Alla Vuelta 2019 è il momento del torrone di Sam Bennett
Il velocista irlandese della Bora batte Edward Theuns e Luka Mezgec nella terza tappa della corsa spagnola
In Spagna il torrone si mangia sin dal XVI secolo. Gli storici della cucina sono concordi nel dire che le testimonianze più antiche della presenza di questo dolce nella penisola iberica si trovino a Jijona, una ventina di chilometri a nord di Alicante. Nel torrone di Jijona mandorle, miele e albume vengono tritati assieme, scaldati e colati in stampini. Ne viene fuori una pasta morbida che in molti considerano deliziosa. Per quasi un secolo il torrone si faceva così e così solo. Poi arrivarono i valenciani di Cherta e lo iniziarono a fare invece con le mandorle intere e le nocciole. Fu un successo. Ancor oggi le due scuole si affrontano in un duello ideologico su quale sia il migliore. E per gli appassionati mangiatori di torrone la scelta tra uno o l’altro rappresenta l’appartenenza a un mondo che non prevede sintesi tra le due vie.
Eppure una terza via ci sarebbe e sta a pochi chilometri da Jijona. Perché nell’Ottocento (o giù di lì) ad Alicante molti forni e pasticceri hanno iniziato a fare un torrone che sta a metà tra i due: solo mandorle, ma intere. Quella che era sembrata per entrambe le fazioni una blasfemia divenne il torrone più mangiato di Spagna, alla faccia di puristi e integralisti.
Che il torrone piaccia o meno ai tecnici della Bora-hansgrohe non è dato a sapersi. Eppure nella squadra tedesca si trovano nella stessa situazione dei torronisti iberici. Perché tra gli appassionati degli sprint di Pascal Ackermann e quelli del talento smisurato di Peter Sagan, è saltata fuori la terza via: Sam Bennett. L’irlandese è stato per tutta la stagione la terza scelta della squadra, ha dovuto aspettare la Vuelta per correre un grande giro. Eppure ha vinto quasi come gli altri due messi assieme.
Alla prima occasione buona, alla prima volata della Vuelta 2019, ha fatto capire che forse il torrone di Alicante sarà meno storico, ma senz’altro è buono.