Dai pm antimafia al giudice romanziere: i candidati al nuovo Csm
Il 18 e 19 settembre i quasi diecimila magistrati italiani eleggeranno i nuovi componenti togati del Consiglio superiore della magistratura. L'elenco dei principali candidati presentati dalle correnti e quelli indipendenti
Non saranno soltanto i politici a fare campagna elettorale sotto gli ombrelloni. Il 18 e 19 settembre i quasi diecimila magistrati italiani saranno chiamati a eleggere i nuovi componenti togati del Consiglio superiore della magistratura, il tutto sulla base delle nuove regole elaborate dalla ministra Marta Cartabia con l’obiettivo di ridurre l’influenza delle correnti. I magistrati dovranno eleggere 20 componenti: 2 colleghi di Cassazione, 5 pubblici ministeri e 13 giudici. Per candidarsi, a differenza del passato, non sarà più necessario raccogliere un numero minimo di firme. Le toghe voteranno in sette collegi (uno per la Cassazione, due per la magistratura inquirente e quattro per la giudicante). Ciascun collegio eleggerà due componenti, ma sarà prevista anche una distribuzione proporzionale di cinque seggi a livello nazionale per i giudici e l’elezione del pm risultato miglior perdente. Un sistema bizantino, che difficilmente riuscirà a eliminare il peso delle correnti.
Alla fine, il nuovo meccanismo elettorale dovrebbe paradossalmente premiare le correnti di Magistratura indipendente e Unicost, cioè quelle più coinvolte nello scandalo Palamara. Ciò anche in virtù della spaccatura avvenuta nella sinistra giudiziaria, con la decisione di Magistratura democratica di separarsi da Area.
Magistratura indipendente, il gruppo “conservatore”, schiera otto candidati: Paola D’Ovidio nel collegio di Cassazione, due pm antimafia come Eligio Paolini (Dda di Firenze) e Dario Scaletta (Dda di Palermo), e cinque giudici, tra cui Maria Luisa Mazzola (gip a Bergamo), Edoardo Cilenti (giudice di corte d’appello a Napoli) e Maria Vittoria Marchianò (presidente del tribunale di Crotone).
Unicost, il gruppo centrista un tempo guidato da Palamara, candida Milena Falaschi nel collegio di Cassazione, Maurizio Arcuri (sostituto procuratore a Roma) e Marco Bisogni (anche lui pm antimafia alla Dda di Catania), e ben otto giudici, tra cui Michele Forziati (giudice di corte d’appello a Roma), Roberto D’Auria (giudice del tribunale di Napoli) e Stefania D’Errico (presidente di sezione del tribunale di Taranto, nonché del collegio che ha condannato i Riva per la gestione dell’ex Ilva, nel processo “Ambiente svenduto”).
Area presenta nove candidati: Antonello Cosentino nel collegio di Cassazione, due pm di peso come Mario Palazzi (sostituto procuratore a Roma che con l’aggiunto Paolo Ielo si è occupato dell’indagine sul caso Consip) e Maurizio Carbone (procuratore aggiunto a Taranto e già segretario nazionale dell’Anm), e sei giudici, tra cui Marcello Basilico (presidenze della sezione lavoro del tribunale di Genova), Emilia Conforti (giudice a Roma) e Tullio Morello (presidente di sezione del tribunale di Napoli).
Magistratura democratica, che con Area componeva il fronte di sinistra, non candida pubblici ministeri, ma sei giudici, tra cui Gaetano Campo (presidente di sezione del tribunale di Vicenza) e Domenica Miele (presidente di sezione della corte d’appello di Napoli), e soprattutto nel collegio di Cassazione Raffaello Magi, magistrato noto per il suo impegno contro la criminalità organizzata (fu l’estensore della sentenza di primo grado del processo “Spartacus” contro i Casalesi).
Autonomia e indipendenza, la corrente fondata da Piercamillo Davigo, presenta candidature di peso che potrebbero scompaginare alcune previsioni, come Antonio Patrono (procuratore della Spezia, ex presidente dell’Anm e già per due volte membro del Csm), il giudice Roberto Oliveri Del Castillo (in servizio alla corte d’appello di Bari e autore di un famoso romanzo che “anticipò” lo scandalo giudiziario che poi avrebbe investito la procura di Trani), Cesare Bonamartini (giudice a Brescia) e Carlo Coco (consigliere della corte d’appello di Bologna). Un comitato denominato “AltraProposta” ha invece deciso di candidare una serie di magistrati scelti tramite sorteggio e poco conosciuti.
Ai candidati delle correnti si devono aggiungere i tanti magistrati che hanno deciso di candidarsi in maniera indipendente. Tra questi il più noto (anche se più per i suoi flop giudiziari) è senza dubbio il pm napoletano Henry John Woodcock, ma sono da citare anche Gregorio Capasso (procuratore capo di Tempio Pausania, che indaga sulla vicenda di Grillo junior), Stefano Guizzi (magistrato di Cassazione), Stanislao De Matteis (sostituto procuratore generale in Cassazione), Eduardo Savarese (giudice del tribunale di Napoli) e Giuseppe Cioffi (giudice del tribunale di Napoli Nord).