(foto Ansa)

le nomine

Chi sono i nuovi vertici del ministero della Giustizia scelti da Nordio

Ermes Antonucci

Il neo Guardasigilli ha nominato Alberto Rizzo, presidente del tribunale di Vicenza, come nuovo capo di gabinetto. Suo vice sarà Giusi Bartolozzi, anche lei magistrata e parlamentare sino alla scorsa legislatura

Il neo ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha scelto i collaboratori che lo accompagneranno nella sua avventura al dicastero. Il nuovo capo di gabinetto è il presidente del tribunale di Vicenza, Alberto Rizzo, 63 anni. Sotto la sua gestione il tribunale vicentino ha affrontato importanti processi, come quello sul crac dell’ex banca popolare di Vicenza, ma soprattutto è stato protagonista di una sorta di “rivoluzione telematica”, introducendo sin dal 2015 (ben prima della pandemia) la possibilità di tenere udienze a distanza in videoconferenza per le cause di separazione, ma anche per le nomine di amministratori di sostegno per persone anziane o con difficoltà di movimento, o per l’audizione di consulenti tecnici.

 

Dando il saluto al capo di gabinetto uscente, Raffaele Piccirillo, Nordio ha motivato la nomina di Rizzo con queste parole: “E’ stato scelto in virtù del fatto che è stato premiato come il massimo organizzatore di un tribunale di media entità, dove ha utilizzato le risorse in modo quasi miracoloso. Ecco questo è secondo me l'input che servirà a questo ministero, almeno nella prima fase”.

 

Vice di Rizzo sarà Giusi Bartolozzi, anche lei magistrata (è stata giudice a Gela, a Palermo a poi alla corte d’appello di Roma) e parlamentare sino alla scorsa legislatura. Eletta alla Camera nel 2018 con Forza Italia, nel luglio 2021 passò al gruppo Misto dopo essere stata rimossa dalla commissione Giustizia per aver annunciato il voto contrario a un emendamento proposto da Fi (ribattezzato norma ad personam dalle opposizioni).

 

Con l’uscita da Fi, Bartolozzi si attirò le ire di Marta Fascina, compagna di Silvio Berlusconi: “Non si tratta di silenziare le voci critiche – affermò Fascina – ma di impedire di utilizzare i partiti come taxi per raggiungere lauti stipendi a posizioni di potere, salvo poi (raggiunto l’obiettivo) cambiare idea, ideali, valori, partito”. Mercoledì il plenum del Csm ha dato il via libera al collocamento fuori ruolo sia di Rizzo che di Bartolozzi.