Ci voleva una donna per cercare di sottrarre Harvey Weinstein all’isteria dell’opinione pubblica, e riportarlo in tribunale sui binari del giusto processo. E infatti, accusato da decine di donne di violenza sessuale, l’ex fondatore della Miramax si è scelto come avvocato una donna per presentarsi sul banco degli imputati davanti alla Corte suprema di New York. Alta, bruna, slanciata, capelli lunghi, naso prominente, mascella squadrata, nonostante la bisaccia che le pende sul fianco, Donna Rotunno è apparsa in tv mentre lo segue come un’ombra camminando lentamente dietro di lui sui tacchi a stiletto. Afferra il deambulatore per sollevarlo, mentre Weinstein, sguardo assente e barba sfatta, arranca sui gradini del palazzo di giustizia, aggrappandosi al mancorrente. Se l’ex capo della Miramax, condannato su scala planetaria dal #MeToo per gli abusi sessuali, è la perfetta incarnazione della caduta di un potente, ridotto a un vecchio claudicante spezzato dal dolore, il suo avvocato, modi sportivi e portamento regale, sembra la personificazione del fair play, del rispetto delle regole, dell’ossequio a una norma superiore…
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