Il Csm ha nominato Luigi Salvato nuovo procuratore generale della Cassazione
Alla presenza del capo dello stato Sergio Mattarella, il Consiglio superiore della magistratura ha scelto (a maggioranza) Salvato come successore di Giovanni Salvi alla procura generale della Cassazione, una delle poltrone più importanti della magistratura
Alla presenza del capo dello stato Sergio Mattarella, il plenum straordinario del Consiglio superiore della magistratura ha nominato a maggioranza Luigi Salvato come nuovo procuratore generale della corte di Cassazione. Salvato, attualmente procuratore generale aggiunto in Cassazione (praticamente il numero due), prenderà il posto di Giovanni Salvi, che andrà in pensione il 9 luglio per sopraggiunti limiti d’età. Il Csm lo ha preferito a Luigi Riello, procuratore generale a Napoli. Una scelta di continuità, dunque, per una delle poltrone più importanti della magistratura: il pg della Cassazione, infatti, è titolare, insieme al ministro della Giustizia, del potere di azione disciplinare nei confronti delle toghe ed è componente di diritto del Csm, oltre che del suo comitato di presidenza.
In magistratura dal 1980, Salvato è stato giudice a Santa Maria Capua Vetere e a Napoli, ha ricoperto incarichi al Csm (all’ufficio studi e poi come segretario generale) e per oltre 15 anni ha ricoperto le funzioni di magistrato di Cassazione: prima addetto all’ufficio del massimario, poi come consigliere, sostituto procuratore generale, infine come avvocato generale e dal 2020 come procuratore generale aggiunto. Un curriculum evidentemente superiore a quello del suo concorrente, soprattutto se si considera il periodo trascorso al vertice della Cassazione, attraverso l’esercizio delle cosiddette funzioni direttive di legittimità (oltre quattro anni per Salvato, nemmeno uno per Riello).
Nonostante ciò, e nonostante la presenza di Mattarella (che da sempre auspica la massima condivisione fra i gruppi della magistratura nelle scelte dei capi degli uffici giudiziari), la nomina di Salvato non ha ottenuto l’unanimità del plenum. Salvato ha ottenuto 17 voti contro gli 8 andati a Riello (si è astenuto un consigliere). Salvato è stato sostenuto dai gruppi di Unicost, Area e Autonomia e Indipendenza, dai togati indipendenti Carmelo Celentano e Sebastiano Ardita e dai laici in quota M5s, dall’attuale pg della Cassazione Giovanni Salvi, dal primo presidente della Suprema corte Pietro Curzio e dal vicepresidente del Csm David Ermini, collegato alla seduta da remoto. A favore di Riello hanno invece votato tutti i consiglieri di Magistratura indipendente, il togato indipendente Nino Di Matteo, i due laici di Forza Italia e il laico della Lega.
Salvato è il secondo procuratore generale della Cassazione a essere nominato dalla medesima consiliatura del Csm. Salvi venne infatti scelto dal Csm come nuovo capo della procura generale del Palazzaccio nel novembre 2019, dopo il terremoto causato dallo scandalo Palamara, che arrivò a coinvolgere l’allora pg della Cassazione Riccardo Fuzio. Quest’ultimo si dimise dopo essere stato indagato dalla procura di Perugia per rivelazione di segreto d’ufficio.
“Auspico che il Consiglio superiore della magistratura continui a svolgere le sue funzioni assicurando tempestività e la doverosa trasparenza nelle sue decisioni nell’ultimo tratto del quadriennio. Saranno mesi di lavoro intenso in cui continuerò a seguire con attenzione e rispetto per il suo ruolo l’attività consiliare”, ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in chiusura della seduta del plenum del Csm.
In verità, proprio in virtù del vicino rinnovo del Csm, previsto a settembre, le nomine dei capi di importanti uffici giudiziari i cui vertici sono rimasti vacanti (come la procura di Napoli o la procura generale di Firenze) saranno rinviate alla nuova consiliatura. I componenti togati del prossimo Csm saranno eletti dai magistrati sulla base del nuovo sistema elettorale previsto dalla riforma Cartabia approvata dal Parlamento pochi giorni fa. Proprio il Csm mercoledì ha fornito parere favorevole allo schema predisposto dalla ministra Cartabia che ridefinisce i collegi per le prossime elezioni. Il nuovo sistema elettorale, maggioritario binominale con un correttivo proporzionale, è finalizzato a ridurre il potere delle correnti, che però sembrano già aver concepito il modo per aggirare gli ostacoli.