Lei è pronto per la politica. Nel centrodestra. “Non scherziamo”, Luca Palamara si schermisce ma ci pensa. “In questo momento devo difendermi – dice la toga al centro dello scandalo nomine in una intervista in esclusiva al Foglio – Poi si vedrà: nella vita bisogna sempre farsi trovare pronti, e io ho accumulato un patrimonio di conoscenze, certo”. Si sente il capro espiatorio, quello che paga per tutti perché nessuno paghi. “Quello che hanno fatto a me può capitare a chiunque – prosegue Palamara – Gli ultimi dieci anni mi hanno certamente allontanato dalla giurisdizione, mi sono occupato di altro, ero nell’epicentro di un sistema clientelare e ho gestito il potere. Ho maturato esperienze politiche e associative che hanno trasformato sensibilmente il mio ruolo”. Lei può essere il testimonial perfetto del magistrato redento. “La politica attiva rappresenterebbe un percorso del tutto nuovo, in questo momento devo concentrarmi sulla difesa, poi si vedrà”. Lei ha le ore contate nella magistratura: lo sa, vero? “Siamo in uno stato di diritto: voglio far emergere la verità utilizzando gli strumenti che l’ordinamento mi mette a disposizione”.
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