Michele Ruggiero (foto LaPresse)

Nella Commissione sulle banche sbarca l'esperienza della procura di Trani

Luciano Capone

La procura generale della Cassazione ha decretato incompetente la procura pugliese e ha mandato il fascicolo a Milano

Roma. Se la “Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario”, più che ad accertare in maniera seria e rigorosa cosa non ha funzionato in questi anni, deve servire a fare confusione politica e gonfiare suggestioni utili per la campagna elettorale, siamo sulla strada giusta. Un indizio di una tendenza del genere viene dalla scelta dei consulenti che dovrebbero supportare i parlamentari nell’inchiesta sulle responsabilità delle crisi bancarie. Non si tratta tanto del magistrato indicato dal Pd, Giancarlo Avenati Bassi, sostituto procuratore di Torino, che tra le altre cose si è occupato dell’inchiesta contro Davide Vannoni e la truffa di Stamina. Ma del pm della procura di Trani Michele Ruggiero che, secondo quanto riportava la Stampa qualche settimana fa, è stato indicato da una strana coppia di fatto: Renato Brunetta di Forza Italia e Carlo Sibilia del Movimento 5 stelle.

  

Ruggiero è il magistrato che ha reso famosa la piccola procura di Trani per le sue funamboliche inchieste sulla finanza nazionale e internazionale, che avevano sempre due cose in comune: riguardavano ipotetici complotti finanziari contro l’Italia e sono finite tutte in una bolla di sapone. Assoluzioni o archiviazioni. L’ultima novità riguarda la clamorosa inchiesta contro Deutsche Bank per manipolazione del mercato: i vertici della banca tedesca, incluso l’ex presidente Ackermann, sono accusati di aver venduto nel 2011 i bond italiani in pancia per far alzare lo spread. L’inchiesta, partita nel 2016, era finita su tutti i giornali anche perché ripercorreva le tesi cospirazioniste sul “golpe tedesco” care a Brunetta e rientrava nel filone delle inchieste di Trani sui “complotti” delle agenzie di rating contro l’Italia.

 

Ebbene, la notizia di questi giorni, che però non ha avuto alcuno spazio sui giornali, è che il 3 novembre la procura generale della Cassazione ha decretato incompetente la procura di Trani e mandato il fascicolo a Milano. Anche nelle inchieste sulle agenzie di rating, le posizioni di alcuni indagati sono state spostate a Milano, e le relative accuse archiviate. Chi invece ha avuto la sorte di restare a Trani, ha dovuto attendere qualche anno in più, ma alla fine anche in questi casi, poche settimane fa, tutti sono stati riconosciuti innocenti: assolti i vertici di Standard & Poor’s e assolto anche l’analista di Fitch, che era finito alla sbarra per un’intervista a Ballarò. Anche una terza agenzia di rating, Moody’s, era stata indagata da Ruggiero, ma lo stesso pm ne ha chiesto l’archiviazione.

 

Ruggiero è autore di tantissime altre inchieste sulle banche, tutte con esito analogo: l’inchiesta per usura e truffa contro Barclays è finita nel nulla, quella contro i vertici della Banca d’Italia sui derivati è stata archiviata, l’indagine del 2012 a 5 grandi banche internazionali per manipolazione del tasso Euribor non si sa che fine abbia fatto (come quella sull’High frequency trading dello stesso anno). L’elenco è lungo, ci sono tante altre inchieste di Ruggiero contro banche italiane e straniere: mai nessuno è stato condannato. Ma c’è stata tanta risonanza mediatico e, più di recente, diverse apparizioni in incontri di partito per discute delle inchieste che ha perso. Ora che per il suo lavoro Ruggiero è stato indicato da Forza Italia e M5s come super esperto nella commissione sulle banche, c’è da capire esattamente quanto il metodo della commissione parlamentare si avvicinerà a quello di un’aula di un tribunale e quanto a quello di un convegno politico.

 

Intanto ieri è stata archiviata un’altra fragorosa inchiesta del pm di Trani, quella in cui Ruggiero ipotizzava, dopo aver partecipato a un convegno con un medico no vax, una correlazione tra vaccini e autismo.

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  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali