Nell’indifferenza quasi generale, complice il ricordo ancora vivido dello scandalo delle nomine pilotate al Csm, le toghe italiane sono tornate alle urne per eleggere il Comitato direttivo centrale (il cosiddetto “parlamentino”) dell’Associazione nazionale magistrati. Non tutte, però, ed è questo il primo dato da considerare: nonostante per la prima volta si votasse con modalità telematica, sono 6.101 i magistrati che hanno deciso di esprimere la propria preferenza. Mille in meno dei 7.100 che si erano registrati per il voto online e duemila in meno rispetto alle elezioni del 2016. Se si considera che i magistrati presenti in Italia sono quasi 9.800, ciò significa che soltanto il 62 per cento delle toghe ha partecipato alle elezioni. Un calo netto del tasso di partecipazione dei magistrati alle dinamiche associative, che però sembra non interessare nessuno.
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