Jacques Lacan, uno, nessuno e centomila
Siamo sommersi dai libri di Lacan e su Lacan. Eccone alcuni, pubblicati in anni diversi, ma tutti da leggere perché aiutano a comprendere la grandezza dello psicoanalista francese, innovatore di una disciplina da sempre in crisi e da sempre in vita. Anche grazie a lui…
Leggere e rileggere Lacan e i testi su Lacan. Uno, nessuno e centomila Lacan. Se leggerlo vuol dire addentrarsi nei suoi Seminari per scrutare a fondo, a Dio piacendo, il suo percorso psicoanalitico, rileggerlo vuol dire rivolgersi e affidarsi a chi l’ha letto, studiato, pensato di averlo compreso abbastanza per restituirne almeno in parte i segni della sua grandezza. È sempre uno spettacolo passare da ciò che ha detto Lacan a ciò che avrebbe detto, da ciò che ha lasciato attraverso i Seminari a ciò che è stato interpretato dai suoi allievi, dai suoi seguaci, dagli psicoanalisti che alla sua opera hanno fatto e continuano a fare riferimento. Un Maestro ha la necessità, direi l’obbligo, di essere tradito e in tanti non sono mancati all’appuntamento. Io non scrivo di chi tradisce o meno, scrivo dei libri che mi appassionano, che ritengo importanti, se non decisivi, per una segnalazione, per una sollecitazione, per un invito al lettore ad andare oltre in una ricerca, che se è davvero ricerca, non può avere fine. Di Lacan e su Lacan ho già scritto. Oggi riapro con voi alcuni libri, senza ordine cronologico. Per piacere, per diletto e perché …non posso farne a meno.
Intanto, Élisabeth Roudinesco con Jacques Lacan. Profilo di una vita, storia di un sistema di pensiero. Ha ragione l’editore Raffaello Cortina quando scrive che «è la prima biografia completa di un grande innovatore, che ha dominato con eccezionale maestria scienza del linguaggio, filosofia, psicoanalisi». Oggi che di innovare si ha paura, oggi che le vette del pensiero sono difficilmente raggiungibili, oggi che la ricerca dell’assoluto è diventata ricerca dell’indifferenza, il libro di Roudinesco aiuta ad accostare una figura di valore eccelso, a misurarsi anche con le contraddizioni di una vita piena e ben spesa.
Sempre per i tipi di Raffaello Cortina, Massimo Recalcati ha inizialmente utilizzato l’insegnamento di Lacan per proporre L’uomo senza inconscio. Figura della nuova clinica psicoanalitica, poi ha dedicato allo psicoanalista francese due volumi di ampio respiro. Nel primo, Jacques Lacan. Desiderio, godimento e soggettivazione, ha trattato la follia di Narciso e il gesto di Caino, la dialettica del simbolico, i Nomi del padre, desiderio e godimento, il processo di soggettivazione, l’altro sesso e la contingenza dell’incontro d’amore, per chiudere con la pratica dell’arte e la sublimazione; nel secondo, Jacques Lacan. La clinica psicoanalitica: struttura e soggetto, ha indagato con estrema perizia il bambino lacaniano, la clinica delle psicosi e della schizofrenia, la paranoia, nevrosi e fantasma, la clinica dell’isteria, della nevrosi ossessiva, la volontà di godimento nella perversione e la direzione della cura analitica. Scrive Recalcati: «Della psicoanalisi si può dire tutto quello che si vuole, ma non fare tutto quello che si vuole, ha dichiarato una volta Lacan. La responsabilità dell’analista e della sua parola è messa alla prova dall’incontro con un’esistenza lacerata, smarrita, sofferente a causa dei suoi sintomi, affossata nella ripetizione maligna del godimento mortale che però domanda di avere una seconda possibilità. È questa una delle definizioni più belle e più semplici che Lacan ha dato della psicoanalisi. A che cosa serve una psicoanalisi? gli chiede qualcuno: a offrire “l’opportunità di ripartire”, risponde Lacan».
Fabrizio Palombi con Jacques Lacan, edito da Carocci, introduce al pensiero lacaniano esaltando il confronto con grandi intellettuali (Merleau-Ponty, Sartre, Kojève, Bataille, Heidegger, Jakobson, Lévi-Strauss, Derrida, Althusser) e artisti (Breton, Queneau, Dalí, Picasso), mentre Slavoj Žižek con Leggere Lacan. Guida perversa al vivere contemporaneo, legge Lacan e legge Shakespeare, legge Lacan e legge Nietzsche, insieme ad altri testi filosofici e letterari.
Introduzione alla psicoanalisi lacaniana di Diego Mautino, edito da biblink, è un agile ma serio studio che si snoda attraverso lezioni tenute presso l’Università degli Studi di Cassino. Avverte l’autore: «Perché psicoanalisi lacaniana? Lacan ha reinventato la psicoanalisi per le generazioni del dopoguerra così che, se oggi questa praxis non può fare a meno del suo insegnamento, viste le confusioni diffuse dall’omologazione imperante, la scelta futura che si profila è: le psicoterapie (anche dette psicoanalitiche) o la psicoanalisi lacaniana. Che cosa è la psicoanalisi e qual è il principio del suo potere? Questa potrebbe essere la questione sottesa a questo libro e condivisa insieme agli psicoanalisti che nel mondo lavorano nel Campo lacaniano. Per le novità che la psicoanalisi apporta ad altre discipline, riguarda anche i non analisti».
Quando scrivo su Lacan non riesco a fare a meno di Colette Soler. Vi ho già presentato alcuni suoi lavori ma, per le Edizioni Praxis del Campo lacaniano, sono imperdibili il Seminario X di Jacques Lacan. L’angoscia e Commento della “Nota Italiana” di Jacques Lacan. Le pagine dedicate alla metafora del vaglio, alla buona ventura, all’orrore di sapere e all’entusiasmo valgono molto di più del prezzo del biglietto. Soler è la dimostrazione che Lacan non può essere letto a freddo o, comunque, senza un ausilio. Purché sia un ausilio credibile.
Anche Mimesis è un editore che non molla la presa su Lacan, grazie ad alcuni autori intelligenti che lo fanno rivivere e vivere. Mi riferisco a Matteo Bonazzi che, dopo aver scritto Lacan e le politiche dell’inconscio. Clinica dell’immaginario contemporaneo, ha curato insieme a Daniele Tonazzo, Lacan e l’estetica. Lemmi, con una interessante postfazione di Fulvio Carmagnola. Stefano Monetti, invece, ha affidato a Silvana Borutti la prefazione del suo Jacques Lacan e la filosofia, dov’è possibile (ri)percorrere la legge e il desiderio, Kant avec Sade, Lacan attraverso Kant, Lacan e Heidegger, l’angoscia tra filosofia e psicoanalisi, Kojève e Koyré, per giungere oltre il simbolico: la Jouissance.
Se poi volete cogliere Lacan per via di sette conversazioni, Lacan, oggi, di Sergio Benvenuto e Antonio Lucci è un libro che consente, con un dialogo franco e aperto, di sostare con il personaggio e l’artista, di valutare Lacan nel pensiero contemporaneo e di rispondere alla domanda di tutte le domande: si può essere lacaniani oggi? Lacan avrebbe risposto: siate pure lacaniani, se volete. Io sono freudiano.
Chiudo, per ora, poiché chiudere con Lacan ce n'est pas possible, con Silvia Lippi. La decisione del desiderio. Etica dell’inconscio in Jacques Lacan, sempre da Mimesis, spiega che «il desiderio è innanzitutto desiderio di sapere di più sul desiderio, in particolare sulla causa che lo mette in moto e che lo mantiene vivo in ciascuno. Il desiderio è poros, apertura, nel senso dell’apertura sull’essere : il desiderio apre l’interrogativo su ciò che è specifico di ogni soggetto, sulla singolarità di ciascuno».
Chi dovesse, dopo la lettura dei testi citati, sentirsi lacaniano, dovrebbe prontamente abbonarsi alla Rivista La Psicoanalisi, edita da Astrolabio. Il numero 6, in memoriam di Judith, la figlia di Lacan scomparsa due anni fa, presenta Il rovescio di Lacan, di Jacques-Alain Miller ; James Joyce, auctor, di Antonio Di Ciaccia ; Dedalus, di Nadia Fusini; La funzione dell’ego nella formazione cattolica, dello stesso Lacan, ed altri pregevoli articoli sulla relazione ideale tra lo psicoanalista francese e il grande scrittore irlandese. Fine. Per oggi…
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