“Sulla prescrizione siamo perfino troppo buoni”, dice Colletti
Il deputato m5s, promotore della battaglia giustizialista, ne ha per tutti: Salvini, Bongiorno, Stefani. "Leghisti menefreghisti"
Roma. Ci tiene a rivendicarla, la paternità della proposta. “Sì, mi ci sono speso tantissimo, sin dal 2013”, dice Andrea Colletti. Il primo e più accanito nemico della prescrizione, nel M5s, è lui. “Ma è una battaglia identitaria – chiarisce – che riguarda tutti noi”. E dunque nessun arretramento? “Ci mancherebbe”. Neppure di fronte alle resistenze di Matteo Salvini? “La Lega dovrebbe ritenersi soddisfatta, visto che siamo già scesi a un compromesso: stando al nostro programma la prescrizione andrebbe sospesa a partire dal rinvio al giudizio, non dalla sentenza di primo grado”. Parla convinto, Colletti, mentre su un tavolinetto del Transatlantico lavora col suo pc. D’altronde è stato assegnato alla commissione Esteri. E lì, dice lui, “non si fa granché”. Deluso? “In realtà sono contento”, ribatte il deputato pescarese, al secondo mandato. “Avendo meno pratiche da seguire, posso incalzare meglio il governo”. E farlo, ovviamente, proprio sui temi della giustizia: quelli che a Colletti, avvocato civilista, stanno più a cuore. E non è un caso che, subito dopo pranzo, intorno a lui si coaguli il nugolo dei grillini della commissione Giustizia, compresa Francesca Businarolo, relatrice dell’emendamento incriminato. “E’ stato un errore trattare l’argomento così, con tre righe inserite in tutta fretta in un decreto che parlava d’altro”, dice Colletti. “Perché è stato fatto? Bisogna chiederlo al ministro Bonafede, da cui è arrivato l’input”. La sua collega di governo, Giulia Bongiorno, parla di una “bomba nucleare”. “E ci credo. Il più grande successo della sua carriera d’avvocato è stata proprio una prescrizione. E d’altronde era in Forza Italia: anche lei, come tanti suoi attuali compagni della Lega, ha votato le leggi porcata di Berlusconi”.
La ministra Erika Stefani dice che la soppressione della prescrizione è “una follia”. “Folle è tollerare che condanne in primo grado finiscano in prescrizione in appello. Solo in Italia accade. La Stefani dovrebbe ricordare la storia di quello che stava contromano, in autostrada, e pensava che i pazzi fossero tutti gli altri”. Igor Iezzi… “Iezzi chi?”. Il deputato del Carroccio molto ascoltato da Salvini in tema di giustizia: è convinto che la vostra sia una forzatura. “Bah”. Anche Giancarlo Giorgetti dice che la soppressione della prescrizione non è nel programma di governo. “In effetti nel contratto il tema è affrontato in modo vago. Protestai per questo, quando lo scrivemmo”. Ma indietro non si torna. “No. La prescrizione innesca un sistema perverso per cui gli avvocati sono spesso obbligati a cercare cavilli e lungaggini inutili. I processi in Italia sono troppo lunghi, questo è evidente”. E non c’è un’altra soluzione che riduca i tempi senza ridurre i diritti dei cittadini? “Parliamo comunque di diritti di imputati, qui”. Persone innocenti, fino a prova contraria. E comunque, appunto, persone. “Ma i diritti di chi ha subito un torto, dove li mettiamo?”. Un po’ giustizialista, come approccio. “Certo. Io sono giustizialista, nel senso che sono per il rispetto della giustizia”. E tuttavia, per capire se l’emendamento passerà, c’è bisogno che Salvini e Di Maio trovino l’accordo. “Vero. Ma è da molto tempo, ormai, che il Parlamento conta ben poco”. Voi lo contestavate. “Non governiamo da soli. Nel M5s c’è molta più libertà, i parlamentari leghisti invece sono dei menefreghisti: stanno lì, muti, in attesa dell’ordine del capo”.