Roma. Nessun passo indietro sulla riforma che abolisce la prescrizione, ma al massimo una sua applicazione soltanto nei confronti dei condannati in primo grado; una legge che velocizzi i tempi dei processi; una norma con cui “poter chiedere conto del suo operato al magistrato che sfora i tempi in appello”. Sono queste le controproposte sulla prescrizione e sulla giustizia avanzate dal Guardasigilli Alfonso Bonafede agli alleati di governo (Pd, Italia viva, Leu) al termine del vertice di maggioranza di giovedì sera, che ha visto anche la partecipazione del premier Giuseppe Conte. Una partecipazione che sarebbe risultata decisiva a sbloccare l’impasse in cui erano di nuovo finiti i negoziati, ma che non ha evitato che alla fine i grillini elaborassero proposte dal carattere assolutamente generico, se non a tratti addirittura incostituzionale. Pd e Italia viva esultano per la “caduta del totem della prescrizione”, ma nessuno in fondo sa ancora quali sarebbero le misure ideate dal Guardasigilli per velocizzare la giustizia e garantire tempi certi, né tantomeno le norme che dovrebbero permettere un controllo disciplinare (con eventuali sanzioni) sull’operato dei magistrati ritardatari (e Dio solo sa quanto sia difficile in questo paese introdurre meccanismi effettivi di valutazione dell’attività delle toghe).
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