dopo le elezioni
Il Csm va a destra, ma è quella di Salvini. Sinistra nel pallone
Saltano i piani del Pd e delle toghe di Magistratura democratica e Area. La Lega imbriglia Meloni sulla vicepresidenza: eletto Fabio Pinelli
E’ Fabio Pinelli, membro laico in quota Lega, il nuovo vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura. Lo ha eletto il plenum del Csm con 17 voti al terzo scrutinio. Dietro di lui il laico voluto dal Pd, Roberto Romboli, che ha ottenuto 14 voti. Una scheda bianca. Si tratta di una svolta: per la prima volta nella storia un laico di centrodestra viene eletto vicepresidente dell’organo di governo autonomo delle toghe. Un successo dunque per la maggioranza di governo (targato più Lega che FdI), e uno smacco per il Pd. Anche se nel suo primo intervento Pinelli ha voluto rivendicare la sua autonomia, definendosi “una figura non politica e indipendente”: “Cercherò di portare avanti il mio dovere tenendo alti i valori della Costituzione”.
Avvocato penalista di Padova, Pinelli è noto per aver difeso Luca Morisi, ex spin doctor di Matteo Salvini, nel procedimento che lo vide indagato (e poi prosciolto) con l’accusa di cessione e detenzione di sostanze stupefacenti. Prima della sua elezione al Csm, Pinelli ha assistito anche il senatore leghista Armando Siri, indagato in un’inchiesta per finanziamento illecito a partiti, e la regione Veneto (guidata da Zaia) come parte civile in alcuni processi legati alle infiltrazioni della criminalità organizzata. Pinelli è stato anche legale di Alberto Bianchi, presidente dell’ex fondazione renziana Open, finita coinvolta in un procedimento per finanziamento illecito ai partiti e corruzione. Inoltre ha rappresentato il Senato nel conflitto di attribuzione contro i pm fiorentini per la violazione delle prerogative parlamentari di Matteo Renzi.
Un profilo tecnico, come avevamo scritto martedì, capace di attrarre consensi trasversali. I fatti lo hanno confermato, anche se per la sua elezione sono state necessarie tre votazioni.
Il primo scrutinio segreto al plenum del Csm si era infatti concluso con 14 consensi per Pinelli, 13 per Romboli, e 5 schede bianche. Il secondo si era concluso 15 a 12 per Pinelli, con ancora 5 schede bianche. Risolutiva la terza votazione, in cui era sufficiente la maggioranza semplice (e non più assoluta).
Pinelli ha prevalso con 17 voti. A votare per lui, presumibilmente, i sette laici di centrodestra (lui compreso), il laico indicato da Italia viva, Ernesto Carbone, i sette membri togati appartenenti a Magistratura indipendente (la corrente più conservatrice), l’indipendente Andrea Mirenda (che in precedenza era stato l’unico a sostenere l’ineleggibilità di Romboli, in quanto docente non più ordinario, ma emerito) e infine un altro componente non ancora definito. Probabile che a votare per Pinelli sia stato un esponente di Unicost, e non si esclude che a farlo sia stato il procuratore generale della Cassazione Luigi Salvato, membro di diritto del Csm.
A favore del costituzionalista Romboli si sono invece schierati gli otto togati delle correnti di sinistra Area e Magistratura democratica, i togati di Unicost, il consigliere eletto in quota M5s, Michele Papa, e Romboli stesso. Uno smacco per il Pd, che pensava di poter proseguire la lunga tradizione dei vicepresidenti del Csm di area centrosinistra.
Nel centrodestra a festeggiare è invece soprattutto la Lega, che – a differenza di FdI, impelagatasi nel caso Valentino – è stata capace fin da subito di proporre un nome autorevole, come quello di Pinelli.
Spetterà ora a lui guidare il Csm verso la strada del rinnovamento, evitando spaccature. “A lei, signor vicepresidente, spetta il compito di favorire la coesione dell’attività del Consiglio. L’adozione di delibere condivise, ne rende più efficace ed autorevole il percorso”, ha detto il presidente Mattarella rivolgendosi a Pinelli subito dopo l’elezione.