il caso
Il Csm e lo scandalo Cascini
Il Consiglio superiore della magistratura ha deciso che il pm rientrerà alla procura di Roma, dove però è sotto inchiesta per la diffusione dei verbali segreti di Amara. Il magistrato è stato coinvolto anche nel caso Palamara
Il nuovo Consiglio superiore della magistratura ha deliberato il rientro in ruolo di tutti i precedenti componenti togati dell’organo di governo autonomo dei magistrati. Tra questi spicca Giuseppe Cascini, noto pm di Roma (ha indagato pure su “Mafia Capitale”, anche se poi la mafia non c’era) ed esponente di spicco di Area, corrente di sinistra delle toghe. Dopo i quattro anni passati a Palazzo dei Marescialli, Cascini farà rientro alla procura di Roma come procuratore aggiunto. Peccato che nel frattempo siano emersi diversi elementi che gettano interrogativi sull’opportunità della permanenza di Cascini a Piazzale Clodio con funzioni di rilievo come quelle di procuratore aggiunto. Innanzitutto, la procura romana sta valutando se indagare lo stesso Cascini per l’ipotesi di reato di omessa denuncia, in relazione alla vicenda dei verbali di Amara.
A chiedere ai pm romani di valutare la condotta di Cascini è stato il gup di Roma, Nicolò Marino, nella sentenza con cui lo scorso dicembre ha prosciolto l’ex segretaria di Davigo, Marcella Contrafatto, dall’accusa di calunnia. La vicenda è sempre quella della circolazione dei verbali secretati di Piero Amara sulla fantomatica “loggia Ungheria”, consegnati dal pm di Milano Paolo Storari all’allora consigliere del Csm Davigo, che poi ne rivelò il contenuto a vari colleghi consiglieri e anche al politico Nicola Morra. Tra i consiglieri a cui Davigo rivelò il contenuto dei verbali c’è proprio Cascini, che da procuratore aggiunto a Roma si era a lungo occupato di Amara nell’indagine sulle sentenze “aggiustate” al Consiglio di stato.
Davigo (ora a processo con l’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio) chiese a Cascini anche un giudizio sull’attendibilità o meno di Amara. Cascini con tutta tranquillità soddisfece la richiesta, dicendo a Davigo: “Probabilmente tutto quello che ha detto (Amara, ndr) è vero”. Insomma, anziché segnalare all’autorità giudiziaria la possibile violazione del segreto d’ufficio, Cascini si improvvisò gran consigliere di Davigo. Per questi motivi, il giudice Marino ha chiesto ai pm di Roma di valutare se indagare Cascini per omessa denuncia.
Il ritorno di Cascini in procura creerà un bel po’ di imbarazzo. Probabilmente il fascicolo su di lui sarà trasferito ai pm di Perugia, competenti sulle toghe romane. Ciò, però, non risolverà tutti i problemi. Intanto perché la procura di Roma sta portando avanti anche un altro procedimento nei confronti di Contrafatto per rivelazione di segreto e sempre in relazione ai verbali di Amara.
Ci sono poi da considerare i risvolti dello scandalo Palamara, che ha finito per toccare anche Cascini. Tra i due è sempre esistito uno stretto rapporto di amicizia, soprattutto dopo l’esperienza (dal 2008 al 2012) ai vertici dell’Associazione nazionale magistrati (Palamara come presidente e Cascini come segretario). A prescindere dal fatto che Cascini in quegli anni non si sarebbe accorto di niente rispetto alla lottizzazione delle nomine tra le correnti, dalle migliaia di chat intercettate nello smartphone di Palamara è emersa una vicenda piuttosto singolare.
Nell’ottobre 2018, infatti, Cascini scrisse un messaggio a Palamara chiedendogli se era possibile ottenere un biglietto gratis per il figlio per assistere a una partita della Roma allo stadio Olimpico. Cascini, in quanto membro del Csm, aveva diritto a un posto gratis in tribuna autorità del Coni, ma il figlio no. Anziché pensare di comprare un biglietto come tutte le persone normali, Cascini si rivolse a Palamara, chiedendo anche un contatto utile per provvedere a recuperare i biglietti in futuro autonomamente. Come riportato dalla Verità nei giorni scorsi, per questa vicenda il comitato direttivo centrale dell’Anm ha deciso di sanzionare con la censura Cascini, dopo l’istruttoria dei probiviri.
Alla procura di Roma Giuseppe Cascini ritroverà suo fratello minore, Francesco, che riveste l’incarico di sostituto. Sempre dalle chat di Perugia sono emersi i numerosi messaggi scambiati da Francesco Cascini con Palamara nel 2017 per autopromuovere la propria nomina a sostituto procuratore, e anche l’impegno dell’allora consigliere del Csm per favorire la nomina di Cascini jr. Sulla nomina, Palamara informò lo stesso Cascini senior: “Ora in terza Commissione a difendere tuo fratello”. E poi: “Francesco ok”. “Grazie Luca”, rispose Giuseppe Cascini.
Nonostante tutto ciò, per il “nuovo” Csm Cascini può tornare a rivestire tranquillamente un ruolo così importante come quello di procuratore aggiunto di Roma.
L'editoriale del direttore