Tre anni e mezzo non bastano. Il gip lascia Tiziano Renzi sulla graticola giudiziaria del caso Consip
Il giudice accoglie parzialmente la richiesta di archiviazione avanzata dalla procura di Roma ma dispone ulteriori indagini per il padre dell'ex premier e per l'ex ministro Lotti. Inoltre chiede di iscrivere nel registro degli indagati Denis Verdini
Né archiviato né rinviato a giudizio. A tre anni e mezzo di distanza dall’inizio delle indagini, proprio mentre il problema dei tempi lunghi dei processi si trova al centro del dibattito politico, Tiziano Renzi resta sospeso sulla graticola giudiziaria. Il gip di Roma, Gaspare Sturzo, ha accolto parzialmente la richiesta di archiviazione – la seconda – avanzata dalla procura capitolina nei confronti del padre dell’ex premier, indagato per traffico di influenze illecite nell’ambito della vicenda Consip, ordinando ai pm di svolgere altre indagini.
Non sono dunque bastati tre anni e mezzo di indagini, avviate a Napoli dai pm Henry John Woodcock e Celeste Carrano (e poi trasferite nella Capitale per competenza territoriale) e ben due richieste di archiviazione da parte della procura di Roma, per decidere il destino di Renzi senior. Il gip ha archiviato la sua posizione in relazione a due episodi in cui era stato indagato per traffico di influenze illecite in concorso con gli imprenditori Carlo Russo e Alfredo Romeo, e l’ex parlamentare Italo Bocchino. Si tratta, da un lato, della presunta mediazione esercitata nei confronti dell’ex ad di Grandi Stazioni, Silvio Gizzi, dell’ex amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni e dell’allora direttore generale del patrimonio Inps, Daniela Becchini, e, dall’altro, della presunta mediazione esercitata sull’ex sindaco di Sesto San Giovanni Monica Chittò. Il gip, tuttavia, ha disposto ulteriori indagini su altri episodi per capire se da parte del padre del leader di Italia viva ci sia stata o no un’attività di mediazione su commesse e appalti riguardanti la Centrale acquisti della pubblica amministrazione.
“Per due volte la procura di Roma ha chiesto l’archiviazione di Tiziano Renzi, riconoscendo la correttezza del comportamento del mio cliente. Rimaniamo a disposizione dei magistrati romani anche per le nuove indagini, con la tranquillità e la fiducia di chi intende collaborare con gli inquirenti, prendendo atto che - a differenza dei ripetuti rumors della vigilia - il gup non ha ordinato l’imputazione coattiva sotto alcun profilo”, ha affermato l’avvocato Federico Bagattini, difensore di Tiziano Renzi.
Il gip ha detto no all’archiviazione, disponendo ulteriori indagini, anche nei confronti dell’ex ministro dello Sport, Luca Lotti, e del generale dei carabinieri, Emanuele Saltalamacchia, indagati con l’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio nel filone riguardante la fuga di notizie sull’inchiesta Consip. Per la vicenda i due sono già stati rinviati a giudizio con l’accusa di favoreggiamento, insieme all’ex comandante generale dell’Arma dei carabinieri, Tullio Del Sette, imputato anche per rivelazione di segreto d’ufficio. “Dopo oltre tre anni, occorrerà attendere altri tre mesi. Io dico: bene così! – ha commentato Lotti sul proprio profilo Facebook – Nessuna polemica, anzi. Sono certo che questo ulteriore tempo chiarirà meglio e fino in fondo questa vicenda. E servirà a dimostrare come io non possa avere rivelato ‘segreti d’ufficio’ che non conoscevo e che non afferivano all’incarico governativo che all’epoca ricoprivo”. “Per quanto mi riguarda, da oltre mille giorni attendo di potermi difendere nelle sedi opportune e non sui giornali”, ha concluso Lotti, dicendosi “sicuro che alla fine tutto sarà chiarito in un’aula di Tribunale, come è giusto che avvenga in un Paese democratico”.
Ulteriori indagini inoltre dovranno essere svolte nei confronti di Bocchino per il reato di corruzione per atti di ufficio, in relazione alla gara Consip Fm4 (ovvero l’appalto di “facility management” finito al centro del primo filone d’indagine), alla gara “Grandi stazioni” e all’emissione di fatture.
Ma la grande novità nel caso Consip è rappresentata dalla richiesta del gip di iscrivere nel registro degli indagati anche l’ex parlamentare Denis Verdini, l’ex deputato Ignazio Abrignani e l’imprenditore Ezio Bigotti per presunte condotte di turbativa d’asta e concussione. La prima fattispecie riguarda la gara Consip Fm4, mentre la seconda riguarda la vicenda Cofely. Un ingresso in scena, quello di Verdini, sorprendente, ma che dovrà essere approfondito dalla procura. L’unica cosa certa, per ora, sono le lungaggini di un procedimento nato ben tre anni e mezzo fa e, in buona parte, ancora fermo alla fase delle indagini.