Ergastolo ostativo, la Consulta concede al Parlamento altri sei mesi per una legge

Ermes Antonucci

"Proprio in considerazione dello stato di avanzamento dell'iter di formazione della legge appare necessario un ulteriore rinvio dell’udienza, per consentire al Parlamento di completare i propri lavori”, ha detto il presidente della Corte Giuliano Amato

La Corte costituzionale ha deciso di rinviare al prossimo 8 novembre la trattazione della questione di legittimità costituzionale delle norme in materia di ergastolo ostativo, concedendo così altri sei mesi al Parlamento per legiferare sul tema. Un anno fa la Consulta aveva dichiarato illegittime le norme che precludono (in modo assoluto) ai mafiosi condannati all’ergastolo che non abbiano utilmente collaborato con la giustizia la possibilità di accedere alla libertà condizionale, ritenendole in contrasto con gli articoli 3 e 27 della Costituzione e con l’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

 

Considerato, però, che l’accoglimento immediato della questione si sarebbe trasformato in un intervento demolitorio sulla normativa in vigore, su una materia così delicata, i giudici costituzionali decisero di concedere al Parlamento dodici mesi di tempo per approvare una legge sul tema, ponderando e coordinando i vari interessi in gioco.

 

Lo scorso aprile la Camera ha approvato la nuova legge sull’ergastolo ostativo, che ora però è ancora all’esame del Senato. Con un approccio costruttivo, certamente apprezzabile, la Corte costituzionale ha deciso di rinviare di altri sei mesi la decisione definitiva sul tema: “Proprio in considerazione dello stato di avanzamento dell'iter di formazione della legge appare necessario un ulteriore rinvio dell’udienza, per consentire al Parlamento di completare i propri lavori”, ha detto il presidente della Corte Giuliano Amato leggendo in aula la decisione presa in camera di consiglio sul rinvio. Da qui la nuova data dell’8 novembre.

 

La richiesta del rinvio era stata avanzata dalla commissione Giustizia del Senato e dall’Avvocatura dello stato, costituita in giudizio sin dall’inizio del procedimento per conto del governo. Spetterà ora al Parlamento mostrare uno spirito altrettanto costruttivo, terminando l’iter di approvazione della nuova legge entro i termini stabiliti, a differenza di quanto avvenuto in altri casi (si pensi al fine vita).