Fisiologico un piffero, caro dott. Gratteri
Catanzaro è la capitale italiana delle ingiuste detenzioni, lo dice il ministero
Roma. Mentre l’Italia televisiva era incollata al debutto di Sanremo, su La7 Giovanni Floris intervistava un importante magistrato. Non il solito Piercamillo Davigo ma il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, per quanto non si notino sfumature di pensiero tra i due. Durante la trasmissione Gratteri ha ricordato di essere stato a un passo dal diventare ministro della Giustizia nel governo di Matteo Renzi, che gli aveva garantito carta bianca sulla riforma della giustizia. Ma (per fortuna, viste le idee esposte) sul suo nome è caduto il veto del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il resto dell’intervista – con frasi del tipo “in Italia non c’è cultura manettara, ma solo l’idea dell’impunità” e “non vedo giustizialismo, ma l’applicazione della legge” – ha reso onore alla difficile decisione di Napolitano riguardo a un ruolo, quello di ministro della Giustizia, per cui sono necessari equilibrio e attenzione alle garanzie dei cittadini. Ed è proprio su questo aspetto che è interessante la risposta di Gratteri alla domanda del direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, sul problema dell’elevato numero di arresti di innocenti. Il procuratore di Catanzaro non ha negato la questione, come sciaguratamente ha fatto il ministro Bonafede, ma ha detto che: “Non è un problema, è fisiologico”.
L’ingiusta detenzione è invece un grave problema, che in una certa misura sarà pure fisiologico. Ma se c’è un posto dove il fenomeno è patologico, è proprio la Catanzaro del dottor Gratteri. Il capoluogo calabrese è la capitale nazionale dell’ingiusta detenzione e non si comprende come il procuratore di Catanzaro Gratteri possa ignorare questo problema o esserne indifferente. Eppure la questione è stata posta al centro della scorsa inaugurazione dell’anno giudiziario, e in particolare dal puntuale (e irrituale) intervento dell’allora procuratore generale Otello Lupacchini – da poco punito dal Csm con il trasferimento a Torino, proprio per lo scontro con Gratteri. “Un dato particolarmente allarmante – disse Lupacchini – è quello degli innocenti finiti senza colpa in custodia cautelare e dei soldi spesi dallo stato in risarcimenti per ingiusta detenzione. Il numero di vittime continua ad aumentare senza sosta, così come il denaro che viene versato nei loro confronti a titolo di indennizzo”. La denuncia del procuratore generale di Catanzaro sembra rispondere in anticipo alle parole di Gratteri: “Eppure questa emergenza sembra quasi non interessare gli addetti ai lavori, quasi che le persone che finiscono in carcere ingiustamente ogni anno costituiscano un ‘dato fisiologico’, una sorta di ‘effetto collaterale’ inevitabile, di fronte alla mole di processi penali che si celebrano. Con buona pace del danno inestimabile e impossibile da risarcire alle persone interessate, delle vite private e professionali distrutte, delle conseguenze psicologiche gravissime”.
La misura dell’imponenza del fenomeno nel capoluogo calabrese è nei dati. “Il distretto con il maggior numero di casi indennizzati è quello della Corte di Appello di Catanzaro – disse Lupacchini – che per il sesto anno consecutivo si è confermata nei primi tre posti, con 158 persone che nel 2017 hanno subito un’ingiusta detenzione. Seguono i distretti di Roma con 137, e di Napoli con 113”, che però sono distretti molto più grandi. A Catanzaro “nel 2017 si è registrata la cifra monstre di 8 milioni e 900 mila euro, ben più del doppio di quanto si è speso per i casi della Capitale, cioè poco più di 3 milioni e 900 mila euro. Eppure i numeri in assoluto di procedimenti e processi celebrati nel distretto di Catanzaro e in quello di Roma sono incommensurabili, sicché è di tutta evidenza come la percentuale giochi a sfavore del nostro distretto”.
Il rompiscatole Lupacchini – un magistrato che in carriera si è occupato di importantissimi processi di terrorismo rosso e nero (omicidi D’Antona e Amato) e di criminalità organizzata (banda della Magliana) – è stato allontanato dal Csm dopo aver criticato Gratteri, ma a Catanzaro si continua ad arrestare ingiustamente. I dati più aggiornati del ministero della Giustizia, contenuti nella “Relazione dei provvedimenti di riconoscimento del diritto alla riparazione per ingiusta detenzione”, lo testimoniano. Nel triennio 2016-2018 le domande di riparazione accolte sono state 349, su un totale nazionale di 2.064: vuol dire che più di un’ingiusta detenzione su 6 avviene a Catanzaro. Se si passa ai pagamenti, il dato è scioccante. Nel 2018, su 33,3 milioni di euro di indennizzi versati dallo stato per ingiusta detenzione, 10,3 milioni di euro riguardano il distretto di Catanzaro: circa un terzo del totale, circa 3 volte Roma (3,5 mln), oltre 4 volte Napoli (2,4 mln), quasi 6 volte Palermo (1,8 mln), oltre 17 volte Milano (0,6 mln). Ma c’è un altro dato anomalo: in generale, per tutte le Corti di Appello – grandi o piccole, con sedi di Direzione distrettuale antimafia o meno – il numero di richieste di risarcimento per ingiusta detenzione respinte è superiore a quelle accettate. C’è una sola eccezione: Catanzaro “il cui dato – scrive la relazione predisposta dal ministro Bonafede – è in netta controtendenza con il dato generale. Si registra un numero di provvedimenti di accoglimento delle domande di riparazione di gran lunga superiore a quello dei provvedimenti di rigetto”. Ma per il procuratore di Catanzaro Gratteri è tutto fisiologico.
Nel frattempo l’inchiesta “Rinascita Scott” – la maxi-retata anti ‘ndrangheta di Gratteri che il 19 dicembre ha portato all’arresto di 334 persone – a distanza di poco più di un mese ha subìto la 152esima modifica o annullamento delle misure cautelari: 32 da parte del Gip e 120 da parte del Tribunale del riesame. Circa una su due. Centocinquantadue persone arrestate e incarcerate, che ora sono tornate in libertà.