giustizia
Lo strappo di Nordio con l'Associazione nazionale magistrati
Il Guardasigilli esclude i rappresentanti del sindacato delle toghe dal tavolo tecnico sul processo penale. E ai penalisti promette: "Entro giugno le riforme su prescrizione, abuso d'ufficio e intercettazioni"
Il Guardasigilli, Carlo Nordio, porge la mano agli avvocati penalisti sulle riforme della giustizia, ma snobba l’Associazione nazionale magistrati, con uno strappo destinato a generare polemiche. Il ministro ha infatti escluso a sorpresa i rappresentanti del sindacato delle toghe dal tavolo tecnico, istituito il 23 marzo, dedicato a valutare le possibili misure migliorative della riforma Cartabia del processo penale. Una scelta “discriminatoria”, ha commentato l’Anm: “Siamo di fronte, e spiace davvero constatarlo, a una manifestazione di unilateralità della visione ministeriale che svilisce il contributo di idee e di proposte con cui sempre l’Associazione nazionale magistrati ha saputo arricchire il dibattito pubblico sui temi della giustizia, e del processo penale in particolare”. Immediata la replica di Nordio, che ha reagito con “stupore” alle parole dell’Anm, ricordando che al tavolo tecnico “sono inseriti imprescindibilmente diversi magistrati”.
Del tavolo tecnico faranno parte anche alcuni esponenti dell’Unione delle camere penali, che lunedì ha proclamato uno sciopero di tre giorni (dal 19 al 21 aprile) contro l’inerzia del governo e del parlamento in tema di giustizia. Per ricucire con i penalisti, il Guardasigilli ha incontrato ieri mattina Gian Domenico Caiazza, presidente dell’Ucpi, informandolo che il governo ha definitivamente approvato il cronoprogramma delle più urgenti riforme della giustizia penale da tempo annunciate al parlamento. “Entro il mese di giugno – si legge in una nota diffusa dall’Ucpi al termine dell’incontro – il governo emanerà uno o più disegni di legge inerenti alla revisione dei reati contro la pubblica amministrazione, con particolare riferimento alle fattispecie dell’abuso d’ufficio e del traffico di influenze illecite; della prescrizione; delle misure cautelari, con particolare riferimento alla collegialità delle decisioni; delle impugnazioni delle sentenze di assoluzione; delle intercettazioni, anche al fine di evitarne l’indebita pubblicazione; nonché interventi in materia di criminalità minorile”.
Il ministro ha anche deciso di convocare una riunione per il prossimo 4 aprile per discutere l’adozione di possibili correttivi alla recente riforma del processo penale, alla quale dovrebbero partecipare l’Ucpi, l’Associazione nazionale magistrati (qui sì) e il Consiglio nazionale forense.
Per il momento, in attesa dell’incontro del 4 aprile, resta confermata l’astensione dalle udienze proclamata dai penalisti per il 19-21 aprile, contro l’inerzia del governo in materia di giustizia. Per l’Ucpi non solo non si sono viste le tanto annunciate riforme liberali, ma “sono evidentissimi e convergenti i segnali di una politica della giustizia di nuovo prona ai diktat e ai desiderata della magistratura”: “Si fermano o si tenta di manomettere le riforme dell’ordinamento giudiziario appena varate e sgradite alla magistratura (porte girevoli, distacchi ministeriali, fascicolo per le valutazioni professionali); si fa abortire sul nascere la riforma costituzionale per la separazione delle carriere in magistratura, pur annunciata in campagna elettorale come il punto centrale della riforma della giustizia italiana (da attuarsi – come tutti ricordiamo – ‘nei primi sei mesi’)”, si legge nella delibera di proclamazione dell’astensione.
Non solo, per i penalisti “la politica della giustizia in questi primi mesi si è puntualmente connotata, con prontezza e rapidità di azione degna di miglior causa, per la spasmodica sua attenzione alle parole d’ordine del peggiore giustizialismo populista”. Insomma, per l’Ucpi si assiste a “un eclatante quanto paradossale contrasto” tra le idee e i programmi di riforma liberale della giustizia annunciate dal ministro Nordio e “la quotidiana realtà di una politica giudiziaria, governativa e parlamentare, ispirata al più vieto populismo giustizialista e pronta, ancora più che nei precedenti governi, a dare ascolto e privilegiata priorità alle esigenze corporative e politiche della magistratura”.
Resta da vedere ora, ancora una volta, se gli ultimi annunci del ministro Nordio saranno seguiti dai fatti.