Giovani di tutta Europa, unitevi!
Mentre Roma e Bruxelles danno un pessimo esempio di cos'è l'Europa e i sedicenti sovranisti straparlano, una nuova generazione di giovani europeisti sta prendendo piede in molti paesi europei, Italia inclusa. Sono in gamba, uniti e hanno l'Europa nel cuore. A chi ha orecchie per ascoltare converrà farlo
Giovani di tutta Europa, unitevi! Unitevi e liberatevi! Da falsi profeti, da finti maestri. Siddharta! Non v’è nulla se non in voi stessi che vi darà la forza di un nuovo inizio. È tempo di lasciare i libri nella polvere e oliare l’armatura arrugginita. Il passato è inutile, a tratti pernicioso. E il futuro non esiste. Mentre il presente, quello sì, è già vostro. I barbari sono alle porte: l’Europa ha bisogno di voi, un’altra volta, l’ennesima volta. Contro i balbettanti dal linguaggio incomprensibile e sgradevole. Agitatori di folle, affabulatori di luoghi foresti sconosciuti allo spirito europeo. Dominatori, anziché educatori delle masse, espressione del lato più oscuro del nostro continente. Solo un umanesimo militante, così scolpito da Thomas Mann nelle radici dell’Europa, potrà redimerci: «un umanesimo che scopra la propria virilità e si saturi della convinzione che il principio della libertà, della tolleranza e del dubbio non deve lasciarsi sfruttare e sorpassare da un fanatismo che è senza vergogna».
Dottrine e ideologie non servono più. Ci sono più cose nei vostri cuori, o giovani amici, di quante voi ne possiate sognare in pedanti filosofie. A voi, eredi della pace, l’Europa s’è rivelata: in tutta la sua potenza e in tutta la sua Bellezza. Che va ricercata, perseguita, poiché essa, benché mai completamente raggiunta, è manifestazione ultima della nostra civiltà, eterna. Di cui va portato il drappo con orgoglio, consapevoli di quello che siamo: una moltitudine di popoli in una lingua di terra rivolta al mondo. La geografia ci ha collocato nel mezzo di molti mari e di molti luoghi e la storia ha fatto il resto. Di che cosa noi europei dovremmo quindi avere paura? Di nulla! Abbiamo nel sangue la stessa predisposizione dei nostri padri a uno sguardo curioso e risoluto verso il più lontano degli orizzonti.
Non v’è sfida che noi popoli europei, uniti in una comunanza di intenti e ideali, non possiamo affrontare con successo. Non lasciate dunque che il sogno europeo cada senza speranza nelle fauci di politicanti, burocrati e piccolissimi uomini. Andate a riprendervelo, senza esitazioni, senza badare a niente e nessuno. I cattivi consiglieri si celeranno dietro a ogni angolo, ingannevoli, pronti ad avvelenarvi cuore e orecchio. Ma uniti li affronterete e ancora più dolci saranno le vostre conquiste. Siete voi l’unica speranza di questo continente, perché siete migliori della generazione che vi ha preceduto. Una generazione viziata, dimentica del progresso, del sacrificio, stordita da tempi troppo facili, in cui tutto è stato dovuto e scontato. Una generazione che oggi tenta subdolamente di rialzare i muri che i loro stessi padri hanno abbattuto. Ora voi sapete qual è la posta in gioco. Sapete che cosa avete da perdere. Perciò, nella primavera di tempi migliori, bisogna lottare e non arrendersi, fino all’alba di una nuova Europa.
Il Foglio sportivo - in corpore sano