Un'Eroica ripartenza. Gaiole in Chianti si candida per essere il progetto pilota della fase 2
Nel paese toscano patria dell'Eroica vivono 2.700 abitanti sono distribuiti su 129 chilometri quadrati. Perché l'idea del sindaco Michele Pescini dovrebbe essere presa in considerazione
L'Eroica è sempre stata un'eccezione. Ricerca degli "sterri", delle strade dimenticate, quando l'ambizione generale era di asfaltare tutto, portare "modernità" bitumica ovunque. Voglia d'acciaio quando il mondo della bici reclamava alluminio, carbonio e titanio. Esplorazioni mangerecce a pedali senza classifica quando le Gran Fondo si imponevano come alternativa apprezzata alla carriera professionistica.
L'Eroica si è imposta come un'eccezione prima a Gaiole in Chianti, sede di nascita, partenza e arrivo, poi in Toscana, in Italia e infine nel mondo. È diventata un'eccezione di successo, come quasi mai avviene per ciò che, almeno in apparenza, sembra una stramberia. E forse l'Eroica una stramberia lo è davvero, un'escursione temporale e agreste. Ma è una stramberia profondamente legata al mondo della bici, a una certa idea di mondo, sociale e mentale, che è dentro in noi. È soprattutto un qualcosa che è legato a quella sterminata provincia italiana, quella dalla quale viene la grande maggioranza delle persone, quella che a parole diciamo che c'annoia, ma che in fondo non possiamo non volerle bene.
L'Eroica da Gaiole in Chianti è partita, parte e partirà, perché l'Eroica è una parte di questo paesino, ne condivide idee, sembianze, destino. C'è una simbiosi tra manifestazione e luogo. E nonostante il successo della ciclostorica ormai sia mondiale è locale il suo pensiero, il suo attaccamento a un territorio che ha contribuito a preservare. Nell'ultima edizione, lo scorso ottobre, il sindaco di Gaiole, Michele Pescini, disse che "Gaiole e l'Eroica sono la stessa cosa. Hanno una visione del mondo simile perché sono fatte della stessa sostanza: la terra. Gaiole e l'Eroica sono fatte da gente che si sono sporcate le mani e continuano a farlo". Poi aggiunse che "molte volte dalla terra germogliano le idee".
Ora che l'emergenza Covid continua ad allarmare, ma che concede spiragli per immaginare un dopo, da questa terra è arrivata ora una proposta, una richiesta di attenzione che è, soprattutto, una volontà di fare: "USACI!!!". Questo "usaci" è diretto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
"Se la Lombardia oggi è costretta a chiudere NOI CI CANDIDIAMO AD APRIRE, essere esperimento, avanguardia di una nuova Italia. Ti chiediamo di considerare l’idea che Gaiole in Chianti, AD OGGI ZERO CONTAGI, divenga un PROGETTO PILOTA del Governo".
L'appello è del sindaco Michele Pescini ed è sostenuto e firmato da Emanuela Stucchi Prinetti, presidente della Pro loco, Francesco Ricasoli presidente dell'Associazione Viticoltori di Gaiole e consigliere Chianti Classico, Giancarlo Brocci ideatore dell'Eroica, Cristina Capitini presidente della consulta delle associazioni di Gaiole, Lorenzo Chini macellaio social, Federico Verzuri presidente casa di riposo di Gaiole, Ugo Pagano professore economia all'Università di Siena, Matthew Spender scultore.
A Gaiole in Chianti 2.700 abitanti sono distribuiti su 129 chilometri quadrati, "la distanza sociale è garantita dalla densità abitativa e dalla capacità e abitudine delle persone di avere rispetto per gli altri e per tutto ciò che ci circonda", dice al Foglio Giancarlo Brocci. Soprattutto Gaiole in Chianti in questi anni si è abituata a essere esempio. L'organizzazione della ciclostorica è qualcosa di complesso se si pensa che in una settimana questo paesino concentra su di se ottomila ciclisti pedalanti e un numero di persone tre volte più grande, tra accompagnatori, curiosi, appassionati, infiltrati eccetera. E dal 1997, l'anno della prima edizione, la gestione di rinfreschi, assistenza, gestione dei flussi e della logistica, viene fatta dall'intera comunità.
Prima o poi bisognerà ripartire, è necessario. Fare iniziare la fase 2 da Gaiole può essere una buona idea. E chissà, potrebbe portare pure bene.