Imola 2020, il mondiale di ciclismo ha trovato casa
Sfrattato dalla Svizzera, a causa delle restrizioni del governo per arginare la pandemia, è stato assegnato all'Italia. Andrà in scena dal 24 al 27 settembre
Il mondiale 2020 di ciclismo ha trovato una casa. L'Union Cycliste Internationale l'aveva cercata, aveva vagliato ipotesi, piani emergenziali, aveva studiato piani B, C, anche D, si era soprattutto sentita tradita. Perché subire uno sfratto a casa propria (i campionati del mondo dovevano disputarsi a Martigny e Aigle, quest'ultima città nella quale ha la sede l'Uci), sebbene a causa una restrizione per arginare l'emergenza pandemia, aveva portato più di un malumore nel massimo organismo del ciclismo mondiale.
Per qualche ora lo scoramento aveva gli uffici di Allée Ferdi Kübler. Si era diffusa la convinzione che tutto fosse perduto, che fosse troppo tardi per riorganizzare in una maniera decente la rassegna iridata, racconta al Foglio un dirigente dell'Union Cycliste Internationale che ha vissuto “l'incertezza di quei giorni e quella sensazione di sconfitta che è esplosa, sebbene ce l'aspettavamo. Non eravamo impreparati, ma tra essere preparati e affrontare un'emergenza passa una bella differenza”.
Sono state tre le candidature avanzate, due quelle prese davvero in considerazione. Da una parte la Francia, politicamente più forte e più in linea con la volontà dell'Uci di regalarsi un mondiale di salita (l'Alta Saona avrebbe inserito in un circuito La Planche des Belles Filles). Dall'altra l'Italia che alla memoria storica univa una logistica pressoché perfetta: un circuito pensato per la Formula 1 garantisce tutto il distanziamento sociale che serve. Ha vinto il buon senso. Imola avrà il suo mondiale, 52 anni dopo, ieri, quello che regalò l'iride a Vittorio Adorni.
Imola 2020, per la quale si impegnata la società che gestisce l’autodromo Enzo e Dino Ferrari, la Federciclismo e la regione Emilia Romagna, andrà in scena dal 24 al 27 settembre.