Trattati e Dizionari, le parole della psicoanalisi
Antonio Aberto Semi, Aldo Carotenuto e Umberto Galimberti ci aiutano a riscoprire opere immense per ritrovarsi dentro ogni parola, dentro ogni richiamo, dentro ogni ulteriore sollecitazione. Dietro ci sono una straordinaria invenzione, un notevole giacimento culturale, donne e uomini che hanno scompaginato e ribaltato modi di pensare e di agire. Grazie a loro questa storia continua. Data tante volte per morta, continua
È un piacere, tra un libro e l’altro, tra un’intervista e l’altra a questo o a quel filosofo, a questo o a quell’analista, ripercorrere le tante pagine, le tante parole della psicoanalisi attraverso Trattati e Dizionari che a qualcuno sembrano superati, mentre non lo sono affatto. Certo, la spasmodica corsa al nuovo fa ritenere che tutto sappia di stantio, che tutto sia vecchio e oltrepassato, che persino il fondatore e i grandi maestri della disciplina possano essere messi in discussione e abbandonati, ma il nuovo, talvolta, presenta il niente sotto il vestito che abbaglia. Allora riapriamo i due volumi della Utet, Trattato di Psicologia Analitica, diretto da Aldo Carotenuto, e riassaporiamo i contenuti persino visionari di Carl Gustav Jung, i temi filosofici, il confronto con Nietzsche, con la fenomenologia, con Goethe, il rapporto con Freud, il problema religioso, le sue lettere, l’inconscio personale e collettivo, gli archetipi, i miti, la sincronicità, il simbolismo, l’Ombra, il processo di individuazione, i tipi psicologici, la formazione dell’analista, i sogni, l’immaginazione attiva e tanto altro. Sono le testate d’angolo di un’opera immensa che, grazie a numerosi e validi interpreti, rivive e ci consente di riallinearci a chi ha indicato, con genialità, una strada avvincente.
E che dire dei due volumi del Trattato di Psicoanalisi, a cura di Antonio Alberto Semi, edito da Raffaello Cortina? Dalla teoria e tecnica alla clinica, il mondo freudiano è sviscerato e illuminato in ogni angolo con una professionalità invidiabile, che dà conto delle specificità, delle difficoltà, dei modelli, delle scuole, degli sviluppi con Freud e dopo Freud. Scrive bene Semi nel lontano 1988: “Questo trattato nasce a distanza di cinquant’anni dal suo predecessore italiano, il famoso trattato di Cesari Musatti: cinquant’anni nei quali il mondo della psicoanalisi si è profondamente modificato, sia per effetto della diffusione della pratica clinica psicoanalitica, sia per il conseguente aumento dei modelli teorici, delle elaborazioni cliniche, delle ricerche in campi nuovi. Eppure, paradossalmente, questo trattato non pretende di sostituirsi ad alcuno dei suoi predecessori: è ben difficile che, in psicoanalisi, uno scritto sia sostituibile con un altro. L’esempio tipico è, del resto, quello degli scritti di Freud, che rimangono il punto insostituibile di partenza e di arrivo per chiunque voglia studiare la psicoanalisi. Gli scritti di Freud, dal punto di vista della insostituibilità, occupano un posto particolare perché rappresentano anche un itinerario umano percorso per la prima volta che, seppur declinato per ciascuno in modo differente, ciascuno di noi deve ripercorrere per diventare psicoanalista. Essi sono caratteristicamente non ripetibili: ogni psicoanalista è dopo di lui, con tutte le implicazioni anche intrapsichiche che questo ‘esser dopo’ ha”.
E che dire del Nuovo Dizionario di Psicologia, firmato da Umberto Galimberti, edito da Feltrinelli, che si articola in quattromila voci relative a quattro ambiti disciplinari: la psicologia propriamente detta, la psicoanalisi, la psichiatria e le neuroscienze? Nuovo perché raddoppiato rispetto al precedente, nuovo perché ancora più coinvolgente del precedente, senza cancellare il precedente. Bisogna avere l’umiltà di perdersi per ritrovarsi dentro ogni parola, dentro ogni richiamo, dentro ogni ulteriore sollecitazione. Leggete la voce Angoscia e trovate giustamente Kierkegaard. Sarebbe stato un errore commissionare un Dizionario di Psicologia a uno psicologo. Galimberti, che psicologo non è, ha allargato il campo spaziando anche nei nuovi saperi che fanno comunque, hai voglia se fanno, psiche.
I Trattati, come i Dizionari, non sono mummie. Sono parole e le parole, per dirla con Eugenio Borgna, sono creature viventi. Sta a noi raccoglierle, ascoltarle per seguirne tutte le traiettorie possibili. Dietro questi libri c’è un lavoro meticoloso e immenso, c’è un operare lento ma efficace per raggiungere anche i più pigri, coloro che non si lasciano toccare. Galimberti, per la prima edizione, impiegò nove anni. Aprire e riaprire questi testi è sempre una scoperta e una riscoperta. Pensare di fare le cose nuove senza le vecchie è una pia illusione. Sono testi che vanno onorati perché rispettano e testimoniano il passato, osservano il presente e preparano il futuro. La psicoanalisi non è soltanto una stanza e un lettino dove s’incontrano paziente e analista. Dietro ci sono una straordinaria invenzione, un notevole giacimento culturale, donne e uomini che hanno scompaginato e ribaltato modi di pensare e di agire. Grazie a loro questa storia continua. Data tante volte per morta, continua.
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