L'intervista
Le anomalie del Qatargate. Parla il legale di Andrea Cozzolino
Fughe di notizie coperte da segreto, pentiti "interessati", servizi segreti. "Ancora una volta abbiamo appreso dai giornali dichiarazioni di Panzeri che coinvolgono l'onorevole", ci dice l'avvocato dell'europarlamentare per il quale i pm belgi hanno chiesto l'estradizione
"Ancora una volta abbiamo appreso dai giornali dichiarazioni di Panzeri che riguarderebbero l’on. Cozzolino. Dichiarazioni immaginifiche, gassose, tipiche di chi non sa niente e inventa per guadagnarsi i benefici promessi e ottenuti. E’ il lato oscuro del pentitismo interessato". A parlare al Foglio è l’avvocato Federico Conte, che con il collega Dezio Ferraro difende l’europarlamentare Andrea Cozzolino, agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sul Qatargate.
Ieri la sezione misure di prevenzione della corte d’appello di Napoli ha rinviato di nuovo, stavolta al 14 marzo, l’udienza per decidere sulla richiesta di estradizione di Cozzolino avanzata dalla procura federale belga. Il rinvio è stato disposto d’ufficio per la mancata presentazione da parte delle autorità belghe della documentazione richiesta dalla Corte, vale a dire la traduzione del mandato di arresto internazionale firmato dal giudice istruttore Michael Claise e la relazione sullo stato delle carceri in Belgio, in particolare sulla capacità del sistema carcerario di garantire il diritto alla salute di un cardiopatico come Cozzolino.
Pochi giorni fa, alcuni giornali (in Belgio Le Soir e Knack, in Italia La Repubblica) sono tornati a pubblicare verbali coperti da segreto istruttorio contenenti dichiarazioni rese da Panzeri ai pm belgi, dopo il pentimento che gli ha permesso di raggiungere un accordo con i magistrati che prevede un solo anno di carcere e una multa. Le “confessioni” di Panzeri aggraverebbero le posizioni degli eurodeputati Cozzolino, Eva Kaili e Marc Tarabella, già da tempo coinvolti nel Qatargate, e introdurrebbero sospetti su due nomi nuovi: la parlamentare europea di Forza Italia, Lara Comi, e l’ex segretaria generale della Cgil Susanna Camusso.
Quanto ci sarà di vero e quanto di falso nelle “confessioni” di Panzeri? E’ a questo che fa riferimento il legale di Cozzolino quando parla di “pentitismo interessato”, formula che riporta alla mente i tempi di Mani pulite: “Panzeri avrebbe reso queste dichiarazioni il 14 febbraio, cioè dopo l’arresto di Cozzolino, avvenuto il 10 febbraio. Questo accredita i nostri dubbi circa la mancanza dei motivi alla base dell’arresto di Cozzolino”, afferma l’avvocato Federico Conte, che aggiunge: “Panzeri ha stretto un accordo di collaborazione con la procura federale belga che ha ridotto a un anno la durata della reclusione in carcere, ha salvato sua figlia, che è stata esclusa dall’indagine, e ha ridimensionato a un milione di euro la multa da pagare, compresi i 500 mila euro che già gli furono trovati in casa. Tutto sommato direi che non ne è uscito così male. Se la Guardia di Finanza andasse in un supermercato farebbe più danni”.
Come se non bastasse, l’inchiesta continua a essere caratterizzata da fughe di notizie coperte da segreto. “Dal Belgio ci è stato consegnato soltanto un documento molto generico di 4-5 cartelle, di cui abbiamo chiesto la traduzione, ma sui giornali si parla di cifre, luoghi, incontri. E’ singolare, non crede?”, si chiede l’avvocato Conte.
Un’ulteriore anomalia è costituita da quanto svelato nei giorni scorsi dal Times, secondo cui Panzeri e Francesco Giorgi (compagno di Kaili) avrebbero condiviso la cella per diverse settimane nonostante fossero coinvolti nello stesso caso di corruzione. “Il sospetto che possano aver concordato qualche dichiarazione mi pare più che legittimo”, commenta il legale di Cozzolino. “Fosse avvenuto in Italia sarebbe stata messa in discussione l’intera credibilità del pentito. Del resto, la legge sui pentiti in Belgio è molto giovane, ha due-tre anni. E’ stata mutuata da quella italiana, ma evidentemente i belgi non hanno fatto tesoro della nostra esperienza”.
Infine, non va dimenticato che l’inchiesta sul Qatargate partì da un’indagine condotta dai servizi segreti belgi in collaborazione con altri servizi di intelligence europei, sulle ingerenze di una potenza straniera. Il coinvolgimento dei servizi, per i legali di Cozzolino, rende lo scenario ancora più opaco: “Chi ci dice che i servizi segreti non si stiano ancora occupando del caso? In fondo sono sempre servizi segreti”. Ovvio che, in quest’ultimo caso, il diritto del deputato europeo di affrontare un giusto processo sarebbe ancora più messo in dubbio.
Ieri al tribunale di Bruxelles si è svolta anche l’udienza sulla richiesta di scarcerazione presentata dai legali di Eva Kaili e Marc Tarabella. I giudici si pronunceranno venerdì. Intanto, la procura di Milano ha deciso di aprire un’indagine autonoma per approfondire gli episodi di riciclaggio delle presunte mazzette.