Giustizia e vaccini
La Procura di Siracusa dissequestra 250 mila dosi AstraZeneca, ormai scadute
Dovranno essere utilizzate entro fine maggio o andranno perse. Il sequestro avvenne in seguito al caso del sottufficiale della Marina militare Stefano Paternò deceduto dopo la vaccinazione
Dopo oltre due mesi di attesa e verifiche, ieri mattina sono state avviate in tutto il territorio nazionale le operazioni dei Nas di dissequestro e restituzione dei vaccini AstraZeneca, lotto ABV 2856, sequestrati lo scorso 11 marzo su disposizione della Procura di Siracusa. Il sequestro a fini probatori avvenne a seguito della segnalazione riferita al caso del sottufficiale della Marina militare Stefano Paternò, in servizio presso la base navale di Augusta, deceduto dopo essersi sottoposto a vaccinazione.
Dalle verifiche è emerso che “i lotti oggetto di attenzione, oltre a essere corrispondenti per natura, caratteristiche e composizione con gli altri lotti di vaccino anti Covid-19 analizzati, rispecchiano pienamente i parametri qualitativi e sono conformi al dossier di registrazione approvati dall’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali”. A quel punto la procura di Siracusa, “tra le prime in Italia ad avviare le indagini, a seguito dei responsi analitici pervenuti dall’Istituto nazionale per la Salute pubblica e l'ambiente olandese e dal Centro nazionale per il Controllo e la valutazione dei farmaci dell’Istituto Superiore di Sanità”, ha emesso un provvedimento di restituzione che dispone la revoca del sequestro e la restituzione ai centri vaccinali delle dosi di vaccino sequestrato.
Le dosi dissequestrate e restituite ai responsabili di ciascuna struttura sanitaria dove erano custodite “nel pieno rispetto delle linee guida sulle modalità di conservazione per garantire la catena del freddo”, saranno destinate in questi giorni nuovamente agli Hub, per il normale ciclo vaccinale in favore della popolazione. Tutto bene quel che finisce bene, verrebbe da dire. Se non fosse che arrivati, a questo punto, le regioni dovranno riuscire a utilizzare queste centinaia di migliaia di dosi in tempi strettissimi. Il lotto del vaccino AstraZeneca ABV 2856, da 249.600 dosi, scadrà infatti a maggio 2021. E dunque i vaccini che non verranno utilizzati entro i prossimi cinque giorni saranno destinati alla spazzatura. Un esito che avrebbe del paradossale alla luce del fatto che per mesi le regioni hanno lamentato un rallentamento della campagna vaccinale dovuto proprio alla carenza di dosi a disposizione. Alcune regioni, come ad esempio il Friuli Venezia Giulia, anche la scorsa settimana lamentavano lo stop forzato alle nuove vaccinazioni con il prodotto dell’azienda anglo-svedese a causa della scarsità di vaccini. Questi ultimi venivano infatti conservati in modo da poter garantire il richiamo a chi si era già sottoposto alla prima dose nei mesi scorsi. Anche perché AstraZeneca, a oggi, è l’azienda che, per diversi motivi – tra i quali il blocco dell’export da parte di alcuni paesi come Stati Uniti ed India – ha avuto maggiori difficoltà sia nella puntualità che per quantità di dosi consegnate rispetto a quelle previste dal contratto siglato con l’Unione europea.
Le difficoltà di approvvigionamento avevano anche reso impossibile nei giorni scorsi accontentare altri territori che avevano richiesto ulteriori dosi di AstraZeneca in vista degli open day organizzati nei week end. E il prolungato blocco delle dosi appare ancora più singolare di più alla luce del fatto che già il 18 marzo, una settimana dopo il sequestro del lotto, la stessa Ema a seguito di indagini sulla sicurezza del vaccino contro il Covid di AstraZeneca aveva appurato che non vi era alcuna “evidenza di un problema relativo a lotti specifici del vaccino o a particolari siti di produzione”.
Da ricordare che un altro lotto, ABV5811, sempre del vaccino di AstraZeneca, era stato posto sotto sequestro lo scorso 15 marzo dalla Procura della Repubblica di Biella a seguito del decesso di un insegnante di musica. In quel caso il lotto da 393.600 dosi era stato però dissequestrato poche settimane dopo, il 29 marzo. Ora invece i lunghi tempi della giustizia rischiano di far pagar dazio alla campagna vaccinale con migliaia e migliaia di dosi riconsegnate alle Regioni a ridosso della loro scadenza.
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