il caso
Dopo Roma anche Genova: la crisi dei tribunali non si ferma
Il tribunale genovese è ormai al collasso per la carenza di magistrati: i processi per reati minori sono stati rinviati al 2025, ma la paralisi rischia di colpire anche i procedimenti per reati gravi. Gli avvocati penalisti in sciopero il 12 settembre
Anche a Genova, come a Roma, la giustizia penale è ormai al collasso per la grave carenza di magistrati. Per denunciare questa situazione, gli avvocati penalisti genovesi hanno indetto uno sciopero per il 12 settembre, giorno in cui doveva riprendere il maxi processo per il crollo del ponte Morandi (l’udienza sarà rinviata al giorno successivo).
Pochi giorni fa, su queste pagine abbiamo dato notizia dell’incredibile decisione del presidente del tribunale di Roma di sospendere per sei mesi, dal 15 ottobre, la fissazione delle udienze di competenza collegiale, cioè quelle per i reati più gravi (per i reati meno gravi le udienze già vengono ormai fissate a partire dal 2024). L’emergenza ora è esplosa anche al tribunale di Genova, in cui la carenza di magistrati rispetto all’organico previsto risulta essere del 20 per cento. Il problema riguarda soprattutto la magistratura giudicante: tra penale e civile mancano 15 giudici su 65. La situazione più grave è nel settore “dibattimento”, dove mancano nove giudici su 19. Il tribunale ha già dovuto rinviare le udienze per i reati minori fino al 2025, ma la paralisi rischia di riguardare presto anche i procedimenti per reati gravi.
Il maxi processo sul ponte Morandi (59 imputati, centinaia di testimoni e circa 300 parti civili) sta assorbendo ingenti risorse del tribunale: per evitare il rischio di prescrizione dei reati, tre giudici sono stati assegnati a tempo pieno al dibattimento, che si terrà al ritmo di tre udienze a settimana. Molto presto, a complicare il quadro, arriveranno a dibattimento anche altri due maxi processi: quello Autostrade bis, su viadotti, gallerie e pannelli fonoassorbenti a rischio crollo, e quello sul fallimento milionario di “Qui! Group”.
A differenza del caso romano, su Genova le istituzioni hanno risposto agli allarmi lanciati dagli avvocati e dai vertici della procura e del tribunale. La ministra Cartabia ha voluto incontrare i penalisti, il vicepresidente del Csm David Ermini ha promesso l’arrivo di due nuovi giudici nei prossimi giorni e un bando agli inizi di ottobre per la selezione di altri cinque magistrati. Le soluzioni, tuttavia, sono state giudicate insufficienti: “I rimedi che ci sono stati proposti sono troppo pochi per farci revocare questa unica giornata di astensione, che è solamente simbolica e non creerà nessun danno al processo sul ponte Morandi”, dichiara al Foglio la presidente delle Camere penali liguri, Fabiana Cilio. “Basti pensare – aggiunge – che a gennaio un altro giudice andrà in pensione e due magistrati dell’ufficio gip andranno via, insomma saremo al punto di partenza”.
Di concorsi neanche a parlarne. Cartabia ha meritoriamente sbloccato il concorso da 310 posti fermo per il Covid e poi ne ha bandito uno da 500 posti, ma per i tempi biblici richiesti dalle selezioni prima del 2024 non si vedranno magistrati entrare in servizio. L’emergenza, così, nei prossimi mesi rischia pure di espandersi ad altri importanti tribunali del paese.