Foto di Roberto Monaldo, via LaPresse 

nuove occasioni

Si è aperta la gara per la sede del Tribunale Ue dei brevetti. Nordio: “Milano è perfetta”

Mariarosaria Marchesano

Il ministro della Giustizia ha detto che il governo "si sta battendo in tutti i modi possibili". L'Italia è un paese vivace nella proprietà editoriale, anche se è sempre stata "fanalino di coda nei processi europei"

Quando l’Italia è candidata a ospitare un grande evento internazionale oppure un’istituzione europea se ne fa sempre un gran parlare. Del fatto, invece, che Milano potrebbe diventare una delle tre sedi centrali del Tribunale unico europeo dei brevetti, insieme a Parigi e Monaco, ed essere competente, per esempio, su un contenzioso che riguarda la validità di un vaccino antinfluenzale, si sa ancora poco pur essendo una partita su cui il paese si gioca la reputazione sul piano internazionale. La delusione per come nel 2017 fu scelta Amsterdam e scartata la superfavorita Milano per accogliere l’Agenzia europea del farmaco (Ema) è ancora viva e per questo, forse, il governo Meloni si sta muovendo con discrezione confidando nell’esperienza che il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha maturato in queste complicate trattative europee. 

 

Qualcosa, però, si sta muovendo perché nei giorni scorsi un altro ministro, e cioè Carlo Nordio, capo del dicastero della Giustizia, intervenendo al simposio italiano alla London School of Economics, ha detto che il governo “si sta battendo in tutti i modi possibili” per portare a Milano la sede del Tribunale unico dei brevetti, facendo capire che la fiducia riposta nel buon esito della vicenda è alta. È la prima volta che il governo si espone su un tema che, come ha detto di recente il sindaco di Milano Beppe Sala, è diventato di competenza politica.

 

“L’Italia è sempre stata un po’ fanalino di coda nei processi europei – ha detto Nordio – ma abbiamo intenzione di far valere la nostra autorevolezza di paese fondatore dell’Unione. Il Tribunale dei brevetti è una di quelle istituzioni che hanno un impatto enorme per l’economia e per la giurisdizione, e non c’è dubbio che Milano, in quanto capitale economica e finanziaria del paese, sia il posto più indicato per esserne la sede”. Ma Nordio ha fatto anche capire che bisogna mantenere i piedi per terra: “Ci sono dei concorrenti ed è normale che ciascuno cerchi di fare l’interesse del suo paese, ma secondo noi per l’equilibrio delle competenze che sono state distribuite, Milano ha pieno diritto di essere sede di questa importantissima istituzione”.

 

Il ministro della Giustizia non ha mai citato Parigi e Monaco ma è a loro che si riferiva quando ha parlato di “concorrenti”. La questione è piuttosto delicata perché la capitale francese e la città tedesca sono già assegnatarie di due delle tre sedi centrali del Tribunale dei brevetti, ma vorrebbero dividersi anche tutte o parte delle competenze che erano in capo alla divisione di Londra e che, per effetto della Brexit, devono essere riassegnate a un’altra città dell’Ue. In cima alla lista per la terza sede c’è l’Italia con la candidatura di Milano che avrebbe competenze specifiche su quattro settori: biotech, farmaceutico, chimico e metallurgico.

 

La discussione è entrata in una fase cruciale anche perché il Tribunale sarà operativo dal primo giugno e dal primo marzo è scattato il “sunrise”, vale a dire un periodo di tre mesi durante i quali gli utenti possono chiedere l’esclusione dei propri brevetti dalla competenza di questo Tribunale. E si capisce anche perché: come spiega al Foglio Maria Balestriero dello studio legale Portolano Cavallo, che sta seguendo da vicino la procedura, “questo organismo funzionerà come una corte internazionale le cui decisioni avranno validità in tutti gli stati che hanno aderito al Trattato per la sua istituzione, attualmente diciassette in tutto, ma altri probabilmente si aggiungeranno presto”.

 

Balestriero ricorda che l’Italia è da sempre un paese vivace nella proprietà intellettuale, in cui la consapevolezza dell’importanza di proteggere le proprie invenzioni strategiche è in forte crescita, come dimostrano 4.919 domande depositate nel 2021 presso l’ufficio brevetti europeo e le 38.378 depositate presso l’ufficio italiano brevetti. Come funzionerà il Tribunale unico? “Avrà una competenza esclusiva per le cause di validità e contraffazione dei nuovi brevetti europei. Anche i brevetti classici, già concessi, saranno sottoposti a questa Corte a meno che non si chieda di essere esclusi dal nuovo sistema unitario. È dunque fondamentale che in questa fase le imprese operino scelte consapevoli e si attivino di conseguenza”.

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