Per processare prima la Juve i magistrati di Torino stravolgono la Costituzione
Con un decreto approvato su pressione della procura, il tribunale ha stabilito che sia data priorità ai processi che riguardano “società quotate”. La protesta dei penalisti: “Non può essere l’opinione pubblica a dettare l’agenda”
Un binario parallelo per dare priorità, rispetto a tutti gli altri, al processo Prisma che vede coinvolta la Juventus per presunti reati finanziari, così da consentire il prima possibile lo svolgimento dell’udienza preliminare nei confronti degli imputati (tra cui gli ormai ex vertici del club bianconero, come il presidente Andrea Agnelli e il vice Pavel Nedved). A chiederlo, e a ottenerlo, è stata la procura di Torino che ha portato avanti l’indagine contro la Juve, chiedendo poi tredici rinvii a giudizio. Una procedura alquanto discutibile, se si considera che secondo la nostra Costituzione tutti i processi penali dovrebbero essere trattati con eguale attenzione da parte della magistratura. Un decreto approvato il 2 dicembre dal presidente vicario del tribunale di Torino, Modestino Villani, e visionato dal Foglio, non lascia invece spazio a dubbi: stabilisce che per le udienze preliminari sia data priorità a poche categorie di processi, tra cui – come era stato richiesto dai pm – quelle “nei confronti di società sottoposte ad amministrazione straordinaria o quotate nel mercato telematico azionario”. Come la Juventus, appunto. ECCO IL DOCUMENTO INTEGRALE. CLICCA QUI PER LEGGERLO
Il decreto del presidente vicario del tribunale di Torino fa seguito a un precedente decreto, risalente al 15 novembre, che stabiliva una “variazione tabellare del settore penale”, con “una redistribuzione delle materie tra le sezioni penali e una diversa allocazione dei giudici”. Il provvedimento stabiliva che si potessero celebrare esclusivamente le udienze preliminari per i processi con imputati sottoposti a misura cautelare, con rinvio di quelli già in corso, e sospensione delle assegnazioni delle richieste di rinvio a giudizio a ciascun gip a data successiva al 31 gennaio 2023. In altre parole, inondato di fascicoli, il tribunale aveva deciso di dare priorità ai processi più gravi, quelli che vedono coinvolti soggetti sottoposti a misura cautelare, come carcerazione preventiva o arresti domiciliari.
La procura, però, si è “ribellata”. Visionato il decreto, “ha richiesto una maggiore apertura nella previsione dei processi da non far ricadere nella sospensione”, indicando altre categorie da ritenere “urgenti”. Si è giunti così al secondo provvedimento del tribunale, quello che indica come prioritari anche i processi che coinvolgono società quotate in Borsa. Non proprio un’urgenza, se si tiene conto che Torino non rappresenta affatto la capitale delle società quotate nel mercato azionario.
Una manovra, quella della procura (e del tribunale), che non è piaciuta affatto ai penalisti torinesi. Con una nota la Camera penale del Piemonte occidentale e della Valle d’Aosta “Vittorio Chiusano” ha infatti invitato il tribunale di Torino a ritirare i due decreti contenenti criteri per le priorità per le udienze preliminari e per l’assegnazione ai gip dei processi. Gli avvocati sostengono che contrastino con la legislazione vigente su formazione dei ruoli di udienza e di trattazione dei processi.
Gli avvocati, in particolare, sottolineano come “solo il legislatore, come peraltro affermato anche con la recente ‘riforma Cartabia’, possa indicare criteri di priorità nella trattazione degli affari penali e che non possa certo essere un organo politicamente irresponsabile a stabilire quali processi si possano o meno celebrare, in netto contrasto con le declinazioni migliori del principio, che non ci sembra allo stato venuto meno, dell’obbligatorietà dell’azione penale”. Inoltre, evidenziano che “non possono essere le eventuali aspettative dell’opinione pubblica a dettare l’agenda del tribunale di Torino”.
Insomma, non può essere il clamore mediatico e la voglia dei tanti tifosi anti juventini di vedere rinviati a giudizio i vertici del club bianconero a spingere i magistrati a dare priorità a un singolo processo rispetto a tutti gli altri, calpestando la Costituzione. La vicenda assume un’importanza che va al di là dell’ambito sportivo, se si considerano le riflessioni avanzate dal Guardasigilli Carlo Nordio sulle distorsioni del principio di obbligatorietà dell’azione penale.