Caos giustizia, i partiti reagiscono all'allarme lanciato da Ermini sul Foglio
Le forze politiche intervengono sull'emergenza giudiziaria causata dalla carenza dei magistrati. Tribunali al collasso e processi rinviati al 2024-2025. Un girotondo
Interpellati dal Foglio, i partiti reagiscono all’allarme lanciato ieri su queste pagine dal vicepresidente del Csm, David Ermini, sullo stato della giustizia: “C’è una grave carenza di magistrati che investe tutto il sistema giudiziario e che durerà almeno fino al 2024, quando entreranno in ruolo i nuovi giudici reclutati tramite concorso. Fino ad allora, la giustizia italiana vivrà una fase di emergenza”.
Il leghista Andrea Ostellari, presidente della commissione Giustizia al Senato e candidato per il Carroccio in Veneto, commenta le parole di Ermini così: “Finché gli stanziamenti in favore del sistema giustizia saranno considerati spesa e non investimento la situazione non potrà che essere questa. Una giustizia più giusta, più veloce ed efficiente rende il paese più competitivo e più equo. La Lega è favorevole ad assunzioni di magistrati e specialmente di personale amministrativo”. Più critico, invece, Mario Perantoni, presidente della commissione Giustizia della Camera, candidato per il Movimento 5 stelle nel collegio di Sassari, che si dice d’accordo con le preoccupazioni di Ermini, ma poi aggiunge: “Una vera riforma della giustizia avrebbe dovuto puntare esattamente su questo tasto dolente, la carenza di personale e di magistrati: noi abbiamo molto insistito sul fatto che questo era il nodo per rafforzare la giurisdizione ed andare incontro alle esigenze di una giustizia più celere ed efficiente per tutti ed è la strada che avevamo intrapreso con il ministro Bonafede. Al contrario, la ministra Cartabia e il presidente Draghi hanno privilegiato interventi in altre direzioni, assolutamente irrilevanti per questo fine, e questi sono i risultati”.
Polemico, ma nella direzione opposta, il senatore Pierantonio Zanettin, ex membro laico del Csm e candidato al Senato per Forza Italia nel collegio Veneto 2: “Era una emergenza ampiamente prevedibile. Erano anni che personalmente lanciavo allarmi sul fatto che non venivano svolti concorsi. Se per un anno ci può essere l’alibi del Covid, bisogna ricordare che i cinque anni del governo prima gialloverde e poi giallorosso sono stati fallimentari su questo punto. Il bilancio Bonafede è fallimentare, perché non ha fatto i concorsi. E’ inutile aumentare le piante organiche della magistratura, come ha fatto lui. Bisognava fare i concorsi”.
Anna Rossomando, vicepresidente del Senato e responsabile giustizia e diritti del Partito democratico (candidata al Senato nelle liste proporzionali del Piemonte 1), dichiara: “Prendiamo sul serio l’alert del vicepresidente Ermini, ma nelle riforme ci sono le soluzioni. Per questo ci opporremo a qualsiasi tentativo di rinvio o snaturamento sui decreti attuativi”. “Un alleggerimento del carico – aggiunge – arriverà nel penale con misure come l’allargamento della messa alla prova e dell’archiviazione per tenuità del fatto, nonché con l’incremento dei riti alternativi attraverso le pene sostitutive al carcere già nel processo, che avranno un effetto deflattivo. Quanto alla necessità di accorciare i tempi della presa di funzione dei magistrati, la riforma dell’ordinamento giudiziario prevede l’accesso al concorso senza obbligo di scuole specializzanti, così come la riduzione delle materie della prova orale, contestualmente alla loro attualizzazione nel contenuto. Dunque nelle riforme approvate le soluzioni ci sono, per questo il nostro impegno è vederle subito concretizzate”.
“Fratelli d’Italia da tempo denuncia la carenza devastante di magistrati”, ci dice il deputato e responsabile giustizia di Fratelli d’Italia, Andrea Delmastro Delle Vedove (candidato alla Camera nel collegio uninominale di Biella e Vercelli), che poi attacca: “Attraverso l’istituzione dell’ufficio del processo, che io definisco ‘l’ufficio del paggetto’, la ministra Cartabia ha gradualmente eroso la platea di 5mila magistrati onorari, formati nel corso di vent’anni e che invece andavano stabilizzati per defaticare i togati. Insomma, l’emergenza era ampiamente prevista e prevedibile”.
Per il senatore Francesco Bonifazi, candidato di Italia Viva in Toscana, “il problema è reale”: “Come terzo polo proponiamo di potenziare l’organico dei magistrati e ridefinire il ruolo degli onorari, ma anche afforzare l’organico amministrativo, rendere più efficiente e veloce il sistema attraverso un potenziamento del processo telematico, la creazione di una piattaforma unica per tutti i riti e una formazione manageriale dei togati con incarichi direttivi”. “Fa sorridere però – aggiunge Bonifazi – che il vicepresidente Ermini dimentichi un elemento cardine del problema, vale a dire i troppi magistrati collocati fuori ruolo. Noi proponiamo di ridurne nettamente la presenza. Sono certo che le correnti capiranno, visto che sono le prime a denunciare la carenza di organico, ma chiedere a Ermini di intervenire sull’organizzazione della giustizia è davvero chiedere troppo”.