La politica che abdica e la magistratura che prova a metterci una pezza. E’ una costante italiana, che nel caso dell’omicidio di Giulio Regeni in Egitto assume caratteri di tragedia se non di capitolazione nazionale. L’unica iniziativa chiara dello stato italiano di fronte all’evidenza di un delitto di regime, l’assassinio di un concittadino di ventotto anni, è l’indagine della procura di Roma che avanza zoppicando nel torpore e nella vigliaccheria dello stato egiziano, tra osceni tentativi di insabbiamento, atti diffamatori nei confronti della vittima e perniciosi silenzi del governo di Roma.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE