I pm di Firenze hanno violato la legge inviando atti del caso Open al Copasir?
La procura di Firenze, che ha condotto l’indagine sull’ex fondazione renziana, avrebbe inviato al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica atti riguardanti Renzi che invece avrebbero dovuto distruggere
I magistrati di Firenze che hanno condotto l’indagine su Matteo Renzi e l’ex fondazione Open avrebbero inviato al Copasir atti dell’indagine riguardanti l’ex premier che invece avrebbero dovuto distruggere. E’ l’ultima, inquietante novità dell’iniziativa giudiziaria lanciata dalla procura fiorentina nei confronti del leader di Italia viva, rinviato a giudizio con l’accusa di finanziamento illecito ai partiti insieme ad altri dieci imputati. Lunedì, all’avvio dell’udienza preliminare, Renzi ha voluto essere presente in aula. Poi davanti ai cronisti ha ribadito le sue critiche ai pm: “Non hanno rispettato né la Costituzione né la legge né le sentenze della Cassazione”, ha attaccato, prima di avanzare un sospetto: “Mi auguro che non abbiano violato la Cassazione inviando il materiale su Carrai al Copasir”.
Renzi si riferiva a quanto avvenuto nel novembre scorso, quando da alcuni quotidiani venne rivelata l’esistenza – tra le oltre 90 mila pagine di atti dell’indagine su Open – di un’informativa della Guardia di finanza contenente gli estratti del conto corrente a lui intestato. Il documento elenca gli incassi legittimamente ricevuti dall’ex premier tra il 2018 e il 2020 sia per l’attività di partecipazione a conferenze internazionali che per la pubblicazione di libri. Anche se questi incassi non sono mai stati “oggetto di indagine”, è così emerso che Renzi ha ricevuto compensi anche da enti vicini al governo dell’Arabia Saudita.
In seguito alla diffusione di questi documenti penalmente irrilevanti, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica ha deciso di chiedere alla procura di Firenze gli atti dell’inchiesta per verificare eventuali profili di interesse per il comitato e cioè possibili minacce alla sicurezza nazionale.
Nelle scorse settimane, i pm fiorentini avrebbero proceduto all’invio degli atti. Sull’attività del Copasir aleggia estrema riservatezza, ma negli ultimi giorni negli ambienti renziani si è diffuso il sospetto che la procura fiorentina abbia proceduto all’invio dell’intera mole di materiali dell’indagine Open, inclusi i documenti fatti sequestrare a Marco Carrai, ex membro del cda della fondazione. C’è, però, un piccolo problema: lo scorso 18 febbraio la Corte di Cassazione ha infatti dichiarato illegittimo per la terza volta, e in maniera definitiva, il sequestro dei documenti effettuato nei confronti di Carrai, disponendo “la restituzione di quanto in sequestro all’avente diritto senza trattenimento di copia dei dati”. Il materiale sequestrato non potrà quindi essere utilizzato nel processo.
Insomma il sospetto, manifestato da Renzi, è che i pm fiorentini, anziché attendere che il contenzioso con Carrai giungesse a conclusione, abbiano inviato al Copasir anche i documenti acquisiti illecitamente nei suoi confronti, rendendosi così protagonisti di una evidente scorrettezza procedurale e costituzionale nei confronti di un senatore. A quanto risulta al Foglio, nelle prossime ore il Copasir avvierà accertamenti sul caso, che, se confermato, avrebbe dell’incredibile.