La bocca di Inzaghi è fatta per baciare
Lo sosteniamo con convinzione raddoppiata da quando abbiamo scoperto, con la casualità che contraddistingue la nostra civetteria calcistica, che il segno che marca le sue labbra, rendendole un sofà irresistibile, è la cicatrice di uno scontro in campo con un difensore del Monaco.
La bocca di Inzaghi è fatta per baciare, non per sussurrare. Lo sosteniamo con convinzione raddoppiata da quando abbiamo scoperto, con la casualità che contraddistingue la nostra civetteria calcistica, che il segno che marca le sue labbra, rendendole un sofà irresistibile, è la cicatrice di uno scontro in campo con un difensore del Monaco, risalente a diversi anni fa – e non, come ci piaceva immaginare, di un morso di Venere. Non ci aspettiamo certo che i ragazzoni che ora allena, in seno al Milan, portino addosso i segni della battaglia e si rovinino il visino per amore, come Harvey Dent/Due Facce in “Batman”, ma non possiamo neppure accettare che proprio lui, a ridosso di una ridicola sconfitta (i rossoneri hanno miserevolmente perso contro l’Atalanta: dobbiamo temere che Bergamo soffierà l’Expo a Milano?), accampi scuse tipo “Cerci aveva già dato troppo col Sassuolo, martedì scorso”. Pippo, sei un allenatore o un libretto di giustificazioni? Ti ricordiamo che non puoi mettere l’amore sopra ogni cosa: non sei certo una bocca di rosa.
Il Foglio sportivo - in corpore sano