La prospettiva del nuovo esecutivo Draghi come governo di competenti accende speranze anche per lo specifico settore della giustizia penale. Un settore che – com’ è noto ed è stato ribadito nelle recenti cerimonie d’apertura dell’anno giudiziario – soffre di così gravi e multiformi patologie, da richiedere in teoria una strategia integrata di interventi chirurgici e di terapie troppo complessa e sofisticata per poter essere anche soltanto concepita da un Guardasigilli grillino intriso di rozza demagogia populista come l’uscente Alfonso Bonafede. Per di più, chi scrive ritiene da tempo che i mali da curare trascendano l’ambito delle consuete doglianze relative alla eccessiva lentezza dei processi, alla enorme quantità di reati che inflaziona la macchina giudiziaria, alle carenze di personale e alle insufficienze di risorse materiali e umane che provocano il malfunzionamento degli uffici giudiziari (cui si aggiungono i perduranti contrasti di vedute e le vivaci polemiche in tema di prescrizione ecc.).
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