La Bike Night, ossia una notte in bici un cicloamatore

Giovanni Battistuzzi

I lanternini del Diavolo rosso, la dimensione primigenia del ciclismo secondo Desgrange e quel centinaio di chilometri, da mezzanotte all’alba a esplorare la notte su di una bicicletta

[Questo articolo è tratto dal Foglio Sportivo del 15 e 16 settembre. Qui potete leggere l'intero numero

 


 

Era il novembre del 1949 quando il giornalista radiofonico Niccolò Carosio si trovò di fronte il Diavolo Rosso. Giovanni Gerbi sedeva sul palco del teatro della sua Asti e il radiocronista dialogava con lui per chissà quale evento. Parlarono di Fausto Coppi che volava, di Gino Bartali che non sembrava più quello di una volta, di come era cambiato il ciclismo, quello sport di cui Gerbi era stato pioniere: “Vede, lo sport è lo stesso, si pedala su di una bicicletta, ma ora è molto più sport e molto meno conquista. E’ diventato più raffinato e meno pericoloso. Ha perso però quello che un tempo lo rendeva unico: quelle bici che illuminate soltanto da un lanternino esploravano la notte”. Ormai i lanternini sono rimasugli da museo, qualcosa di desueto e sostituito da ben più pratiche torce a led. Quelle che accendono a centinaia le Bike Night. Un centinaio di chilometri, da mezzanotte all’alba a esplorare la notte su di una bicicletta, lungo ciclabili e ciclovie, ognuno con il suo passo, ognuno alla propria velocità, senza nessuna classifica e nessuna velleità competitiva.

 

Perché la notte non è altro che la “dimensione primigenia della bicicletta, l’inizio di ogni impresa”, scriveva nel 1908 il patron del Tour de France, Henri Desgrange. Parlava di levatacce e di esigenze. Perché per percorrere tre/quattrocento chilometri in un giorno altro non c’era da fare che partire quando il sole era ancora un miraggio.

 

Per Simone Dovigo e Fabio Zecchi di Witoor, che la Bike Night se la sono inventata, la notte non è un’esigenza è una possibilità di “pedalare l’imperscrutabile. Non vedi, o meglio non come di giorno, ma senti tutto di più. Viaggi mentre il resto del mondo dorme. E ti senti unico perché hai talmente voglia di farlo che non puoi aspettare il mattino”.

 

La Bike Night gira l’Italia, sei tappe, l’ultima oggi nelle Marche, da Fermo a San Benedetto passando per Ascoli Piceno. La Bike Night ha cinque anni d’età, ma ne ha oltre cento di storia. Parla la stessa lingua del ciclismo delle origini, ma senza retorica nostalgica. E’ postmoderna, si riprende la notte, ne esalta la bellezza.

Di più su questi argomenti: