La riforma Bonafede e il tavolo della maggioranza. In gioco, per i dem, c’è anche l’identità di partito riformista-garantista
Roma. Un vertice di maggioranza (ieri sera), alla presenza del premier Giuseppe Conte e del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, per decidere che cosa fare (o non fare). In gioco c’è l’urgenza di attutire (per non dire cancellare) l’effetto della riforma Bonafede, lo stop alla prescrizione entrato in vigore il primo gennaio tra le proteste delle Camere penali e di chi, da osservatore o da addetto, ha sottolineato l’orrore potenziale di un “processo senza fine” e la discesa in un gorgo di disequilibrio tra poteri, non in linea con i princìpi di uno stato di diritto.
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