Tre libri per Natale (e tre per tutta la vita)
Arpino, Canetti e Veneziani. Poi Dante, poi basta…
Che cosa mettiamo non sotto il nostro albero di Natale, ma sotto quello degli altri, si spera, mostrando un po’ di generosità che resta latente, piuttosto inespressa, durante il resto dell’anno? Ho visto con sommo piacere e un po’ d’invidia gli amici Foglianti esercitarsi con due belle paginate di consigli utili, di desideri e di sogni, alcuni destinati ad avverarsi, altri a restare tali. I sogni belli, cantava Sergio Endrigo, non si avverano mai.
Io, sotto l’albero di Natale degli altri, metto libri, rigorosamente libri. Sarò noioso, ma al cuor non si comanda. Tre libri per Natale e tre per tutta la vita. Per Natale: La suora giovane di Giovanni Arpino, perché è un capolavoro del suo genere, secondo Moravia, un capolavoro di finezza e di scrittura secondo me; Il libro contro la morte di Elias Canetti, perché non è mai troppo tardi comprenderla per combatterla e rifiutarla (inutilmente); Imperdonabili. Cento ritratti di maestri sconvenienti di Marcello Veneziani, perché contestare e andare oltre la propria epoca, risultando inattuali, è ancora il sale dell’essere.
E i tre libri per la vita? Inferno, Purgatorio e Paradiso di Dante, perché ha ragione Giuliano Ferrara quando chiede, conoscendo la risposta, «che abbiamo noi al mondo, ai mondi, noi di questo mondo e quell’altro, più che Dante Alighieri e la sua Commedia?». Abbiamo tante altre cose, ma nessuna che la valga e le si avvicini, neppure lontanamente. È vero che rileggere Sermonti o, meglio, Sermonti che legge Dante è un’esperienza travolgente, ma io voglio regalare la fonte, voglio che amici e amiche corrano a dissetarsi alla fonte principale. Le mediazioni mi preoccupano e un po’ mi allarmano, anche se davanti a Sermonti, alla serietà e alla bravura di Sermonti, religiosamente m’inchino.
Il Foglio sportivo - in corpore sano