La giustizia tributaria tiene, ma la riforma Cartabia “crea difficoltà”
All’inaugurazione dell’anno giudiziario tributario, Antonio Leone (Cpgt) sottolinea i risultati positivi del 2022: “Controversie in aumento, ma cala l’arretrato”. Critiche alla riforma voluta dall’ultimo governo e all’assenza di investimenti da parte del Mef
"Una riforma frettolosa, che sta creando difficoltà applicative, e che invece di risolvere i problemi (pochi) di questa giurisdizione li sta creando”. Lo ha detto il presidente del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria (Cpgt), Antonio Leone, nella sua relazione all’inaugurazione dell’anno giudiziario tributario, riferendosi alla riforma Cartabia, approvata in fretta e furia al termine della scorsa legislatura.
L’organo di “autogoverno” dei giudici tributari aveva proposto una riforma che “prevedeva un primo ineludibile punto: l’autonomia dal Mef”, cioè dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. “L’autonomia dal Mef non c’è stata – ha affermato Leone – e, anzi, la sua presenza è sempre più in crescita, minando l’indipendenza dei giudici quantomeno sotto il profilo dell’apparenza. Ricordiamoci che dal ministero dipendono anche le Agenzie fiscali che sono parti del processo tributario”.
Inoltre, ha sottolineato il presidente del Cpgt, la riforma della giustizia tributaria “è arrivata prima della tanto attesa riforma fiscale, di cui si parla ormai da decenni e che avrebbe dovuto precorrerla, per assicurare l’intellegibilità ed applicabilità della norma tributaria che equivale a deflazione del contenzioso”.
Leone ha comunque rivendicato gli “ottimi risultati” ottenuti “nonostante le tante difficoltà organizzative e ordinamentali e l’assenza di investimenti da parte del Mef in mezzi e risorse umane”. Leone ha evidenziato come negli ultimi anni siano “stati garantiti rapidi tempi di definizione delle cause in linea con i parametri europei di ragionevole durata del processo”.
“L’iniziativa senza dubbio più rilevante –ha aggiunto – è il progetto Prodigit sulla giustizia predittiva”, che “ha l’obiettivo di aumentare il livello di digitalizzazione delle attività interne del Consiglio di presidenza, di implementare la banca dati nazionale di giurisprudenza di merito nell'ambito del sistema informativo del Mef, e di creare un modello sperimentale di miglioramento della prevedibilità delle decisioni (la cosiddetta 'giustizia predittiva')”.
Passando ai numeri, nella sua relazione Leone ha sottolineato come il contenzioso tributario nel 2022 abbia visto una forte ripresa, tornando ai livelli pre-Covid: “Le controversie complessivamente pervenute al 31 dicembre 2022 presso le Corti tributarie provinciali e regionali sono state 187.023, con un aumento del 55 per cento rispetto all’anno precedente quando erano state 120.511”. Nonostante ciò, “al 31 dicembre del 2022 pendevano complessivamente 269.809 controversie, a fronte delle 272.677 del 2021”.
Un bilancio dunque positivo per Leone: “Dal raffronto con gli anni precedenti emerge ancora una volta la capacità della giustizia tributaria di far diminuire costantemente l’arretrato e di rispettare sempre i tempi europei per la durata dei procedimenti di primo e secondo grado”.