Chi vince il Tour de France? Tutti i protagonisti, squadra dopo squadra

Giovanni Battistuzzi

Senza Froome, Geraint Thomas proverà a conquistare la sua seconda Grande Boucle. Ma dovrà guardarsi alle spalle (e in casa) da Egan Bernal. E poi ci sono Porte, Fuglsang, Nibali, i due francesi Pinot e Bardet. E molti altri. Ecco chi tenere d'occhio

La maga Henriette la si può trovare ogni giorno a Montmartre a non molta distanza dalla Basilica del Sacro Cuore. È una donna di oltre ottant'anni e da una sessantina gira con la sua palla di cristallo. E in molti a lei chiedono lumi sul futuro. È inoltre una grande appassionata di ciclismo e, leggenda vuole, che Jacques Goddet, patron del Tour de France dal 1947 al 1986 a lei chiedesse lumi su come sarebbe stata la corsa. La maga Henriette l'anno scorso profetizzò una lotta fratricida, una battaglia tra cuori amici. Poi sintetizzò il pensiero: Froome non riuscirà a conquistare la doppietta Giro-Tour perché lo Spirito del mondo non vuole. Perché secondo la maga Henriette tutta la nostra esistenza, compreso il ciclismo, gira intorno ed è dominato dallo Spirito del mondo. E poco importa se non ci si crede e se non si può toccarlo, vederlo o anche percepirlo. Per lei c'è e questo basta.

 

La maga Henriette tre giorni fa, ha fatto sapere un collega che a lei ogni tanto si rivolge pur non credendo nella chiaroveggenza, ha detto che, quello che partirà da Bruxelles sabato 6 luglio, sarà un Tour de France sorprendente. Non bello o brutto, non ha specificato, soltanto sorprendente. "E allargherà i confini del ciclismo. Sarà un podio finale molto colorato, un podio finale che non possiamo immaginare. E questo Tour segnerà l'inizio di una nuova epoca, dando il giusto tributo a chi in questi anni è stato molto vincente e non amato abbastanza". Alla maga Henriette si può credere oppure no. Quel che è certo è che ogni tanto ci prende, anche perché non dice niente di definitivo, solo mezze frasi a cui appigliarsi.

  

Nelle pagine che seguono trovate una piccola descrizione di obbiettivi e speranze, di certezze e sorprese delle squadre che partiranno da Bruxelles per cercare di conquistare qualcosa nella 106esima edizione della Grande Boucle

 

Tutti i partecipanti al Tour de France 2019

TEAM INEOS
1 Geraint Thomas
2 Egan Bernal Gomez
3 Jonathan Castroviejo
4 Michal Kwiatkowski
5 Gianni Moscon
6 Wout Poels
7 Luke Rowe
8 Dylan Van Baarle

 

BORA-HANSGROHE
11 Peter Sagan
12 Emmanuel Buchmann
13 Marcus Burghardt
14 Patrick Konrad
15 Gregor Mühlberger
16 Daniel Oss
17 Lukas Pöstlberger
18 Maximilian Schachmann

 

DECEUNINCK – QUICKSTEP
21 Julian Alaphilippe
22 Kasper Asgreen
23 Dries Devenyns
24 Yves Lampaert
25 Enric Mas
26 Michael Mørkøv
27 Maximiliano Richeze
28 Elia Viviani

 

AG2R LA MONDIALE
31 Romain Bardet
32 Mikael Cherel
33 Benoit Cosnefroy
34 Mathias Frank
35 Tony Gallopin
36 Alexis Gougeard
37 Oliver Naesen
38 Alexis Vuillermoz

 

BAHRAIN – MERIDA
41 Vincenzo Nibali
42 Damiano Caruso
43 Sonny Colbrelli
44 Rohan Dennis
45 Ivan Garcia Cortina
46 Matej Mohoric
47 Dylan Teuns
48 Jan Tratnik

 

GROUPAMA – FDJ
51 Thibaut Pinot
52 William Bonnet
53 David Gaudu
54 Stefan Küng
55 Matthieu Ladagnous
56 Rudy Molard
57 Sébastien Reichenbach
58 Anthony Roux

 

MOVISTAR
61 Nairo Quintana
62 Alejandro Valverde
63 Andrey Amador
64 Imanol Erviti
65 Mikel Landa Meana
66 Nelson Oliveira
67 Marc Soler
68 Carlos Verona Quintanilla

 

ASTANA
71 Jakob Fuglsang
72 Pello Bilbao Lopez De Armentia
73 Omar Fraile Matarranz
74 Hugo Houle
75 Gorka Izaguirre Insausti
76 Alexey Lutsenko
77 Magnus Cort Nielsen
78 Luis León Sanchez

 

JUMBO – VISMA
81 Steven Kruijswijk
82 George Bennett
83 Laurens De Plus
84 Dylan Groenewegen
85 Amund Jansen
86 Tony Martin
87 Mike Teunissen
88 Wout Van Aert

 

EF EDUCATION FIRST

91 Rigoberto Uran
92 Alberto Bettiol
93 Simon Clarke
94 Tanel Kangert
95 Sebastian Langeveld
96 Tom Scully
97 Tejay Van Garderen
98 Michael Woods

 

MITCHELTON – SCOTT

101 Adam Yates
102 Luke Durbridge
103 Jack Haig
104 Michael Hepburn
105 Daryl Impey
106 Christopher Juul Jensen
107 Matteo Trentin
108 Simon Yates

 

CCC TEAM

111 Greg Van Avermaet
112 Patrick Bevin
113 Alessandro De Marchi
114 Simon Geschke
115 Serge Pauwels
116 Joseph Rosskopf
117 Michael Schär
118 Lukasz Wisniowski

 


UAE TEAM EMIRATES
121 Daniel Martin
122 Fabio Aru
123 Sven Erik Bystrøm
124 Rui Costa
125 Sergio Luis Henao Montoya
126 Alexander Kristoff
127 Vegard Stake Laengen
128 Jasper Philipsen

 

TREK – SEGAFREDO

131 Richie Porte
132 Julien Bernard
133 Giulio Ciccone
134 Koen De Kort
135 Fabio Felline
136 Bauke Mollema
137 Toms Skujins
138 Jasper Stuyven

 

TEAM SUNWEB

141 Michael Matthews
142 Nikias Arndt
143 Cees Bol
144 Chad Haga
145 Lennard Kämna
146 Wilco Kelderman
147 Søren Kragh Andersen
148 Nicolas Roche

 

COFIDIS, SOLUTIONS CREDITS

151 Christophe Laporte
152 Natnael Berhane
153 Nicolas Edet
154 Jesus Herrada
155 Anthony Perez
156 Pierre Luc Perichon
157 Stéphane Rossetto
158 Julien Simon

 

LOTTO SOUDAL

161 Caleb Ewan
162 Tiesj Benoot
163 Jasper De Buyst
164 Thomas De Gendt
165 Jens Keukeleire
166 Roger Kluge
167 Maxime Monfort
168 Tim Wellens

 

TOTAL DIRECT ENERGIE

171 Lilian Calmejane
172 Niccolò Bonifazio
173 Fabien Grellier
174 Paul Ourselin
175 Romain Sicard
176 Rein Taaramäe
177 Niki Terpstra
178 Anthony Turgis

 

KATUSHA – ALPECIN

181 Ilnur Zakarin
182 Jens Debusschere
183 Alex Dowsett
184 José Gonçalves
185 Marco Haller
186 Nils Politt
187 Mads Würtz
188 Rick Zabel

 

WANTY – GOBERT

191 Guillaume Martin
192 Frederik Backaert
193 Aime De Gendt
194 Odd Christian Eiking
195 Xandro Meurisse
196 Yoann Offredo
197 Andrea Pasqualon
198 Kevin Van Melsen

 

DIMENSION DATA

201 Edvald Boasson Hagen
202 Lars Bak Ytting
203 Stephen Cummings
204 Reinardt Janse Van Rensburg
205 Benjamin King
206 Roman Kreuziger
207 Giacomo Nizzolo
208 Michael Valgren

 

ARKEA – SAMSIC

211 Warren Barguil
212 Maxime Bouet
213 Anthony Delaplace
214 Elie Gesbert
215 André Greipel
216 Kevin Ledanois
217 Amael Moinard
218 Florian Vachon

Team Ineos

Nel fu Team Sky tutti sapevano benissimo che sarebbe stato un luglio molto complicato, decisamente nervoso, oltremodo difficile da gestire. Perché da un lato c'era Geraint Thomas che aveva il diritto e il dovere di difendere il numero 1 che ha appeso sulla maglia, perché dall'altro c'era Chris Froome che aveva il diritto e il dovere di cercare di portare in Inghilterra il quinto Tour de France, che poi è il limite massimo per la storia. Poi Froome si è schiantato e all'Ineos in molti si sono abbacchiati, tutti si sono rattristati, qualcuno ha però quasi sorriso: spiace Chris, ma sai quanto sarà più serena la vita così. Che poi serena sarebbe stata comunque, perché tanto è sir Dave Brailsford a decidere e dalle tattiche non se ne esce: chi ha più gamba è il capitano, perché non importa che tu sia Thomas o Froome, l'importante è che vinca la Sky, ops, la Ineos. Ed è per questo che Thomas deve preoccuparsi più di ciò che ha in casa che di ciò che c'è fuori. Perché con la sua stessa maglia c'è un ragazzetto di 22 anni che più che alla maglia bianca di miglior giovane potrebbe (e vorrebbe) ambire a quella gialla. Per ora dice che è in Francia per aiutare il capitano. E c'è da credergli. Egan Bernal è uno che sa stare al suo posto. Il punto è che non si sa se dall'ammiraglia lo faranno stare al suo posto, perché nell'avvicinamento alla Grande Boucle è andato assai meglio di Thomas.

 

Per il resto è una squadra costruita per vincere il Tour. Niente di nuovo insomma. Wout Poels è l'ultimo uomo per le salite assieme a Michał Kwiatowski. Gianni Moscon sarà la guida per i terreni misti. Luke Rowe e Dylan Van Baarle faranno legna sempre, molto spesso a inizio tappa. E poi c'è Jonathan Castroviejo che va fortissimo ovunque.

Bora-hansgrohe

C'è Peter Sagan e già questo dovrebbe bastare. Poco importa se lo slovacco ha passato giorni migliori, in 21 tappe avrà modo di trovare la gamba e di lasciare il segno. Il suo obbiettivo è portare la maglia verde a Parigi e visto il percorso potrebbe avere terreno buono per conquistarla.

 

Non c'è solo Sagan però, c'è molto altro in questa Bora con più bianco nelle maglie rispetto al solito. A partire da una coppia di atleti che se fossero un corridore solo sarebbe tra i candidati alla vittoria: Emanuel Buchmann e Patrick Konrad. Il primo, tedesco, a 26 anni è in continuo miglioramento. Buon scalatore, più che discreto cronoman, ha un solo difetto, però limitante: molto spesso sbaglia nella lettura di gara. Caratteristica nella quale invece eccelle Patrick Konrad. L'austriaco ha un anno in più dell'amico e collega, e dell'amico e collega ne rispecchia le caratteristiche, con una sostanziale differenza: contro il tempo va meno forte. Ma ha scatto e faccia tosta, quella che a volte è mancata al tedesco. Entrambi sono andati a podio nelle ultime corse a tappe che hanno disputato. Entrambi terzi, Buchmann al Delfinato, Konrad al Giro di Svizzera.

 

E poi c'è Maximilian Schachmann, uno che va forte ovunque, uno che può trasformarsi nella grande sorpresa del Tour de France, almeno nella prima settimana. L'unica incognita saranno gli ordini di squadra. Se dovrà fare corsa per Sagan sarà limitato, ma il tre volte campione del mondo avrà forse il miglior gregario in gruppo. Lo vedremo nelle fughe della seconda e terza settimana. E se gli lasciano spazio potrebbero essere dolori. 

 

Per il lavoro sporco ci sono Lukas Pöstlberger, Marcus Burghardt e l'irrepresibile Daniel Oss.

Deceuninck - Quick Step

Si potrebbe riassumere così: Elia Viviani per le volate, Enric Mas per la classifica, Julian Alaphilippe per tutto il resto. Perché il francese dovrebbe puntare alle vittorie di tappa, alla maglia a pois (miglior scalatore), alla maglia gialla, ma solo di passaggio, solo prima che le grandi montagne scolpiranno la classifica. Dovrebbe. Perché Alaphilippe, da quello che dicono tra Belgio e Francia, potrebbe a un certo punto voler capire l'effetto che fa lottare per le posizioni che contano. La speranza, almeno per noi spettatori, è che non lo faccia. Perché il lato migliore del francese è quello dell'azzardo, della fuga, della propensione all'involarsi. Che sia nel finale di tappa o tra monti e valli. Julian è un'anima errante, capace di entusiasmare e a fregarsene della logica, ossia spettacolo.

 

Mas deve invece provare a replicare l'ottima Vuelta dell'anno scorso: chiuse al secondo posto. Lo spagnolo ha 24 anni e le caratteristiche per lottare per la maglia bianca a meno che Bernal non decida di diventare grande. In salita va come pochi, quando la strada si impenna ha scatto per lasciare tutti. Capisse meglio quali sono i suoi limiti sarebbe buono per la vittoria. Ma ancora non si conosce abbastanza.

 

Viviani ha invece una voglia matta di riscattare un Giro orribile. Ha vinto due tappe al Giro di Svizzera e il morale è tornato ottimo.

AG2R La Mondiale

Tutti per Romain Bardet come non ci fosse un domani. Il francese ha 28 anni e questa è la sua occasione di dimostrare di essere un vincente. Il Tour è stato disegnato per lui che si trova bene in alta quota, per lui che in salita sa staccare i rivali e che in discesa non disdegna il rischio. La tappa di Valloire (giovedì 25 giugno) potrebbe essere nominata tappa Bardet. Gli organizzatori hanno pensato a lui mentre la disegnavano e vorrebbero non essere smentiti. Un francese sul gradino più alto del podio manca dal 1985, manca da Bernard Hinault. Dopo di lui solo poche avventure transalpine tra i primi.

 

Bardet ha una squadra che lavorerà interamente per lui. C'è gente solida come Cherel, Frank, Gallopin e Vuillermoz. C'è Cosnefroy che ha un talento incredibile, ma da classiche. Manca Pierre Latour che potrebbe essere il talento che offuscherà Bardet se il francese continuerà a mancare di qualcosa: ossia vittorie.

Bahrain Merida

C'è Vincenzo Nibali che ancora non si sa cosa abbia scelto. Sino a qualche settimana fa era convinto di voler puntare a qualche tappa e alla maglia a pois. Ma non ha approfondito la questione. Perché con un Tour del genere, con lunghe salite, vette oltre i duemila metri e poca cronometro, sa che qualche buona possibilità ce la potrebbe avere. Va solo colta. Lo Squalo partirà senza pressione, con al suo fianco un Rohan Dennis che non è mai stato così in palla. L'australiano vola a cronometro, non si stacca in salita e non molla mai. Potrebbe essere la migliore coperta per Nibali, la migliore scusa per starsene tranquillo almeno sino a La Planche des Belles Filles (giovedì 11 luglio). Perché è lì che si capirà meglio quanta benzina ha Nibali nelle gambe.

 

C'è Sonny Colbrelli che sorride solo al pensare a quanto è strano questo Tour e a quanti arrivi poco da Tour sono in programma. Ai campionati italiani ha dimostrato che la gamba c'è: tocca sfruttarla.

 

Per tutto il resto c'è Iván García Cortina, Matej Mohoric e Dylan Teuns ossia gente a cui piace da matti attaccare. Le maglie rosse le vedremo spesso davanti.

Groupama - FDJ

Thibaut Pinot per la classifica generale. Questo è il mantra. Questo è il diktat. Non c'è spazio per altro. Non per Demare, lasciato a casa per non togliere uomini al capitano. Non per David Gaudu che a 22 anni pare un campioncino pronto a esplodere. Anzi, tutti per Pinot, ma se Gaudu riuscisse a dimostrare di andare forte come sa andare ecco che nessuno lo fermerebbe. Perché Pinot dopo il podio del 2014 al Tour ha sempre fatto fatica. Perché Pinot nonostante abbia le capacità di fare bene per tre settimane, ogni tanto molla di testa. Perché Pinot è uno che può far classifica e pure salire sul podio, ma è uno spettacolo soprattutto quando va all'attacco.

Movistar Team

Nairo Quintana, Alejandro Valverde, Mikel Landa. Il trio in maglia Movistar si ripresenta al Tour de France con la voglia di spaccare tutto, ribaltare il già scritto, portare a casa la maglia gialla. O forse no. Perché ogni anno alla Grande Boucle è la stessa storia. La Movistar si schiera al via con l'ambizione e la forza per far scoppiare la corsa e poi scoppia lei.

 

A livello di forze in campo non è seconda a nessuno, almeno in montagna. Il problema è capire se alle montagne ci arriverà coesa e unita, oppure, al solito, divisa in bande e in tensioni interne. Chissà. La speranza è di vedere l'iride di Valverde spesso in fuga. E sperare che se ci sarà una fuga bidone lui ci sia dentro.

Astana Pro Team

Così in forma, così concentrato, così felice Jakob Fuglsang non lo era stato mai prima di un Tour de France. La Liegi-Bastogne-Liegi gli ha dato convinzione e un carisma che quasi sorprende. Quel plantare tolto dalla scarpa gli ha eliminato i dolorini alla schiena e lui, dice, "sta un incanto". Al suo fianco c'è la solita Astana. Piena di gente capace di coraggio e di disciplina. Gente dalla fuga facile e però allo stesso tempo di rientrare nei ranghi al momento opportuno. Non è la formazione più forte al via, sicuramente è la più pericolosa. Perché il forte contro il folle molte volte va al tappeto.

Team Jumbo-Visma

Dylan Groenewegen ha un sogno: vestirsi di giallo e di verde. Dylan Groenewegen ha un obbiettivo farlo lo stesso giorno. E Bruxelles potrebbe essere un buon scenario. L'olandese è tra i più forti velocisti in gruppo, sicuramente uno tra i più determinati. E poi quest'anno avrà un apripista d'eccezione: Wout Van Aert. Il fenomeno del ciclocross e delle pietre ha iniziato a prenderci gusto con la strada e ha iniziato a fare spettacolo ovunque. Una corsa di tre settimane non l'ha mai affrontata però, per cui sa che deve partire forte per togliersi subito delle soddisfazioni. Se va forte come è andato ultimamente difficilmente però si limiterà a fare da elastico di Dylan Groenewegen. A Bruxelles ha lasciato anche lui un sogno giallo. E chissà che non inizi con uno scherzetto il suo Tour.

 

E poi c'è Steven Kruijswijk uno che già sorride a pensare alla seconda e alla terza settimana. Perché quando tutti sono al lumicino lui sa trovare energie che non pensava di avere. Perché quando molti iniziano a mollare, lui no, va avanti. E con tutta la salita che c'è in molti molleranno. Sogna il podio. Chissà.

EF Education First

Rigoberto Uran per il podio, Alberto Bettiol per la gloria d'un giorno, Michael Woods che non si sa mai, Tejay van Garderen per stupire, nemmeno fosse un'operazione nostalgia. L'americano è da quando è professionista che illude e delude. Si è trasformato in un vorrei ma non posso o, meglio, in un potrei ma non voglio. Sembrava sul punto di mollare, poi ha abbassato la sella di mezzo centimetro ed è tornato ad andare forte. "Non so che posso fare. Non voglio darmi obbiettivi o limiti. Sto bene? Ma sì".

 

E anche Rigo sta bene, talmente bene che ha corso pochissimo (anche a causa della frattura della clavicola subita a marzo durante la seconda tappa della Parigi–Nizza) quando è tornato in forma: California e Route d'Occitanie. E quando fa così è perché non ha bisogno di trovare risposte, ce le ha già. 

Mitchelton-Scott

I gemelli Yates tornano a correre assieme. Qualcuno, malignamente, dice per fugare i dubbi sul loro interscambio in corsa. Secondo Patrick Hepp, psicologo dell'università di Yale, questo è un male. Secondo lo studioso il livello di empatia tra gemelli nello sport, soprattutto nel ciclismo ne limita le possibilità. Adam e Simon sono pronti a dimostrare il contrario.

 

La squadra è meglio sul piano che sulle montagne. E ciò è buono in vista della cronosquadre di domenica. Un po' meno pensando alla seconda e terza settimana. 

CCC Team

Obbiettivo: stupire. Corollario: tutti all'attacco sempre. Greg Van Avermaet si dovrebbe disinteressare delle volate e lasciare campo libero a Patrick Bevin, per provare a essere protagonista dove ormai si sente più a suo agio, ovvero nel terreno misto. Il resto sono corridori duri a morire, incapaci di arrendersi. Alessandro De Marchi in primis.

UAE-Team Emirates

Fabio Aru è tornato nel gruppo. E vorrebbe iniziare da dove aveva lasciato: La Planche des Belles Filles (giovedì 11 luglio), Tour de France annata 2017. Certo poi aveva conquistato la maglia gialla, aveva finito nei dieci il Tour. Ma era sparito. Si è capito perché. Problemi che non si capivano da dove derivassero, poi l'operazione all'arteria iliaca. E il ritorno. Su Ventu sta bene? Chissà, sicuramente non abbastanza, per ragioni di lontananza dalle corse, per pensare in grande. Ma non si può mai sapere. La volontà di rivincita a volte porta lontano.

 

L'Uae punterà sicuramente su Daniel Martin, uno che in salita va come pochi e come pochi ogni tanto si arresta non si sa per quali motivi. Gli hanno messo affianco Sergio Henao, un altro abituato a esaltazioni e abbacchiamenti. Chissà che assieme non trovino le motivazioni giuste.

 

Ah, occhi a Jasper Philipsen: va forte e ha coraggio.

Trek - Segafredo

Riuscirà Richie Porte a non fare il Richie Porte, ossia a trasformarsi in Wile E. Coyote? Questa è la domanda che si fanno alla Trek. Perché l'australiano ha un talento incredibile e una sfortuna altrettanto grande. Se non cade è da podio, altrimenti sarà una storia già vista: uno dei corridori più forti di questi anni, incapace di poter competere.

 

La Trek ha comunque altre carte e sono carte che assicurano fughe e spettacolo. Giulio Ciccone e Bauke Mollema sono a disposizione di Richie per la classifica e a disposizione di loro stessi quando servirà il coraggio di seguire l'istinto.

 

E poi ci sono Toms Skujiņš, Jasper Stuyven e Fabio Felline, gente tosta e capace di tenere duro.

Team Sunweb

Orfana di Tom Dumoulin, la squadra tedesca cerca in Olanda la speranza di un Tour da protagonista. Wilco Kelderman ha la classe per fare bene, le caratteristiche per stare lì dove serve, ossia davanti. Gli manca, al solito, la determinazione per non farsi uccellare nel momento giusto, ma a 28 anni ha accumulato esperienza per non cadere nei soliti difetti di gioventù.

 

E poi c'è Michael Matthews sempre meno velocista sempre più uomo buono per ogni terreno. La fortuna del Tour è avere gente come lui: indomita e capace di tutto.

Cofidis, Solutions Crédits

Nacer Bouhanni l'hanno lasciato a casa. Troppo bizzoso e imprevedibile nonostante un talento eccezionale. Peccato. E allora libero spazio per Christophe Laporte, che sa di avere velocità per impensierire i migliori velocisti in corsa e tenuta per non essere battuto negli arrivi nervosi. Guida la bicicletta come pochi e ciò lo favorirà. 

 

Herrada, Edet e Berhane sono corridori buoni per fughe montane. Il loro obbiettivo sarà la maglia a pois. E poi c'è Julien Simon, uomo da fughe come ce ne sono pochi, un monumento all'azzardo.

Lotto Soudal

Caleb Ewan vuole Bruxelles. Il velocista australiano sta bene, ha il morale a palla dopo un Giro positivo (e non finito - sarebbe da schiaffeggiare solo per questo), la capacità di muovere la bici e lo spunto giusto per conquistare qualche arrivo. E poi c'è Tim Wellens. Il belga è un'anima libera, capace di tutto. Ha il coraggio e l'imprevedibilità dei grandi, ma ogni tanto l'ardore di strafare lo frena. Al suo fianco ci sarà l'amico e compagno di zingarate Thomas De Gendt. E questo basta per immaginare bellissime fughe.

Team Total Direct Energie

Vedremo spesso le maglie azzurro bianco e blu davanti. Perché se si ha Lilian Calmejane, Romain Sicard e Rein Taaramae in squadra non può essere altrimenti. E poi c'è Anthony Turgis, uno che può dire la sua sia in salita che negli sprint di gruppetto. Per le volate occhio a Niccolò Bonifazio che forse negli arrivi su stradoni larghi e pianeggianti non è tra i papabili per un successo, ma se si deve saper guidare la bici e non solo spingerla a velocità folle è uno che può dire la sua.

Team Katusha Alpecin

C'è Ilnur Zakarin. E forse saranno fughe e non classifica generale. Per noi spettatori molto meglio. Perché il russo sa far divertire. E poi c'è anche José Gonçalves, uno che di coraggio ne ha da vendere e che se trovasse solo un po' di consapevolezza nei suoi mezzi in più sarebbe sempre nel gruppo buono. Occhio a Nils Politt e a Mads Würtz Schmidt, due che non hanno problemi a inserirsi tra i primi negli arrivi misti.

Wanty - Gobert Cycling Team

Guillerme Martin ha cervello fino, gusti raffinati e occhi intelligenti. Ha soprattutto la capacità dell'improvvisazione, oltre che a una buonissima tenuta in salita. Ogni tanto anche la capacità di distrarsi quando non dovrebbe e l'ardore di credere di non avere limiti. Se si togliesse dalla testa l'idea di far classifica sarebbe il corridore perfetto per fare innamorare i francesi che amavano Sciapuscì. E dire che al suo fianco ha un maestro delle missioni impossibili: Yoann Offredo. 

 

Andrea Pasqualon è un velocista che non molla, che tiene la fatica meglio di tanti altri. E che sa sognare. "So di essere meno esplosivo di altri, ma non si sa mai. Le volate sono sempre strane".

Team Dimension Data

Quando anni fa parlavano di Edvald Boasson Hagen lo descrivevano come un futuro grande velocista. Grande velocista non lo è mai diventato, ma questo è un bene. Perché Edvald Boasson Hagen ha la capacità di poter fare tutto. E a volte niente. Se ha l'umore giusto può rompere le scatole a scattisti e sprinter, a uomini da classifica e avanguardisti di professione. Ma non sempre ce l'ha e verrebbe da appenderlo al muro.

 

Giacomo Nizzolo è il solito punto di domanda. Come del resto Roman Kreuziger. Sono capaci anche loro di ogni cosa. Degni compagni del norvegese. Ma se si esaltano l'uno con l'altro per la Dimension Data, che ha lasciato a casa Cavendish, sarà un gran Tour.

Team Arkéa Samsic

Warren Barguil aveva anche pensato di smetterla col ciclismo. Poi ha vinto i campionati francesi ed è tornato a ridere. In salita sa andare alla grande, ma deve avere la mente libera. Se André Greipel riuscisse a fare bene in volata potrebbe dare una gran mano al francese che quando è senza responsabilità sa far impazzire il pubblico. E occhio a Elie Gesbert. Ha tenuta e resistenza, ha coraggio e scatto. Potrebbe essere il corridore fastidioso che non ci si aspetta.

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