L'impossibilità di non dire Forza Magro
Riccardo Magrini, commentatore di Eurosport, è ricoverato in coma farmacologico dopo un malore. Quell'urlo di Adriano De Zan che vogliamo risentire: “Ce l’ha fatta Magrini, ce l’ha fatta”
[articolo aggiornato alle 19:27] Riccardo Magrini è ricoverato in coma farmacologico all'ospedale San Raffaele di Milano dopo che ieri è svenuto ed è andato in arresto cardiaco nel corso di un'intervista a Sky Sport. Il "Magro" dopo una carriera da corridore coriaceo, un gregario da chilometri a pancia bassa e denti stretti avanti al gruppo, da ricercatore di fughe lunghe e disperate, si era trasformato negli ultimi anni in voce narrante, commentatore di ciclismo per Eurosport.
Ed è entrato nell'altra dimensione del ciclismo, quella dietro la scrivania della narrazione delle immagini dei grandi giri e delle classiche, a gamba tesa, modificandone e rivoluzionandone i connotati. Il merito del Magro è stato questo: modificare il consueto per inserire l'imprevedibile. Quello che anni fa fece Davide Cassani, spalla prima di Adriano De Zan e poi di Auro Bulbarelli e Francesco Pancani, inventandosi un modo di parlare di ciclismo, ma ben inserito nella forma Rai, quella precisa, tradizionale, colonna sonora immancabile delle imprese a pedali delle grandi corse.
Magrini è andato oltre però. Ha cambiato il rock dell'attuale ct della nazionale con un punk ciclistico, un turbinio di espressioni colorite, di divagazioni, di storie e battute che, piacciano o meno, hanno modificato e per sempre il modo di raccontare il ciclismo. Il Magro non ha fatto altro che portare se stesso in diretta tv, di portare quell'uomo che quando non aveva la faccia al vento faceva ridere compagni e avversari a suo modo, raccontando barzellette, imitando questo e quello, anche Adriano De Zan, il cantore del ciclismo televisivo. E Adriano apprezzava, l'aveva preso in simpatia, diceva che una volta terminata la carriera in bicicletta avrebbe dovuto fare cabaret, o televisione. E Adriano apprezzava, tanto che verso Montefiascone, al Giro d'Italia del 1983, accompagnò l'arrivo del Magro, questa volta come mai prima solitario in testa al gruppo, con la voce rotta dalla gioia e il tono delle grandi occasioni, dei mondiali vinti dagli azzurri: “Ce l’ha fatta Magrini, ce l’ha fatta”, urlava nel microfono, “ce l’ha fatta Magrini, ce l’ha fatta”.
Ha scritto su Facebook il suo collega di Eurosport, Salvo Aiello, che "Riccardo sta dormendo. Non ci sono crisi in atto. Domani (oggi per chi legge) pomeriggio sapremo altro, non prima".
Il Magro è in coma farmacologico, Adriano De Zan se ne è andato che già è molto tempo, sedici anni, ma ci auguriamo che le sue parole di allora possano ritornare a breve, che il suo grido sia quello di tutto il ciclismo: “Ce l’ha fatta Magrini, ce l’ha fatta”. Forza Magro. Se molli tu, molliamo anche noi.
[aggiornamento] In serata Riccardo Magrini si è risvegliato dal coma e, come riporta la Gazzetta dello Sport, ha risposto agli stimoli esterni e ha riconosciuto i parenti più stretti