludono le forniture tramite gasdotti", ha detto Szijjarto. La videoconferenza che von der Leyen aveva promesso per uscire dallo stallo è stata nuovamente rinviata (la presidente della Commissione è a Tokyo per il summit Giappone-Ue). Gli ambasciatori dei ventisette al Coreper di ieri hanno affrontato il tema solo brevemente. “La discussione ora è a livello politico”, ci ha detto un diplomatico europeo. E potrebbe atterrare sul tavolo dei ministri degli Esteri nella loro riunione di lunedì.
Meno gas dalla Russia verso l'Europa ma niente panico - L'Europa ieri ha ricevuto meno gas dalla Russia, dopo che l'Operatore ucraino ha bloccato uno dei due punti di accesso dell'infrastruttura che garantisce le forniture verso i paesi europei, denunciando "prelievi illegali" da parte delle forze di occupazione russe. Gazprom ha rifiutato di dirottare tutto il gas verso il secondo punto di accesso e annunciato che le forniture all'Europa sarebbero passate da 95,8 milioni di metri cubi martedì a 72 milioni di metri cubi ieri. La Germania ha detto di aver constatato un calo del 25 per cento delle consegne di gas. Gli ucraini hanno parlato di un calo del 18 per cento. Ma, almeno per ora, niente panico. Un portavoce del governo tedesco ha assicurato che "la sicurezza degli approvvigionamenti" è garantita, in particolare grazie a un aumento delle forniture dalla Norvegia. Il prezzo europeo del gas è sceso del 3,5 per cento.
Draghi svela l'ambiguità della Commissione sul pagamento in rubli - Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ieri si è detto “fiducioso” che le società europee potranno continuare a pagare in rubli per le forniture di gas di Gazprom. “Per una ragione stupida forse”, ha ammesso Draghi in una conferenza stampa a Washington, secondo quanto riportato dall'Ansa: “Non c'è nessuna dichiarazione ufficiale che i pagamenti (in rubli) violino le sanzioni, quindi è una zona grigia”. Draghi ha spiegato che la Germania “ha già pagato in rubli e la maggior parte degli importatori di gas hanno già aperto conti in rubli”. Le parole di Draghi gettano luce sull'approccio ambiguo scelto dalla Commissione che, in un documento inviato alle capitali in aprile, non aveva citato il pagamento in rubli, lasciando ampio margine di discrezionalità a governi e società. Il problema è che da allora la Commissione ha più volte detto che il meccanismo previsto in un decreto firmato da Vladimir Putin il 31 marzo va contro le sanzioni. Nei prossimi giorni è atteso un nuovo documento per chiarire la posizione della Commissione. A proposito della visita del presidente del Consiglio a Washington, in un editoriale Il Foglio spiega come Draghi è riuscito a tenere unite Nato e Europa in questi primi mesi di guerra.
L'Ue vuole criminalizzare chi aggira le sanzioni (per confiscare i beni) - La Commissione sta preparando una proposta per inserire nella lista dei reati dell'Ue l'aggiramento delle sanzioni e permettere così agli stati membri di confiscare i beni degli oligarchi. L'obiettivo finale - ci ha detto il commissario alla Giustizia, Didier Reynders, in conferenza stampa - è quello di finanziare la ricostruzione dell'Ucraina con i proventi dei beni confiscati. “Lavoriamo effettivamente a uno strumento europeo che permetterebbe la confisca ovunque nell'Ue, quando c'è aggiramento delle sanzioni: il fatto di aggirare sarebbe un reato”, ci ha spiegato Reynders. Per ora i beni delle persone sulla lista nera dell'Ue vengono solo congelati “Quello che vogliamo fare è andare alla confisca”, ma presuppone un reato o un legame con attività criminali”, ha detto Reynders. L'obiettivo, una volta avvenuta la confisca, “è di chiedere agli stati membri di mettere le risorse in un fondo comune che potrebbe finanziare le vittime, con un sostegno agli ucraini e all'Ucraina”. A proposito di ricostruzione dell'Ucraina. Oggi è giovedì e sul Foglio esce il nuovo numero della rubrica “EuPorn - il lato sexy dell'Europa”, che è la sorella maggiore di questa newsletter. Paola Peduzzi e Micol Flammini spiegano l'obiettivo della ricostruzione di un’Ucraina più europea.
I giovani europei hanno paura della guerra e vogliono un'Ue più forte - Due terzi dei giovani europei temono che la guerra potrebbe arrivare in Europa nei prossimi cinque anni, secondo un sondaggio realizzato da ThinkYoung (un think tank con focus sui giovani). Oltre il 60 per cento degli intervistati pensa che i paesi dell'Ue dovrebbero aumentare le spese militari. Circa il 50 per cento sostiene la creazione di un esercito europeo. Se la maggior parte degli intervistati è contraria ad un intervento militare in Ucraina, esiste una significativa minoranza (44 per cento) che vedrebbe con favore un intervento anche in caso di un maggiore rischio di un conflitto nucleare con la Russia. Oltre i tre quarti degli intervistati si dicono a favore di un regime di forti sanzioni contro Mosca. In Italia questa percentuale è del 70 per cento.
Lagarde lascia intravedere il rialzo dei tassi a luglio - La presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, ieri ha lasciato intendere che un rialzo dei tassi di interesse potrebbe avvenire già nel mese di luglio per combattere l'inflazione nella zona euro. In un discorso a Lubiana, Lagarde ha ribadito che l'aumento dei tassi ci sarà solo dopo la fine del programma di acquisto titoli e ha difeso nuovamente un approccio "graduale" alla normalizzazione della politica monetaria. Ma, se negli scorsi mesi, aveva parlato di un rialzo "giorni, settimane o mesi" dopo la fine del Quantitative easing, ieri ha offerto un arco temporale più preciso: "Un periodo di sole poche settimane". Gli osservatori della Bce ritengono che ci sia ormai un consenso (o quasi) dentro il Consiglio dei governatori per alzare i tassi a luglio. Nel frattempo, il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, ieri ha avvertito che "non si deve sottovalutare il pericolo della stagflazione".
La Commissione propone sconti fiscali per gli apporti di capitali - Il commissario Paolo Gentiloni ieri ha presentato la proposta di introdurre nell'Ue incentivi per ridurre la distorsione a favore del debito rispetto al capitale proprio per aiutare le imprese ad accedere ai finanziamenti. Dietro all'acronimo Debra c'è una misura per accordare al capitale proprio lo stesso trattamento fiscale applicato al debito. La proposta prevede che gli aumenti del capitale proprio di un contribuente da un esercizio fiscale al successivo siano deducibili dalla base imponibile, analogamente a quanto accade per il debito. L'attuale distorsione delle norme fiscali rischia incoraggiare l'indebitamento eccessivo delle imprese per finanziare la loro crescita. L'indebitamento totale delle società non finanziarie nell'Ue nel 2020 ammontava a quasi 15.000 miliardi di euro, pari al 111 per cento del pil. “Vogliamo stimolare la ripresa delle start-up e delle Pmi innovative in tutta l'Ue”, ha spiegato Gentiloni: “La nostra proposta aiuterà le imprese a costituire capitali più solidi, rendendole meno vulnerabili e più propense a investire e ad assumere rischi”.
Nuove regole per la commercializzazione a distanza di servizi finanziari - Il commissario alla Giustizia, Didier Reynders, ieri ha presentato le nuove norme che l'Ue intende adottare sulla commercializzazione a distanza di servizi finanziari ai consumatori. L'obiettivo è garantire un accesso più agevole al diritto di recesso di 14 giorni nei contratti a distanza sui servizi finanziari (gli intermediari dovranno fornire un pulsante di recesso all'atto della vendita di tali servizi per via elettronica). Ci saranno norme chiare sul contenuto, le modalità e la tempistica delle informazioni precontrattuali (compresi eventuali costi occulti o rischi connessi ai servizi finanziari). Sono previste misure per garantire trasparenza nei sistemi automatizzati ("roboadvice" o "chatbot), con la possibilità per i consumatori di richiedere l'intervento di un operatore quando non ritengono pienamente soddisfacente l'interazione con tali strumenti online. Le norme si applicheranno anche alle criptovalute. La proposta della Commissione conferisce maggiori poteri alle autorità competenti e prevede sanzioni più severe (anche il 4 per cento del fatturato annuo).
La Commissione vuole una legge dell'Ue contro gli abusi online sui minori - La Commissione ieri ha presentato una nuova proposta per la prevenzione e la lotta contro gli abusi sessuali online sui minori, che prevede l'obbligo per i fornitori di servizi di individuare, segnalare e rimuovere il materiale pedopornografico presente nei loro siti. I fornitori dovranno valutare e attenuare il rischio che i loro servizi vengano utilizzati impropriamente e dovranno prendere misure proporzionate al rischio. Un nuovo Centro indipendente dell'Ue sugli abusi sessuali su minori faciliterà l'azione dei fornitori di servizi in questo senso fungendo da polo di competenze, fornendo informazioni affidabili sui materiali identificati, ricevendo e analizzando le segnalazioni, inoltrando quelle che necessitano un'azione giudiziaria e dando sostegno alle vittime. Le autorità nazionali potranno emettere ordini di rimozione nel caso in cui il materiale pedopornografico non venga cancellato rapidamente. Il fornitore di accesso a internet sarà inoltre tenuto a disabilitare l'accesso a immagini e video che è impossibile cancellare, ad esempio perché ospitati al di fuori dell'Ue in giurisdizioni non collaboranti. Le nuove norme, inoltre, imporranno agli app store di fare in modo che i minori non possano scaricare applicazioni a rischio elevato di adescamento.
Ecdc e Easa tolgono le mascherine da aerei e aeroporti - Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e l'Agenzia europea per la sicurezza dell'aviazione (Easa) ieri hanno aggiornato le linee guida e le raccomandazioni per il Covid-19, dando il via libera alla fine dell'obbligo di indossare mascherine sugli aerei e negli aeroporti a partire dal 16 maggio. "Anche se rimangono rischi, abbiamo visto che gli interventi non farmaceutici e i vaccini hanno permesso di iniziare il ritorno alla normalità", ha detto il direttore del'Ecdc, Andrea Ammon. "E' un sollievo per tutti noi poter finalmente raggiungere una fase nella pandemia in cui possiamo iniziare a allentare le misure di sicurezza sanitaria", ha detto il direttore esecutivo di Easa, Patrick Ky. L'uso delle mascherine rimane comunque raccomandato in diversi casi, come per le persone vulnerabili.
L'Ue chiede un'inchiesta indipendente sull'uccisione di Shireen Abu Akleh - L'Unione europea ieri ha condannato "con fermezza" l'uccisione della giornalista di Al Jazeera, Shireen Abu Akleh, a Jenin, mentre era in corso un intervento dell'esercito israeliano, senza tuttavia attribuire responsabilità per l'accaduto. "È essenziale che un'indagine approfondita e indipendente chiarisca quanto prima tutte le circostanze" e "che i responsabili siano assicurati alla giustizia", ha detto un portavoce del Servizio europeo di azione esterna, diretto da Josep Borrell: "È inaccettabile prendere di mira i giornalisti mentre svolgono il loro lavoro". Ieri il premier palestinese, Mohammad Ibrahim, era in visita al Parlamento europeo. In un intervista a Brahim Maarad dell'Agi, ha accusato Israele di condurre una politica “sparare per uccidere”.
Il Tribunale dell'Ue infligge uno schiaffo a Berlusconi - Il Tribunale dell'Ue ieri ha bocciato un ricorso presentato da Silvio Berlusconi e Fininvest contro una decisione con cui la Banca centrale europea aveva negato l'acquisizione di una partecipazione qualificata in Banca Mediolanum da parte dello stesso Berlusconi. Secondo i giudici di Lussemburgo, Berlusconi non soddisfaceva il requisito di onorabilità applicabile ai detentori di partecipazioni qualificate a causa della sua condanna nel 2013 per frode fiscale.
Vittime sulla strada giù del 17 per cento nel 2020 - Nel 2020 il numero di persone decedute in incidenti sulla strada nell'Ue è sceso del 17 per cento rispetto al 2019, secondo i dati pubblicati ieri da Eurostat. Il calo record (da 22.755 a 18.786) è dovuto in gran parte all'impatto dei lockdown per il Covid-19. Nel 2020 il 44 per cento delle persone decedute sulle strade erano automobilisti, il 19 per cento pedoni, il 16 per cento motociclisti, il 10 per cento ciclisti. Il restante 11 per cento include categorie come gli autisti di mezzi pesanti e autobus o persone alla guida di monopattini. Rispetto alla popolazione, gli stati membri con un tasso di fatalità sulle strade più basso sono Svezia (20 vittime ogni milione di abitanti), Malta (23) e Danimarca (29), mentre quelli con il tasso più alto sono Romania (85), Lettonia (73 e Bulgaria (67). Per l'Italia il tasso di fatalità è di 40 vittime ogni milione di abitanti, appena sotto la media dell'Ue di 42 vittime ogni milione di abitanti.
Correzione (con mea culpa!) su Scholz e il Protocollo irlandese della Brexit - Nell'edizione di ieri abbiamo attribuito al cancelliere tedesco, Olaf Scholz, delle parole che non ha detto sul Protocollo irlandese dell'accordo Brexit. Il duro avvertimento al Regno Unito sulla sospensione dell'accordo post Brexit in caso di sospensione del Protocollo era stato lanciato dal premier belga, Alexander De Croo. E' lui che, in una conferenza stampa con Scholz, ha detto: “Se quell'accordo venisse revocato, penso che l'intero sistema verrà revocato". La fretta e una disattenzione hanno causato l'errore. Ce ne scusiamo con i lettori.
Accade oggi in Europa
– Summit Giappone-Ue con Michel e von der Leyen
– Commissione: conferenza stampa della commissaria Valean sulle misure per facilitare il trasporto di merci dall'Ucraina
– Servizio europeo di azione esterna: l'Alto rappresentante Borrell partecipa alla riunione dei ministri degli Esteri del G7 a Weissenhaus in Germania
– Parlamento europeo: prima assemblea di partnership parlamentare Ue-Regno Unito
– Parlamento europeo: dibattito con il ministro degli Esteri della Finlandia Pekka Haavisto alla commissione Esteri
– Parlamento europeo: audizione dei commissari Kyriakides e Breton alla commissione speciale Covid-19
– Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sul lavoro interinale e le ferie retribuite; sentenza sulla posizione dominante di Enel; sentenza sulla qualità dell'aria in Italia
– Eurostat: dati sulle ore di lavoro nel 2021