Nicla Vassallo, per non annegare
L’ultimo libro della filosofa genovese, attraverso i supporti razionali, aiuta, appunto, a non annegare, a non farsi risucchiare dall’ignoranza, a distinguere la falsità dalla verità, che non è mai la propria verità, ad esaltare lo scetticismo. Compito di chi pratica la filosofia è mettersi in discussione, invitare alla critica, provocarla persino, non temendo le obiezioni
Se siete stanchi del molto nulla che affiora sugli scaffali delle librerie, rivolgetevi a Nicla Vassallo. Non annegare. Meditazione sulla conoscenza e sull’ignoranza, edito da Mimesis, è in effetti una meditazione che rigenera la mente depurandola dalle tante tossine accumulate. Una meditazione sul filosofare, sulla brutalità, sul conscio, l’inconscio e lo stupido, sui demoni, sulla verità, sulle conoscenze scientifiche, sulle donne e su tanto altro, nelle pieghe di tanto altro, poiché “codesto volume ha richiesto anni di pensieri, scritture, molteplici riscritture. Fatica del vivere e dello scrivere. E, soprattutto, dell’arrischiarmi a comunicare tematiche estremamente specialistiche in uno stile comprensibile, e non affrontare e criticare nel dettaglio l’ultimo articolo epistemologico uscito. […] Il volume è stato scritto contro l’incremento esponenziale di ignoranza (ipocrisia? Sfruttamento?) da cui man mano si viene a essere quotidianamente accerchiati, senza quasi accorgersene”.
Nicla Vassallo ha il dono naturale della filosofa, sa mettersi in discussione, invitare alla critica, provocarla persino, non temendo le obiezioni, tanto che “di ciò mi sentirei appagata, ovvero del fatto che in voi, lettrici e lettori, questo breve volume riesca a suscitare abbondanti e intense obiezioni. Ogni critica, quando ben costruita, e non radicata sull’invidia, rimane sempre costruttiva, positiva, e dovrò affrontarla per comprendere meglio”.
Pensate: il paragrafo-capitoletto che riguarda il filosofare è di tre paginette e mezza, ma ha la pregnanza di un trattato e stabilisce le coordinate dell’intero volume, che è un volume di filosofia e lo si assimila partendo da queste imperdibili tre paginette e mezza, dov’è scritto che cosa è filosofia. Aggiunge l’autrice: “La filosofia è occidentale, mentre tutte le altre, che si spacciano o vengono spacciate quali filosofie, altro non sono che religioni. E occorre distinguere nettamente la filosofia dalla religione, anche nel caso in cui si faccia filosofia della religione. Tornando ai nostri inizi occidentali, la filosofia consiste in metafisica e teoria della conoscenza (o epistemologia, dal greco ἐπιστήμη, epistème e λόγος, logos). Da molto giovane ho studiato all’estero entrambe, per poi scegliere di approfondire la teoria della conoscenza, con integrazioni metafisiche. Tra i principali compiti della filosofia considero: quello di comprendere quali credenze risultino, in un certo senso, meritevoli, virtuose (in termini tecnici ‘giustificate’) al fine di aspirare alla verità oggettiva e di trasformarsi in conoscenze; quello di argomentare bene; quello di sollevare con costanza dubbi”.
Sulla scia di Wittgenstein, per il quale “filosofare è respingere argomentazioni sbagliate”, per Vassallo “filosofare significa produrre argomentazioni. Un’argomentazione è costituita da premesse, da un ragionamento, da conclusioni. Occorre chiedersi se l’argomentazione è interessante, ovvero se produce conclusioni rilevanti. Se sì, la prendiamo in considerazione in modo critico, stabilendo la validità delle premesse e del ragionamento. Ecco, in fondo, filosofare si manifesta in questo. Banale e intricato al contempo”.
Il filosofare appartiene a ogni essere umano, tutti gli essere umani hanno domande filosofiche, ma non basta, in quanto “si deve al filosofo, o perlomeno al buon filosofo, la capacità di sollevare queste domande e rispondere a esse in modo chiaro e articolato. Per esempio, prendiamo atto di un problema tra i molteplici, con cui alcuni esseri umani si confrontano, da conoscenti, non da ignoranti: il significato, o lo scopo, dell’esistenza. È il buon filosofo a presentare le capacità speculative per approfondire e sviscerare il significato e lo scopo dell’esistenza, in modo compiuto e condivisibile. Non vi è solo il filosofo, certo. Basti nominare Bachman, Leopardi, Merini, Musil, Tolstoj, Woolf. Un qualcosa è però indicare, o pure precisare, il significato dell’esistenza, altra fornire supporti razionali in grado di giustificare tale significato”.
E attraverso i supporti razionali, Non annegare aiuta, appunto, a non annegare, a non farsi risucchiare dall’ignoranza, a distinguere la falsità dalla verità, che non è mai la propria verità, ad esaltare lo scetticismo che “rappresenta una sfida non per gli stolti ignoranti, che ci circondano, bensì per coloro che proseguono nella ricerca: la conoscenza non è statica, è un work in progress, che del resto conduce a quesiti che rimandano ad altri quesiti, per risolversi, infine, e spesso, sebbene non sempre, in nuove conoscenze”.
Non è importante entrare sui temi toccati dal libro, è fondamentale e decisivo comprendere il modo e lo spirito per entrarvi. Non possiamo mai prescindere dal metodo e Vassallo, che di Cartesio è attenta e fedele lettrice, lo dimostra incontrovertibilmente. Solo con metodo è possibile evitare la confusione, mettere un ostacolo o un freno all’ignoranza dilagante. Solo con metodo è possibile non annegare.
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