la storia
Si è spento il mito di Matteo Messina Denaro
La fuga del latitante ha dato fiato a una letteratura di genere. Su di lui sono stati versati fiumi di inchiostro. Alla fine, nel giorno del suo arresto è crollato lo stereotipo: un uomo qualunque, malato, anonimo. Tranne per il vezzo che gli luccicava al polso: un orologio Frank Muller da 35 mila euro
Quanti libri, quante storie. Il racconto della fuga di Matteo Messina Denaro ha dato fiato a una letteratura di genere. Un’epopea mafiosa che per lo più lo ha descritto in giro, per l’Italia e per il mondo, protetto da spioni di stato. Servitori infedeli, come se in ogni stanza dei palazzi di giustizia, da Roma a Palermo, ci fosse qualcuno pronto a spifferargli che stavano per arrestarlo.
Quando ieri mattina è spuntato, scortato dai carabinieri del Ros, dalla porta di una caserma a Palermo, è crollato lo stereotipo che su di lui è stato costruito. Giacca di montone, come quelle che andavano di moda negli anni Novanta e cappellino di lana. Un uomo malato, più dentro per la patologia che lo sta logorando che nell'aspetto fisico, anche se dimostra più dei suo reali 60 anni. Lo hanno stanato a una manciata di chilometri dalla provincia trapanese dove certamente ha vissuto negli ultimi mesi.
Chi se lo immaginava pieno di soldi, talmente tanti da potere costruire una clinica tutta sua per curarsi, si è dovuto ricredere. Come un comune mortale si è messo in fila prima per operarsi e poi per prepararsi ad un ciclo di chemioterapia nella clinica La Maddalena di Palermo, dove giornalmente si assiste alla processione di chi non può progettare la vita a lunga scadenza. Un uomo qualunque, insomma. Anonimo, tranne il vezzo che gli luccicava al polso: un orologio Frank Muller che vale 35 mila euro.
In questi anni si è proiettata nel presente la sua immagine del passato. Quello segnato dalle bombe e dall'orrore per le stragi del '92 e del '93. Il racconto dei collaboratori di giustizia ha fatto scuola. Fiumi di inchiostro, libri, documentari e reportage giornalistici. Lo hanno visto a bordo di auto fuoriserie, imbarcato su voli di prima classe, sempre con gli occhiali Ray Ban a goccia e splendide donne al fianco. Addirittura a capo di una marineria in un paese esotico, dove si godeva soldi e potere. Sul tavolo della Procura di Palermo si è accumulala una montagna di segnalazioni. C’è chi lo aveva individuato seduto al tavolo di ristoranti stellati italiani o con le borse della shopping nei boulevard francesi. Qualcuno lo ha visto andare a caccia, coppola e fucile in spalla, nelle campagne trapanesi e addirittura giurava di avere giocare a carte (a briscola o a scopa?) con il latitante in bettole di provincia. Si è pure accorto che barava, mica poteva contestargli la truffa. E poi i pizzini, le sue lettere che viaggiavano addirittura sulle carrozze dei treni.
Di lui si è scritto che si era sottoposto alla plastica facciale, operato alle corde vocali e ai polpastrelli per evitare la sua identificazione con le impronte digitali. E nel frattempo accumulava fortune immense. In decenni di indagini hanno sequestrato e confiscato beni per miliardi di euro fra imprese edili, grandi alberghi, oleifici, strutture sanitarie, aziende vitivinicole, impianti di energie alternative, cooperative varie. Uomo invisibile, camaleonte, latitante di stato, comodamente seduto nei salotti che contano: così lo hanno descritto nei libri.
E più passavano gli anni in fuga e più cresceva il mito attorno all'ultimo dei corleonesi di una stagione sepolta dalla storia e dagli arresti. A casa della madre, Lorenza Santangelo, c’è un ritratto del figlio Matteo, stile Andy Wharol, con tanto di corona in testa. Il regalo di un tatuatore locale e suo ammiratore. Ha fatto per anni il giro delle prime pagine di televisioni e giornali ad ogni blitz. Non lo vogliono arrestare perché “se si pente lui”, ripetevano in tanti, “crolla tutto”. Peccato che nel frattempo gli hanno arrestato tutti i parenti. Salvatore Messina Denaro (fratello), Anna Patrizia Messina Denaro (sorella), i cognati Vincenzo Panicola (marito di Anna Patrizia), Gaspare Como (marito di Bice), Rosario Allegra (marito di Giovanna), Filippo Guttadauro (marito di Rosalia), Francesco Guttadauro (figlio di Filippo Guttadauro e Rosalia Messina Denaro, dunque nipote), Luca Bellomo (sposato con Lorenza Guttadauro, sorella di Francesco).
Oggi il mito si è spento. Matteo Messina Denaro è andato in clinica con un documento fasullo. “Lei lo sa chi sono io, comunque sono Matteo Messina Denaro”, ha detto all'ufficiale del Ros dopo essere stato bloccato, mentre camminava a piedi, in una stradina adiacente alla clinica, e prima di salire su una anonima, come lui, Fiat Bravo di colore bianco. “Complimenti per il vostro lavoro e grazie per come mi state trattando”, ha detto prima di salire su un elicottero. Destinazione: un carcere di massima sicurezza.