Europa Ore 7

Cina e Russia resuscitano il Ttip Ue-Usa

David Carretta

“Le relazioni tra Bruxelles e Pechino sono molto complesse. Abbiamo avuto recentemente un summit complicato. Dobbiamo fare i conti con il fatto che il Dragone stia prendendo una posizione ambigua sull'aggressione del Cremlino in Ucraina", dice Dombrovskis

Il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, ieri ha reagito agli Xinjiang Police Files denunciando “l'enorme dipendenza dell'economia tedesca dal mercato cinese” e chiedendo di “differenziare le nostre relazioni commerciali” per privilegiare i rapporti con gli Stati Uniti e con il Canada. Gli Xinjiang Police Files sono migliaia di documenti interni del regime cinese, pubblicati da un gruppo di giornali internazionali (tra cui il Monde), che rivelano la politica totalitaria di persecuzione della minoranza uigura. “Le immagini degli Xinjiang Police Files sono scioccanti. Una cosa è certa: dobbiamo parlare con i funzionari cinesi della situazione dei diritti umani in ogni occasione. Una cosa è chiara: non ci devono essere cedimenti basati dei nostri interessi economici”, ha detto Lindner su Twitter. “In questo contesto, l'enorme dipendenza dell'economia tedesca dal mercato cinese è particolarmente deprimente. Dovremmo ratificare immediatamente il Ceta e avviare colloqui con altri partner di valore come gli Stati Uniti per differenziare le nostre relazioni commerciali”, ha detto Lindner.


Tra le righe dei due tweet di Lindner si possono leggere due messaggi rilevanti per l'Ue. Il primo è l'intenzione di una parte della classe dirigente tedesca di procedere a un graduale disaccoppiamento economico della Cina, nel momento in cui la Cina sta procedendo a un disaccoppiamento economico e strategico dall'occidente. Con Angela Merkel Berlino aveva coltivato la cooperazione economica e politica con Pechino. Uno degli ultimi atti dell'ex cancelliera era stata la conclusione di un controverso accordo sugli investimenti tra l'Ue e la Cina, che ha come obiettivo di facilitare ulteriormente l'accesso delle imprese tedesco all'enorme mercato dell'Impero di mezzo. Nel governo di Olaf Scholz, i verdi hanno posizioni molto più critiche su Pechino. Il ministro degli Esteri, Annalena Baerbock, ieri ha chiesto chiarimenti sugli Xinjiang Police Files in una conversazione telefonica con il suo omologo cinese, Wang Yi. Ma l'aspettativa iniziale era che Scholz avrebbe proseguito con la politica filo-cinese di Merkel, privilegiando gli interessi economici della Germania. Il posizionamento di Lindner ieri mette in discussione questo assunto: la vecchia guardia della Spd, già in minoranza sulla Russia, difficilmente può resistere all'offensiva dei due soci verdi e liberali.

Ieri, durante la conferenza stampa al termine della riunione dell'Ecofin, abbiamo chiesto al vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, cosa pensa del disaccoppiamento dalla Cina. La linea della Commissione finora era stata coerente con la politica cinese di Merkel: “Assolutamente no al decoupling”. Dombrovskis ci ha risposto in modo più ambiguo. “Le relazioni tra Ue e Cina sono molto complessa. Abbiamo avuto recentemente un summit complicato Ue-Cina. Dobbiamo fare i conti con il fatto che la Cina sta prendendo una posizione ambigua sull'aggressione della Russia in Ucraina. Ma ci sono aree in cui dobbiamo cooperare con la Cina, quando dobbiamo affrontare sfide globali come il cambiamento climatico” o “la riforma dell'Organizzazione mondiale del commercio”. Dombrovskis ha confermato che a settembre la Commissione presenterà una proposta legislative per vietare le importazioni nel mercato unico di merci prodotte con il lavoro forzato. Nel mirino c'è il trattamento degli uiguri nello Xinjiang. Da quel che abbiamo capito, complice la guerra della Russia contro l'Ucraina, il tabù della Commissione sul disaccoppiamento dalla Cina sta cadendo.

Il secondo messaggio che si può leggere nelle righe del tweet di Lindner è la volontà della Germania di rilanciare il progetto del Transatlantic Trade and Investment Partnership: l'accordo di libero scambio Ttip tra Ue e Stati Uniti che si è cercato di negoziare fino all'arrivo di Donald Trump, ma che era già in difficoltà anche prima per le reticenze di alcuni governi europei e la contrarietà di diversi movimenti sociali. Dentro la Commissione c'è un gruppo di commissari che vorrebbe resuscitare il progetto (anche se cambiandogli il nome). Ma con le elezioni presidenziali in Francia non era possibile. Ma l'embrione di un futuro Ttip potrebbe essere il Consiglio tecnologia e commercio che l'Ue ha messo in piedi con l'Amministrazione Biden. Questo organismo, composto da decine di gruppi di lavoro, si è riunito due volte per risolvere dispute commerciali e coordinare la politica transatlantica in risposta ai comportamenti predatori della Cina. Il Consiglio tecnologia e commercio ora si sta concentrando sulla Russia ed è stato particolarmente utile per coordinare le sanzioni occidentali. Alcuni ritengono che tornerà alla sua funzione originaria per contenere le ambizioni economiche di Pechino. Altri pensano che, se l'Amministrazione Biden starà al gioco, potrebbe servire a resuscitare il Ttip.

A spingere per un riaccoppiamento economico delle democrazie transatlantiche è anche il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, traendo le lezioni dalla guerra russa. "Abbiamo lavorato sodo per creare un'economia globale, ma dobbiamo capire che la libertà è più importante del libero commercio e che la protezione dei valori è più importante dei profitti”, ha detto ieri Stoltenberg al Forum economico mondiale di Davos: “Non dobbiamo barattare la sicurezza di lungo termine con vantaggi economici di breve respiro, sia che si tratti della dipendenza dagli idrocarburi o dell'export dell'Intelligenza artificiale. Questo vale per la Russia ma anche per la Cina, regimi autoritari che non condividono i nostri valori”.

 


Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di mercoledì 25 maggio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


 

Orbán irremovibile sull'embargo sul petrolio russo - L'Unione europea è sempre più lontana da un accordo sull'embargo sul petrolio della Russia, dopo che il premier ungherese, Viktor Orbán, ha scritto al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, per chiedergli che il sesto pacchetto di sanzioni sia tolto dall'ordine del giorno del vertice dei capi di stato e di governo del 30 e 31 maggio. “Discutere a livello di leader in assenza di un consenso sarebbe controproducente”, ha scritto Orbán: “Non farebbe altro che mostrare le nostre divisioni interne, senza offrire una possibilità realistica di risolvere le nostre differenze”. L'Ungheria mantiene il veto all'embargo nonostante molte concessioni dall'Ue. Di fronte al muro di Orbán, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha detto a Politico.eu di non farsi “false aspettative” su un accordo sulle sanzioni al vertice di lunedì e martedì. Michel non sembra aver ancora rinunciato del tutto. In un editoriale Il Foglio spiega che serve un'alternativa: concedere a Orbán un'esenzione totale sul petrolio russo, ma imporre a Orbán un embargo totale dei finanziamenti dell'Ue.

Orbán dichiara lo stato d'emergenza per la guerra - A proposito di Orbán, ieri il premier ungherese ha dichiarato lo stato d'emergenza per la guerra in Ucraina, utilizzando una norma appena approvata dal Parlamento di Budapest che dà al governo "margine di manovra e poteri per reagire immediatamente" alle conseguenze del conflitto. L'annuncio è stato fatto da Orbán sulla sua pagina Facebook. L'obiettivo è "salvaguardare gli interessi di sicurezza nazionale dell'Ungheria, assicurarci di stare fuori dalla guerra e proteggere le famiglie ungheresi", ha detto Orbán. Il suo governo annuncerà le prime misure nel corso della giornata di oggi.

Von der Leyen accusa la Russia di usare il cibo come arma - Il presidente russo, Vladimir Putin, sta "utilizzando la fame e il grano per affermare il suo potere", ha detto ieri la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, al Forum economico mondiale di Davos. "Abbiamo visto la Russia usare le forniture di energia come un'arma" e "vediamo lo stesso scenario nel settore della sicurezza alimentare", ha spiegato von der Leyen. Attualmente 20 milioni di tonnellate di grano sono bloccate in Ucraina dalle “navi da guerra russe nel Mar Nero”. Von der Leyen ha accusato "l'esercito del Cremlino" di confiscare gli stock di cereali e di bombardare "deliberatamente i silos di grano in tutta l'Ucraina". La Russia ha anche sospeso le sue esportazioni come "forma di ricatto" per "scambiare grano contro sostegno politico", ha detto von der Leyen. La presidente della Commissione ha annunciato un'iniziativa insieme all'Egitto e il suo presidente Abdel Fattah al Sisi per assicurare la sicurezza alimentare. Von der Leyen ha anche ribadito che “l'Ucraina deve vincere questa guerra e l'aggressione voluta da Putin deve concludersi con una fallimento strategico”.

Convogli militari per sbloccare il grano da Odessa - In attesa dell'evento von der Leyen-al Sisi, sta iniziando a farsi strada un'altra idea per liberare il grano ucraino: una coalizione di volenterosi per una forza navale che tolga il blocco al porto di Odessa e scorti le navi cariche di grano fuori dal Mar Nero. E' questa la proposta che ha lanciato il ministro degli Esteri della Lituania, Gabrielius Landsbergis, nel momento in cui Vladimir Putin è accusato di usare la fame come arma nella sua guerra contro l'Ucraina. I corridoi di solidarietà via terra (strada e ferrovia) proposti dalla Commissione non risolveranno il problema. Secondo Landsbergis, la risposta deve essere "una missione umanitaria non-militare", ma con navi e aerei militari, "per assicurare che le forniture di grano possano lasciare Odessa in sicurezza e raggiungere il Bosforo senza interferenza russa". Serve "una coalizione dei volenterosi: paesi con potenza navale significativa per proteggere le rotte di navigazione", ha detto Landsbergis al Guardian. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha detto di aver discusso ieri con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, “degli sforzi per sbloccare i porti di mare dell'Ucraina”. Sul Foglio spieghiamo i dettagli dei piani per i convogli militari per sbloccare Odessa e il grano ucraino.

Oggi le proposte per confiscare i beni degli oligarchi russi - La Commissione oggi presenterà le sue proposte per facilitare la confisca da parte degli stati membri dei beni congelati degli oligarchi, funzionari, militari e propagandisti russi sanzionati dall'Ue. In diversi stati membri non è possibile procedere alla confisca e alla vendita dei beni, che attualmente sono solo congelati, senza un collegamento con un reato penale. La Commissione proporrà una direttiva per inserire l'aggiramento delle sanzioni nella lista degli eurocrimini. Inoltre metterà sul tavolo una proposta per la confisca e vendita. Ma la proposta dovrebbe limitarsi a colpire chi cerca di aggirare le sanzioni. La confisca delle riserve della Banca centrale russa per il momento è esclusa per ragioni giuridiche. Del resto, ieri a Davos, Ursula von der Leyen è stata molto prudente. "Per la ricostruzione dell'Ucraina "non dobbiamo escludere nessuna possibilità incluso, se possibile, usare i beni russi", ha detto von der Leyen.

Via libera alla liberalizzazione degli scambi con l'Ucraina - Il Consiglio dell'Ue ieri ha adottato il regolamento che consente la liberalizzazione temporanea degli scambi e altre concessioni commerciali sui prodotti dall'Ucraina. Tutte le esportazioni ucraine verso l'Unione europea saranno esenti da dazi all'importazione. Vengono abolite anche le quote sui prodotti agricoli e i prodotti agricoli trasformati. Sarà sospesa la riscossione dei dazi antidumping (in particolare per l'acciaio). La decisione è valida per un anno. L'obiettivo è sostenere l'Ucraina durante la guerra russa. Secondo alcuni osservatori, questo regolamento avrà un impatto molto significativo in termini di avvicinamento dell'Ucraina all'Ue.

L'Austria non si opporrà alla concessione dello status di candidato - Nelle scorse settimane, il governo austriaco aveva espresso la sua contrarietà alla richiesta di adesione dell'Ucraina all'Ue. Il ministro per gli Affari europei, Karoline Edstadler, lunedì ha segnalato un cambio di rotta. "Ci aspettiamo nelle prossime settimane la dichiarazione (opinione, ndr) della Commissione Ue sulla domanda di adesione dell'Ucraina. Se la Commissione Ue darà il via libera, l'Austria non si metterà di traverso", ha detto Edstadler, chiedendo di "non dimenticare i Balcani occidentali" e di fare "passi ulteriori nei negoziati di adesione con Albania e Macedonia del nord". Nel frattempo, anche la Francia ha riaperto uno spiraglio sulle speranze ucraine di ottenere lo status di candidato. Il ministro per gli Affari europei, Clément Beaune, che pochi giorni fa aveva parlato di 10-20 anni per l'adesione, ieri si è detto convinto che "l'Ucraina sarà parte dell'Ue. Sappiamo con onestà che servirà tempo e in questo tempo non possiamo permetterci semplicemente di aspettare. Dobbiamo alimentare la speranza europea", ha detto Beaune.

L'ex presidente pro-russo in Moldavia arrestato - L'ex presidente pro-russo della Moldavia, Igor Dodon, ieri è stato arrestato nell'ambito di un'inchiesta per tradimento e corruzione, nel momento in cui aumentano i timori che il paese possa essere trascinato nella guerra della Russia contro l'Ucraina. L'accusa è di aver accettato finanziamenti illecito. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha detto che che la Russia è "preoccupata" per l'arresto.

La Corte restaura l'immunità di Puigdemont e degli altri deputati catalani - Il vicepresidente della Corte di giustizia dell'Ue ieri ha emesso un'ordinanza provvisoria con la quale ha restaurato l'immunità parlamentare di Carles Puigdemont, Antoni Comín e Clara Ponsatí, che era stata revocata dal Parlamento europeo su richiesta della Spagna. Sui tre eurodeputati indipendentisti catalani pende un mandato d'arresto europeo per il referendum del 2017. Il vicepresidente della Corte di giustizia ha annullato una precedente decisione del Tribunale dell'Ue. Una delle motivazioni costituisce uno schiaffo particolarmente pesante per il Parlamento europeo e i gruppi politici che hanno votato la revoca dell'immunità. “La condotta del relatore e del presidente della commissione Affari giuridici riguardo ai ricorrenti è, prima facie, tale da dimostrare faziosità e pregiudizio personale verso di loro”. Il relatore era il bulgaro Angel Dzhambazki, dello stesso gruppo del partito di estrema destra nazionalista Vox. Il presidente della commissione Affari giuridici, era lo spagnolo di Ciudadanos Adrián Vázquez Lázara. In sostanza, l'accusa della Corte di giustizia al Parlamento europeo è di aver fatto prevalere le ragioni politiche su quelle giuridiche nella revoca dell'immunità.

Un Ecofin per quasi nulla - La riunione dei ministri delle Finanze dell'Ue ieri non ha prodotto grandi risultati. L'accordo sulla tassazione minima delle multinazionali è stato rinviato al prossimo incontro dell'Ecofin il 17 giugno, dopo che la Polonia ha confermato il suo veto. Il ministro francese delle Finanze, Bruno Le Maire, ha confermato che, prima di dare il via libera, Varsavia vuole assicurarsi l'approvazione del suo piano di Recovery da parte della Commissione. L'Ecofin ha discusso anche degli aiuti finanziari all'Ucraina. Le Maire ha spiegato che c'è “unanimità nel sostenere l'Ucraina da un punto di vista finanziario e in tempi rapidi”, ma restano “da definire le modalità tecniche” sui 9 miliardi di euro promessi dalla Commissione.

La Polonia avrà il suo Recovery a giorni o settimane - La Commissione sta per dare il via libera al piano nazionale di ripresa e resilienza della Polonia, malgrado il governo di Varsavia non abbia ancora rispettato tutte le condizioni poste da Ursula von der Leyen lo scorso anno sull'indipendenza della giustizia. “Sul Pnrr polacco, il lavoro è in corso. Stiamo per finalizzare questo lavoro. Le questioni difficili aperte riguardano l'indipendenza della giustizia. Ma stiamo finalizzando questo lavoro”, ha detto ieri il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis. “Visti gli incidenti passati, non posso dirlo con certezza al 100 per cento, ma è fattibile finalizzare questo lavoro nei prossimi giorni o settimane”, ha spiegato Dombrovskis. Secondo le indiscrezioni che abbiamo raccolto, l'approvazione da parte della Commissione dovrebbe avvenire la prossima settimana. Tra gli obiettivi e i traguardi da realizzare entro fine giugno per ottenere il primo esborso degli oltre 35 miliardi di euro del Recovery fund, la Polonia dovrà aver completato la riforma della Camera disciplinare dei giudici.

I falchi della Bce vogliono mezzo punto di tassi in più già a luglio - Dopo che Christine Lagarde ha annunciato un calendario per uscire dai tassi di interesse negativi entro la fine del terzo trimestre - con un primo rialzo di un quarto di punto a luglio e un secondo a settembre - i falchi del Consiglio dei governatori della Bce sono tornati all'attacco. Il presidente della Banca centrale lettone, Martins Kazaks, ha detto a Bloomberg che un aumento di mezzo punto a luglio dovrebbe essere discusso. Il suo omologo austriaco, Robert Holzmann, ha spiegato che sarebbe una mossa "appropriata" perché "segnalerebbe ai mercati che abbiamo capito che dobbiamo agire". In precedenza anche l'olandese Klaas Knot non aveva voluto escludere un rialzo di mezzo punto. Ma secondo il francese Francois Villeroy de Galhau "un aumento di 50 punti base non è parte del consenso a questo punto".

Acquisti comuni di vaccini contro il vaiolo? - Di fronte all'aumento dei casi di vaiolo delle scimmie, l'Unione europea potrebbe lanciare acquisti comuni di vaccini contro il vaiolo come accaduto per i vaccini contro il Covid-19. Il direttore del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, Andrea Ammon, ha detto al Financial Times che la Commissione sta "guardando a cosa può essere fatto in modo centralizzato". Gli acquisti comuni sono "una delle opzioni", ma "i paesi stanno anche esplorando cosa possono fare bilateralmente", ha detto Ammon.

 


Accade oggi in Europa

Consiglio europeo: il presidente Michel in visita in Svezia e Finlandia

Commissione: riunione del collegio dei commissari

Commissione: conferenza stampa dei commissari Schinas, Reynders e Johansson sul pacchetto relativo alle sanzioni penali in caso di violazione delle misure restrittive

Commissione: i commissari Timmermans, Schmit e Hahn partecipano al World Economic Forum

Banca centrale europea: discorso della presidente Lagarde al World Economic Forum

Banca centrale europea: discorso di Fabio Panetta sulla normalizzazione della politica monetaria

Parlamento europeo: la presidente Metsola partecipa al World Economic Forum

Consiglio: riunione del Coreper

Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza

Eurostat: stime sul commercio di rifiuti; dati sull'asilo a febbraio 2022; dati sull'uso dell'intelligenza artificiale nelle imprese nel 2021