Girodiruota – Musica in Giro
Ewan è il più veloce nella virgola dei ricordi del Giro. Viviani abbandona
A Novi ligure l'australiano domina lo sprint della 11a tappa del Giro d'Italia. Battuti Démare, Ackermann e Viviani. Valerio Conti aspetta le Alpi in maglia rosa. Colonna sonora: Memories di Elvis Presley
Caleb Ewan ha vinto in volata la undicesima tappa del Giro d'Italia 2019, la Carpi-Novi ligure, 221 km. Al secondo posto si è piazzato Arnaud Démare, terzo Pascal Ackermann che precede Elia Viviani. Valerio Conti è ancora in maglia rosa.
Una doppia virgola tracciata in rosa sulla carta stradale. La prima da Carpi a Reggio Emilia, buona soltanto per prendere la via maestra, la seconda da Reggio Emilia a Novi ligure, buona per entrare in un'altra dimensione, quella dei ricordi. Una doppia virgola di asfalto che attraversa la piana padana e porta in un altrove non solo geografico, un tributo alla nostalgia. Un nastro che sovrappone un viso sottile a una figura massiccia, una barba macchiata dal sigaro a un corpo longilineo, una bicicletta a una macchina da scrivere. Una lunga striscia d'asfalto che attraversa Gianni Brera per raggiungere Fausto Coppi – cent'anni esatti dalla loro nascita. Come fossero una cosa soltanto, "memories pressed between the pages of my mind / memories sweetened through the ages just like wine". Ossia, "ricordi stampati tra le pagine della mia mente / ricordi addolciti dagli anni proprio come il vino", cantava Elvis Presley.
È un passaggio accanto a vigneti che degradano dolci verso quel nastro d'asfalto pedalato dai corridori, che puntano al Po senza riuscire mai nemmeno a sfiorarlo. Vigneti che diventano vini buoni a riempire bicchieri nelle piazze, buoni da essere alzati al cielo, cin cin. E che il bere sia "lento e continuo, quasi a formare sulla minor porzione di lingua un ruscelletto fluido e costante: meno si spande per la bocca e meno il vino ubriaca", per "bere senza affogare il cervello è piacere sottile e raro, da veri specialisti". Vigneti che si intravedono lontani da San Zenone al Po, al di là del fiume padre del gioânnbrerafucarlo, "padano di riva e di golena, di boschi e di sabbione", scopertosi "figlio legittimo del Po".
Alla metà quasi esatta della seconda virgola, poco prima dello striscione del traguardo volante posto nel centro del paese natale di Gianni Brera, Damiano Cima (Nippo-Vini Fantini-Faizané) guarda negli occhi chi gli sta vicino. Con un cenno Marco Frapporti (Androni Giocattoli-Sidermec) e Mirco Maesti (Bardiani-Csf) lo lasciano passare per primo. Cinquanta chilometri dopo, a Pontecurone, toccherà a Maestri l'onore. Ormai si conoscono bene, assieme hanno fatto un terzo di Giro fianco a fianco a prendere vento in faccia, minuti avanti a tutti, minuti che mai però sono stati sufficienti a condurli al traguardo. Nel loro incedere c'è una sincronia rodata, nei loro occhi un piano infinito, un collage di parole e attimi già visti, come fossero "quiet thoughts come floating down / and settle softly to the ground / like gold of Autumn leaves around my feet" ("tranquilli pensieri arrivano fluttuando / e si posano delicatamente a terra / come l'oro delle foglie d'autunno intorno ai miei piedi").
Mirco Maestri, Damiano Cima e Marco Frapporti (foto LaPresse)
La prosa raffinata di gioânnbrerafucarlo, lascia presto spazio alle immagini in bianco e nero dell'Airone, della perfezione della sua pedalata, dei suoi voli solitari tra Alpi e Pirenei, Appennini e Dolomiti. Castellania (paese natale di Fausto Coppi) è lontana, guarda dall'alto i gregari pedalare a velocità sempre maggiore per permettere ai velocisti di scatenarsi sul rettilineo d'arrivo di Novi Ligure, il paese che lo ha accolto garzone di salumeria e lo ha visto partire per conquistare il ciclismo.
Sulle strade che furono del Campionissimo, Caleb Ewan trova la gamba giusta, quella imprendibile per tutti. Si alza sui pedali e si scaglia verso l'arrivo come una pietra scagliata da una fionda. È velocità irraggiungibile la sua. Irraggiungibile per Arnaud Démare, vincitore ieri a Modena, irraggiungibile per Pascal Ackermann, che incurante di graffi e contusioni si è gettato come nulla fosse verso il traguardo, irraggiungibile per Elia Viviani che scuro in volto annuncia l'arrivederci al Giro. La sua corsa finisce a Novi, così come quella dell'australiano. Domani la nuova versione della Cuneo-Pinerolo, partirà senza di loro. Il Giro se ne farà una ragione.
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