Old Wild Gratteri
Il pm vuole i lavori forzati per i detenuti. Roba da film western, non da Costituzione
Premessa la massima solidarietà per le minacce ricevute dalla criminalità organizzata e l’apprezzamento per il suo impegno nel contrasto alla ’ndrangheta, il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri – uno dei magistrati più attivi sui media – dovrebbe forse essere un po’ più cauto quando offre al pubblico statistiche basate su sensazioni personali (come quelle sulla corruzione nella magistratura che sarebbe del 6-7 per cento oppure del 2-3 per cento) e anche quando fa proposte a dir poco semplicistiche di riforma della giustizia. Perché se in generale tutte hanno un sapore un po’ reazionario, alcune – nello specifico – sono proprio incostituzionali e fanno venire i brividi se escono dalla bocca di un procuratore.
Intervistato da Lucia Annunziata, ad esempio Gratteri ha candidamente proposto i lavori forzati per i detenuti. C’è il problema che sarebbe illegale, ma basta cambiare nome alla schiavitù in “lavoro come rieducazione e come trattamento”: sarebbe cioè una “terapia” medica. “Abbiamo 50 mila detenuti, ma non abbiamo soldi per pagarli – è la riflessione di Gratteri – ma se dico ‘il lavoro come terapia’ non devo pagarli per lavorare, ma solo l’assicurazione”: A quel punto avremmo “spiagge, fiumi e montagne più pulite al mondo”.
A Gratteri, che senza rendersi neppure conto del significato ha detto all’Annunziata di condividere il tragico motto “Il lavoro rende liberi”, ha risposto in maniera efficace l’associazione Antigone che si occupa dei diritti dei detenuti e delle garanzie del sistema penale: “Il lavoro gratuito non è altro che lavoro coatto. Il diritto internazionale vieta i lavori forzati. La storia delle tirannie – nazionalsocialista ma anche stalinista – è una storia iconograficamente nota al mondo anche tramite le immagini dei lavori forzati. Auschwitz-Birkenau era un campo di lavori forzati”.
E ancora: “Il sistema penitenziario non ha bisogno di taumaturghi e soluzioni giustizialiste. Necessita di razionalità e umanità”. I prigionieri con il piccone in mano e la palla al piede, sorvegliati dagli sceriffi col fucile in spalla, sono compatibili con i film western ma non con l’articolo 27 della Costituzione.