déjà vu legislativo
FdI vuole introdurre il reato di istigazione all'anoressia. È l'11sima proposta sul tema in 15 anni
Presentato un disegno di legge contro i disturbi alimentari. È l'ultimo tentativo di un fenomeno che va avanti da tempo e sembra rivolto più all'attenzione mediatica che a una reale necessità. Il ministro Nordio, che voleva "ridurre il numero dei reati”, cosa ne pensa?
Fratelli d’Italia ha presentato un disegno di legge, a prima firma Alberto Balboni, con il quale si punta, attraverso modifiche all’articolo 580-bis del codice penale, a introdurre il nuovo reato di istigazione all’anoressia. Se a questo punto siete stati colti da una strana sensazione di déjà vu non allarmatevi, non c’è nulla di strano. Si tratta infatti dell’undicesima proposta di legge “fotocopia” presentata in maniera trasversale sullo stesso tema da quasi tutti i partiti nell’arco degli ultimi 15 anni.
Tutto prese il via il 28 novembre del 2008 con la proposta di legge presentata dall’ex ministra della Salute Beatrice Lorenzin, ora esponente del Pd ma allora deputata del Pdl. Sempre attraverso una modifica dell’articolo 580-bis, si tentava di far diventare reato l’istigazione all’anoressia o alla bulimia tramite il web. La pena prevista era la reclusione di un anno, che raddoppiava a due anni se la persona colpita aveva meno di quattordici anni o era priva della capacità di intendere e di volere.
Due anni dopo, il 29 luglio del 2010, Maria Rizzotti (Pdl) presentò una nuova proposta che ricalcava quanto già previsto nel testo presentato da Lorenzin. Sempre nello stesso anno vennero poi depositate, rispettivamente, le proposte di Antonio Palagiano dell’Italia dei Valori il 6 settembre, che oltre alla reclusione prevedeva anche sanzioni economiche che potevano variare da un minimo di 10 mila a un massimo di 100 mila euro a seconda dell’età della persona oggetto di istigazione all’anoressia; e quella di Maria Antonietta Farina Coscioni (Pd) il 26 ottobre 2010 (ma in questo caso purtroppo il sito del Senato non riporta il contenuto del testo, che immaginiamo però simile a quelli fino a quel momento presentati”.
L’elenco prosegue poi con Michela Marzano (Pd) che il 21 gennaio 2014 depositava una proposta con la quale, nuovamente, si prevedeva la reclusione da uno a due anni e sanzioni economiche da un minimo di 10 mila a un massimo di 100 mila euro. Successivamente è stato il turno di Mario Borghese di Scelta Civica che il 25 maggio 2017 proponeva con un disegno di legge a sua prima firma l’introduzione di una pena con reclusione da uno a due anni per chi istiga all’anoressia. Il 28 marzo 2018 Maria Rizzotti (FI) decideva di provarci nuovamente: questa volta però, oltre alla reclusione, si introduceva anche una sanzione pecuniaria che andava da un minimo di 10 mila a un massimo di 100 mila euro.
E ancora, il 2 marzo del 2020 Mario Borghese (Misto-Maie) depositava un testo per introdurre la reclusione da uno a due anni per questo nuovo reato. Il 28 ottobre 2021, Arianna Lazzarini (Lega), depositva una nuova proposta, ma senza cambiare di una virgola il contenuto rispetto a tutti gli altri testi presentati in precedenza: anche in questo caso si andava dalla reclusione da uno a due anni, fino alle multe da 10 mila e 50 mila euro. E arriviamo così alla XIX legislatura. Prima ancora della proposta di legge di FdI è la Lega, sempre con Arianna Lazzarini, a ripresentare un nuovo disegno di legge su questo tema il 13 ottobre del 2022.
Questo l’elenco completo di 15 anni di proposte, utili unicamente ad alzare un po’ di attenzione mediatica sul tema ma tutte inesorabilmente conclusesi con un nulla di fatto. Oltre a questa valutazione storica, vale la pena soffermarsi a valutare la reale necessità di introdurre una nuova fattispecie di reato. Spesso l’anoressia porta a sintomi depressivi che culminano con pensieri suicidiari. Già oggi la pena in caso di istigazione o aiuto al suicidio prevede una pena da cinque a dodici anni; se il suicidio non avviene è, invece, prevista la reclusione da uno a cinque anni.
Nel caso in cui l’anoressia non comporti la morte per suicidio ma lesioni, anche in questo caso il codice penale già prevede che il colpevole possa essere denunciato per il rispettivo reato di lesione. C’è infine da ricordare come, appena insediato, il ministro della Giustizia Carlo Nordio diceva di voler “velocizzare il corso della giustizia, depenalizzare e ridurre il numero dei reati”. Insomma, l’esatto contrario di quello che la maggioranza sta portando avanti in Parlamento. Chissà come commenterebbe oggi Nordio la proposta del suo partito.