Parole al Giro d'Italia
Prima di essere suono e immagini la corsa rosa è stata narrazione. Per raccontare il viaggio dei corridori faremo un viaggio nella Treccani: Girodiparole, ventun parole per ventun tappe, ventun storie di ciclismo
Il ciclismo è suoni e immagini, ma questa è una conquista recente: la televisione è riuscita a dare un volto ai corridori solo verso la fine degli anni Cinquanta e solo il 20 maggio del 1962 è stata inaugurata la diretta degli ultimi dieci chilometri di gara. Prima era voce, radiofonica, una per tutte quella di Mario Ferretti, e quella sua frase diventata leggenda, "un uomo solo è al comando, la sua maglia è bianco-celeste, il suo nome è Fausto Coppi".
Ancor prima di essere voce, il ciclismo era racconto scritto. Parole messe in fila sulle pagine dei giornali. Utilizzate per riportare le imprese dei pionieri della bicicletta e poi quelle di Girardengo, di Bottecchia, di Binda e di tutti quei corridori che si sono dati battaglia sulle strade d'Italia, uomini a pedali che sono diventati storia. Quelle scelte da giornalisti e scrittori per narrare ciò che accadeva in corsa, per spiegare che il Giro d'Italia è sì una gara in bicicletta, ma a volte è di più di una gara in bicicletta, "a volte altro non è che un rapido affresco di quello che succede nelle nostre vite ogni giorno", scriveva Bruno Raschi.
Sono passati centonove anni dalla prima edizione del Giro, si sono susseguite 101 edizioni. Quest'anno i corridori partono da Gerusalemme, arriveranno a Roma il 27 maggio. Tra partenza e arrivo ci saranno ventiquattro giorni e ventuno tappe, 176 corridori che proveranno a vincere, che cercheranno di non perdere, che faticheranno in testa al gruppo, che proveranno a non perdere la coda del gruppo. Ci saranno scatti e fughe, inseguimenti e cadute. Ci saranno imprese e disfatte, sorprese e delusioni. Ci sarà quello che accade ogni anno, da sempre, ma sarà una storia nuova, una storia mai vista.
E ci saranno ancora parole. Quelle che pronunceranno i ciclisti, quelle che ci terranno compagnia nelle dirette delle tappe e al Processo alla Tappa dopo l'arrivo. Su queste colonne, tra le tante, ce ne saranno ventuno, un piccolo dizionario per orientarsi tra quello che è successo in corsa. Ventun racconti che partiranno da una parola, una definizione che si trasformerà in resoconto e in racconto, in avvenimenti e avvicendamenti, in biciclette e in cavalieri che proveranno a condurre queste all'arrivo. Proverà a essere un viaggio nel Giro e nel dizionario Treccani, perché quanto scrisse Antoine Blondin è ancora valido: "Il ciclismo è un dizionario di sentimenti: dentro c'è tutto, il difficile è trovare le parole corrette per descriverlo”