Chi è Squillace Greco, la toga rossa che va verso la guida della procura di Firenze
L'attuale procuratore di Livorno, esponente di Magistratura democratica, ha nel suo curriculum due mega inchieste poi finite con l'assoluzione di tutti gli imputati
Con grande probabilità sarà una toga rossa a guidare la procura di Firenze, al centro delle cronache giudiziarie e politiche con le sue inchieste su Silvio Berlusconi (indagato con Marcello Dell’Utri per le stragi del 1992-1993) e Matteo Renzi (ex fondazione Open). Si tratta di Ettore Squillace Greco, attuale procuratore di Livorno ed esponente di Magistratura democratica.
Nei giorni scorsi la commissione incarichi direttivi del Csm ha concluso l’esame della pratica per individuare il successore di Giuseppe Creazzo (al momento la procura fiorentina è retta dall’aggiunto Luca Turco), senza però trovare un accordo unanime, finendo per presentare tre proposte al plenum: Filippo Spiezia (3 voti), vicepresidente di Eurojust, Ettore Squillace Greco (2 voti), che prima di andare a Livorno ha lavorato alla Direzione distrettuale antimafia di Firenze, e Rosa Volpe (una preferenza), procuratore aggiunto a Napoli. Al Csm, e non solo, sono in molti a pensare che alla fine a prevalere sarà appunto Squillace Greco, l’unico a rivestire un incarico direttivo. E Dio solo sa quanto i nuovi consiglieri del Csm desiderino evitare lo spettacolo della scia di nomine annullate da Tar e Consiglio di stato per la violazione del testo unico sulla dirigenza.
In caso di nomina, Squillace Greco ritroverebbe al suo fianco Luca Turco, con cui nel 2010 alla procura di Firenze aprì una maxi indagine contro i vertici del gruppo farmaceutico Menarini (tra cui la presidente Lucia Aleotti e il vicepresidente Alberto Giovanni Aleotti), il primo in Italia, con l’accusa di aver gonfiato il prezzo dei medicinali a danno del Servizio sanitario nazionale e aver riciclato all’estero i proventi illeciti (circa 1 miliardo e 200 milioni di euro). “Questo processo si occupa del grande affare, il grande imbroglio, un misto di corruzione e truffa, una delle frodi più grandi che siano state commesse nel nostro paese”, affermò Squillace Greco durante la requisitoria. “Aleotti – aggiunse Luca Turco – è stato molto intelligente e abile, un’abilità e un’intelligenza criminali”. I patron del gruppo farmaceutico vennero assolti in via definitiva da ogni accusa. Della “truffa più grande della storia” non rimase nulla.
Promosso alla guida della procura di Livorno, Squillace Greco è stato protagonista di un altro gigantesco flop. Dopo aver proposto in un’intervista al Fatto quotidiano di “alzare le pene agli evasori per usare le intercettazioni” (sognando praticamente di intercettare l’intera popolazione italiana), il pm aprì un’indagine che travolse i vertici dell’Autorità portuale di Livorno (il presidente e il segretario generale di allora, rispettivamente Stefano Corsini e Massimo Provinciali), e vari personaggi di spicco del mondo imprenditoriale labronico. Al centro dell’inchiesta vi era la reiterazione della concessione temporanea di alcune banchine del porto di Livorno a imprese portuali che svolgevano funzioni di carico e scarico merci. Su richiesta della procura, Corsini e Provinciali vennero pure interdetti dai pubblici uffici per diversi mesi, prima che la Cassazione annullasse la decisione del gip. Lo scorso 20 dicembre il tribunale di Livorno ha assolto tutti i nove imputati del processo scaturito da quell’indagine, spazzando via le accuse di abuso d’ufficio e falsità ideologica.
Non proprio un ottimo biglietto da visita per Squillace Greco, che al plenum del Csm dovrebbe comunque contare sul sostegno degli otto membri togati appartenenti ad Area e Md e qualche laico. A fare la differenza, secondo uno schema che rischia di ripetersi spesso in futuro, saranno i quattro togati di Unicost, la corrente centrista un tempo guidata da Luca Palamara e per questo la più travolta dallo scandalo sulle nomine. Un vero scherzo del destino.