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La centrale non ammazzava nessuno

La grottesca accusa contro la Tirreno Power a Vado Ligure: caduta

C’è una ennesima archiviazione nella tormentata vicenda giudiziaria della centrale elettrica a carbone Tirreno Power di Vado Ligure (Savona), parzialmente posta sotto sequestro preventivo nel 2014 per sospetto disastro ambientale. Allora si erano costituite in giudizio associazioni ambientaliste di primo piano e si era scatenata una canea mediatica e sui social network. Qualche giorno fa la procura ha chiesto al gip l’archiviazione dell’accusa di omicidio colposo nei confronti di 23 persone, tra cui i dirigenti della centrale e i funzionari pubblici tra cui l’ex sindaco di Vado Ligure Carlo Giacobbe e l’ex sindaco di Quiliano, Nicola Isetta. Nonostante due anni di indagini, nessuno è riuscito a dimostrare quello che aveva supposto l’allora procuratore Francantonio Granero, che aveva ritenuto tutti responsabili di 400 morti e di oltre duemila ricoveri tra il 2000 e il 2007.

 

L’arrivo a questa conclusione era prevedibile: mesi fa l’Istituto superiore di sanità aveva contestato l’impianto accusatorio, perché le perizie dell’accusa si basavano su una metodologia non certificata da alcun organo scientifico. Una cosa che ultimamente succede spesso: lo scorso anno uno dei medici protagonisti della vicenda di Vado Ligure – Dario Miedico, epidemiologo di 78 anni – era stato radiato dall’Ordine dei medici di Milano per avere firmato una lettera assieme ad altri colleghi contro l’obbligo delle vaccinazioni pediatriche. Miedico era nella delegazione free-vax incontrata a fine giugno dai sottosegretari Gaetti e Blundo del M5s al Viminale. Non è finita. A dicembre si aprirà a Savona il processo a carico di altri 26 dirigenti della Tirreno Power per disastro ambientale colposo legato alle ciminiere a carbone della centrale – alle quali, sfinita, la Tirreno Power aveva perfino rinunciato.

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