l'intervista
“I controlli della Corte dei conti spesso rallentano le procedure”, dice il pm Maddalena
Parla Marcello Maddalena, figura storica della magistratura italiana: "Dall’Anm giudizi prematuri su intercettazioni e abuso d’ufficio”
"Non mi scandalizza che si pensi a una riforma che riguarda il controllo della Corte dei conti sull’attuazione del Pnrr. In genere i controlli concomitanti comportano dei rallentamenti e delle difficoltà. E’ vero che qualche volta possono anche aiutare, ma mi sembra difficile negare che spesso comportino un ostacolo alla tempestività dei lavori". Lo dice al Foglio Marcello Maddalena, classe 1941, una delle figure più autorevoli della magistratura italiana, che ha servito per cinquant’anni.
“Ovviamente i controlli successivi sono sacrosanti e devono essere rigorosi, e se ci sono delle responsabilità queste devono essere accertate e perseguite”, aggiunge Maddalena, procuratore capo della procura della Repubblica di Torino dal 2000 al 2008 e procuratore generale presso la Corte d’appello di Torino dal 2009 al 2015.
Un approccio assai diverso da quello mostrato dal presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, che in un’intervista a Repubblica si è schierato contro il governo e ha evocato lo sciopero delle toghe contro il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. “Resto molto perplesso in relazione a tutte quelle iniziative e manifestazioni che possano ingenerare l'impressione, magari anche sbagliata, che ci sia una discesa della magistratura in campi non suoi, soprattutto quelli caratterizzati da una forte conflittualità politica”, afferma Maddalena. “In questo modo – aggiunge – la magistratura rischia di dare l’impressione di schierarsi da una parte o dall’altra, e questo credo che sia la peggior cosa che possa capitare. Sono anche contrario a scioperi con motivazioni di carattere politico, specie in materia di diritto penale sostanziale, dove, a mio avviso, le valutazioni sono riservate al legislatore”.
La scintilla che questo fine settimana rischia di indurre l’Anm a proclamare lo sciopero riguarda l’azione disciplinare avviata da Nordio nei confronti dei giudici coinvolti nella vicenda Uss. “Sono assolutamente contrario – perché lo dice addirittura la legge – all’esercizio dell’azione disciplinare per decisioni e valutazioni giurisdizionali che sono compito esclusivo del magistrato”, premette Maddalena. “Devo dire però che purtroppo gli sconfinamenti sono abbastanza frequenti, sulla base di esposti di avvocati e/o di parti processuali insoddisfatte dell’esito dei procedimenti che li riguardano”. Nel caso in questione, lo storico procuratore di Torino non vede lo scandalo: “La tutela del magistrato risiede nel fatto che le decisioni competono poi non al ministro o al procuratore generale presso la Corte di cassazione ma alla sezione disciplinare del Csm e alle Sezioni unite della Cassazione. Di conseguenza, mi sembrerebbe intempestiva e inopportuna la proclamazione di uno sciopero in questo momento, in cui non si sa neppure se l’azione disciplinare è stata o sarà esercitata”.
Anche sulla riforma delle intercettazioni e dell’abuso d’ufficio, Maddalena la pensa in maniera nettamente diversa da Santalucia: “Le intercettazioni, anche se indispensabili per perseguire determinati reati, costituiscono sicuramente uno strumento molto invasivo; non per nulla vi sono, a riguardo, dei limiti e dei presidi anche di carattere costituzionale. L’utilizzo poi delle captazioni fuori dal settore penale mi lascia molto perplesso, come mi lascia perplesso la pubblicizzazione generalizzata che spesso ne viene fatta”. “Anche la normativa sull’abuso d’ufficio – dice Maddalena – presenta dei problemi. Ma è difficile giudicare prima di aver conosciuti i testi preannunciati. Anche l’abuso d’ufficio pone un problema di possibili interferenze sul piano di scelte politiche che non sono, non possono e non devono essere di competenza del magistrato, ma solo dell’autorità politica e amministrativa. Che ci sia un rischio di invasione di campo mi sembra difficile da negare”.
Ma Marcello Maddalena, pezzo di storia della magistratura italiana, cosa ne pensa di Nordio? “Sicuramente è una persona intelligente e preparata”, risponde. “Su alcune sue affermazioni non sono d’accordo, su altre posso essere d’accordo. Ad esempio, sono contrarissimo alla separazione delle carriere tra giudici e pm. Io, al contrario, vorrei che ciascun giudice facesse un’esperienza da pm e viceversa. Credo che gioverebbe a entrambe le funzioni”. “Sul tema delle intercettazioni, invece, si possono trovare punti di contatto e di equilibrio, ma senza sapere quali sono i contenuti della riforma è impossibile dare qualsiasi giudizio”, conclude Maddalena.
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